Tutti gli articoli relativi a: economia

"L'Ilva: se chiude Taranto addio anche a Novi e Genova", di Guido Ruotolo

Con il fiato sospeso si aspetta domani, quando il Tribunale del Riesame leggerà il dispositivo della decisione. Sapremo domani se l’Ilva vivrà o se, come ha detto ieri il suo presidente Bruno Ferrante alla Commissione parlamentare bicamerale sui rifiuti, «chiuderà Taranto e con Taranto gli stabilimenti di Genova e Novi Ligure perché con lo spegnimento degli altoforni è un sistema che viene meno». È l’effetto domino dal primo giorno evocato e solo ieri esplicitato in una sede istituzionale. Ma il solo ricordarlo ha fatto gridare al «ricatto». Gaetano Pecorella, Pdl, presidente della Commissione sul ciclo dei rifiuti, non è tenero con Ferrante: «Non è accettabile il suo discorso. Ci ha detto che o gli lasciamo carta bianca oppure chiudono tutto. È stato deludente, ci aspettavamo un programma di rinnovamento profondo e invece nessuna discontinuità con il passato». Saranno scarcerati gli otto indagati, e i sei impianti dell’area a caldo verranno dissequestrati o comunque saranno cancellati i custodi giudiziari e gli impianti riaffidati ai tecnici e manager Ilva? Se a Taranto, la difesa degli indagati si …

"Un’altra strada è possibile", di Michele Prospero

È sempre più evidente che la crisi economica rimane fuori da ogni controllo anzitutto per una ragione politica. C’è un nervo scoperto nel progetto europeo, ed è la mancanza di un centro di decisione comune. Gli investitori e gli speculatori internazionali (il confine tra i due mondi è sempre più sfuggente) hanno ben individuato questa stranezza istituzionale e approfittano con cinica determinazione del palpabile vuoto di potere. Senza alcun scrupolo, gli acquirenti di titoli del debito sovrano giocano pericolosamente sul filo del rasoio. Osano spingersi fino a lambire l’impensabile per ogni attore razionale, cioè sino a coltivare la incredibile vocazione al peggio che spinge un creditore a favorire la morte cruenta del debitore strozzato per insolvenza. Sperare in un operoso rinsavimento degli speculatori, che li induca a preferire giochi meno rischiosi, è un atto sin troppo illusorio. La consapevolezza della possibile rovina comune che potrebbe colpire gli attori del gioco competitivo arriva, ma purtroppo sempre in ritardo. È inutile scommettere in un soprassalto di razionalità che si ripresenta in prossimità del baratro e convince gli …

"Così lontani, così vicini", di Thomas Schmid

A giudicare dai discorsi di certi politici tedeschi sull’Italia, sulla politica italiana e sul presidente della Bce Mario Draghi – ma anche dalle caricature di Angela Merkel apparse su qualche giornale italiano, o dai commenti sentiti a volte a Montecitorio – si direbbe che tra i nostri due Paesi non corra buon sangue. Sembra persino che non abbiano nulla in comune, e che i loro rapporti siano intrisi di pregiudizi. Se così fosse, sarebbe un vero guaio per l’Unione Europea, dato che Italia e Germania sono tra gli Stati fondatori dell’Ue. suo tempo, il progetto dell’integrazione europea fu salutato quasi con entusiasmo dai popoli di entrambi i Paesi. È acqua passata? Siamo alle soglie di una nuova guerra fredda nel seno stesso dell’Europa? Sicuramente no. Per spiegarmi meglio vorrei fare un excursus personale. Per noi tedeschi l’Italia è sempre stata il luogo del desiderio e della nostalgia – la «Sehnsucht» – anche se non sono mancati gli stereotipi su un generico Sud, dove la gente non farebbe altro che godersi un sole perenne vivendo spensieratamente …

Visco: "Non si abbatte il debito con la propaganda", di Bianca Di Giovanni

Sul debito pubblico si gioca il futuro dell’Italia (e dell’Europa). Ormai da anni si tenta di ridurlo, ma ogni passo in avanti se ne fanno due indietro. Oggi, con i mercati nervosi e la speculazione in agguato, va imboccata la strada della riduzione senza tentennamenti. Le ricette dei due schieramenti politici appaiono completamente antitetiche. Angelino Alfano promette un’operazione straordinaria gigantesca: circa 400 miliardi da incassare in un solo colpo con la cessione di asset patrimoniali pubblici. «Propaganda, non esistono bacchette magiche. E poi verrebbe da chiedere: se fosse così facile, perché non lo hanno fatto prima?». Il giudizio di Vincenzo Visco, ex ministro del Tesoro, è netto. La favola del «colpo grosso» non è nuova: quella di Alfano è solo l’ultima versione. Peccato che non funzioni, spiega Visco. Il percorso è un altro: sono possibili interventi straordinari graduali, ma soprattutto bisogna mantenere i conti in ordine, lavorare per la crescita e la competitività, e sperare che la ripresa finalmente arrivi. L’Italia ha fatto abbastanza finora? «Si è fatto parecchio, ma c’è ancora molto da fare. …

Fassina: "Il ministro adesso dice cose che sosteniamo da dieci anni", di F. Sch.

Stefano Fassina, responsabile economico del Pd, ha visto che il ministro Fornero dice «il rigore da solo non basta»? «Noi l’avevamo già detto… Soprattutto, il rigore da solo non funziona, in particolare quando si colpisce l’economia reale. Siamo in una spirale manovre recessive-recessione-allontanamento degli obiettivi di finanza pubblica. Invece bisogna avere come priorità lavoro e imprese». Infatti è stata fatta la riforma del lavoro… «Il fatto è che, com’è noto, nonostante l’ideologia degli ultimi trent’anni, le regole del mercato del lavoro non fanno sviluppo. Sono come l’olio nel motore: ora il nostro motore non gira perché manca la benzina, ossia la domanda che non c’è». Il ministro parla anche di riduzione del carico fiscale sui più deboli: su questo sarà d’accordo, no? «Beh, lo diciamo da qualche decennio… Infatti tra le misure che non condivido della riforma c’è di sicuro l’aumento dei contributi previdenziali per le partite Iva iscritte alla gestione separata, perché sono soggetti a redditi bassi». Però il ministro dice anche che oggi le condizioni per questa redistribuzione del carico fiscale non ci …

"Italia ed Europa, con pochi giovani la società soffoca", di Carlo Buttaroni*

Tra il 1850 e il 1950 la popolazione del pianeta è cresciuta di 1,3 miliardi d’individui. Nel 2050 si stima che la popolazione mondiale supererà i 9 miliardi