Tutti gli articoli relativi a: economia

"A Berlino molti pregiudizi e qualche verità", di Stefano Lepri

Come facciamo a convincere i tedeschi che non vogliamo i loro soldi? Mario Monti ce l’ha messa tutta questa volta, nell’intervista apparsa ieri. Forte della sua competenza, di nuovo ha tentato di spiegare che l’aiuto a Grecia, Irlanda, Portogallo l’abbiamo pagato noi più che loro, e che ai tassi attuali sul debito pubblico sono gli italiani e gli spagnoli a sovvenzionare i tedeschi, non il contrario. Farsi capire non è facile. In Germania oggi le difficoltà dell’unione monetaria non stanno soltanto producendo un disincanto di massa verso l’integrazione europea, speculare a quello che vediamo anche da noi. C’è anche un fenomeno culturale che coinvolge una parte della classe dirigente tedesca, incline a ritenere di aver ragione contro tutto il resto del mondo o quasi. La scoperta che dal prolungarsi della crisi la Germania guadagna l’ha già strillata come scoop al suo pubblico assai popolare il quotidiano Bild la settimana scorsa. Sessanta miliardi di euro negli ultimi trenta mesi era il calcolo; diversi esperti lo ritengono abbastanza verosimile. Eppure, poco si è smosso. I populisti si …

"La Germania, l'Italia e i veleni dell'Unione", di Carlo Galli

Il sentimento antitedesco in Italia esiste. Si nutre di stereotipi antichi e collaudati, di memorie non remotissime, di dolori ancora brucianti. Di luoghi comuni letterari presenti in padri della cultura italiana e europea come Dante e Petrarca (i “tedeschi lurchi”, il “furor di lassù, gente ritrosa”) e, spesso, di trivialità da bar sui “crucchi” e le loro cancelliere. Ed esiste un sentimento anti-italiano in Germania. Anche in questo caso, si va dalla polemica di Lutero contro il Papa e la curia romana, al pregiudizio negativo, alimentato anche dai giornali, contro la nostra mediterranea cialtroneria e la nostra subdola viltà – l’emblema degli italiani sarebbero Machiavelli, suggeritore di frodi e di inganni (l’esatto opposto della Deutsche Treue, della lealtà tedesca di cui parla lo stesso inno nazionale germanico) e, insieme, l’inqualificabile Schettino –. Ovvero, l’Italia è quella che tradisce la Germania in due guerre mondiali; è l’Italia della copertina dello Spiegel nel 1977, con il piatto di spaghetti dei “makaroni” e la pistola dei terroristi. Di quando in quando, tutto ciò esce dalle sentine delle mentalità …

"Ma nessuno può fermare l'intervento di Draghi", di Eugenio Scalfari

La crisi dell’euro rispecchia il fallimento d’una politica senza prospettive. Al governo tedesco manca il coraggio di andare oltre uno status quo divenuto insostenibile. Questa è la causa del continuo peggioramento della situazione, nell’Eurozona negli ultimi due anni, malgrado ambiziosi programmi di salvataggio e innumerevoli vertici di emergenza. Questo drastico giudizio l’ha scritto ieri sul nostro giornale Jurgen Habermas, un filosofo, uno storico, un profondo studioso dei pregi e dei difetti della democrazia. Concordo da tempo con la sua opinione e con quella di tutti coloro che hanno voglia di capire quali siano le vere cause che attanagliano l’Unione europea e in particolare i 17 Paesi dell’Eurozona. Personalmente e nonostante questo giudizio di fondo sono stato ottimista sull’esito finale poiché non pensavo che l’Europa arrivasse al punto di volersi suicidare. E riponevo grande fiducia nella competenza tecnica e nella visione politica di Mario Draghi e nella forza e nell’indipendenza della Banca centrale europea da lui guidata. La conferenza da lui tenuta a Londra alcuni giorni fa aveva confermato queste speranze ed era stata anche positivamente …

"Un’estate sull’ottovolante", di Tito Boeri

Dobbiamo prepararci ad un’altra estate sull’ottovolante con forti fluttuazioni degli indici di Borsa e dello spread e poi ad un autunno di campagna elettorale anticipata, con il rischio di un ritorno della peggiore politica, quella fatta di promesse vuote quanto anacronistiche. Speriamo che i media ci risparmino le interpretazioni, spesso tra di loro contraddittorie, di ciò che fanno mercati isterici nelle loro reazioni. Perché l’attesissima riunione del board della Banca Centrale Europea di giovedì 2 agosto ci ha consegnato tre messaggi che non possono che lasciare le aspettative volare prive di alcun ancoraggio. Primo, malgrado le dichiarazioni di Draghi di una sola settimana fa, non c’è oggi un garante, un’autorità in grado davvero di “fare qualunque cosa per preservare l’Euro”. La Bce sta ancora decidendo cosa fare e, in ogni caso, interverrà solo dopo un accordo tra governi che fissi impegni cogenti per il beneficiario in termini presumibilmente di politiche ulteriormente restrittive. Questo significa che i mercati continueranno ad assegnare un’alta probabilità all’evento di una fuoriuscita dall’Euro di paesi come la Spagna e l’Italia, valutando …

"Consumi in picchiata. Aumentano i cassaintegrati", di Laura Matteucci

Il livello del Pil in Italia «sta raggiungendo i suoi minimi storici». Quello dei consumi sembra tornato agli anni Trenta. Crolla l’impiego dell’auto a causa del caro-benzina e, secondo l’osservatorio Findomestic, la fiducia dei consumatori resta ferma ai minimi storici: 3,2 punti ad agosto, come nei due mesi precedenti. L’Ufficio studi Confcommercio aggiorna bilanci e previsioni, tutti in peggioramento: il Pil quest’anno dovrebbe flettere del 2,2%, dello 0,3% l’anno prossimo. Per i consumi, si prevede un calo del 2,8% nel 2012 e dello 0,8% nel 2013. A fare pendant, l’Inps fornisce disastrosi dati sulle ore di cassa integrazione, che a luglio sono state 115,7 milioni, in aumento del 21,3% rispetto a giugno (95,4 milioni di ore), e addirittura del 44,2% rispetto a luglio dello scorso anno (80,3 milioni di ore). A giugno, invece, le ore erano calate del 9,6% rispetto al mese precedente. In forte aumento sono sia le ore di cig ordinaria (+11,6% su giugno e +71,6% sul 2011) sia quelle di cig straordinaria (+19,6% su giugno e +36,2% sul 2011) e in deroga …

"Non si spenga l'altoforno. E' una questione nazionale", di Guglielmo Epifani

La vicenda dell’Ilva di Taranto mette in contrapposizione due diritti fondamentali: il diritto alla salute e alla sicurezza di cittadini e lavoratori, il diritto al lavoro e all’occupazione di migliaia di persone dell’area interessata e dell’intera filiera della siderurgia italiana. Non deve perciò preoccupare la durezza del confronto in atto quando questo non travalica, come in parte è avvenuto, i limiti della correttezza e del rispetto che si deve alle posizioni in campo quanto piuttosto il ritardo e le modalità con cui la comunità nazionale ha preso coscienza dei rischi che stiamo correndo. Rischio da una parte di ulteriore contrazione della base produttiva del Paese, nel Mezzogiorno ma non solo, e rischio dall’altra di compromettere le esigenze di sicurezza ambientale e delle condizioni di lavoro. Arrivati a questo punto, il problema che si pone per tutti magistratura, azienda, governo e forze sindacali è lavorare per una soluzione che provi a contemperare tutti i legittimi interessi in campo, evitando sia di considerare il tema della sicurezza come un nodo secondario della vicenda produttiva, sia di pensare …

"Cassaintegrati, boom a luglio: in un anno +44%", di Melania Di Giacomo

Siamo già a 640 mila ore di cassa integrazione autorizzate quest’anno, con luglio che registra un vero record con 115 milioni di ore: viaggiamo sui livelli dell’anno nero 2010, quando fu sfondata quota un miliardo e duecentomila ore di cassa richieste dalle aziende. Il bollettino dell’Inps sugli ammortizzatori sociali è uno degli strumenti più veritieri per misurare lo stato di salute del nostro sistema economico. E i dati, che fanno il paio con quelli sulla disoccupazione al 10,8%, segnalano una grande sofferenza. Con la recessione che — secondo le stime aggiornate ieri dalla Confcommercio — si protrarrà anche al prossimo anno: in conseguenza di un andamento peggiore dei consumi, al -2,8%, e della «caduta profonda» degli investimenti (-6,5%), quest’anno il prodotto interno lordo segnerà il -2,2% (dal -1,3% delle previsioni di marzo), mentre nel 2013 calerà ancora la ricchezza prodotta, allo -0,3% (dallo zero). «Il sistema produttivo — dice il presidente dell’Inps Antonio Mastrapasqua — mostra ancora forti segni di debolezza; si poteva sperare che il 2010 fosse stato il punto più basso della crisi», …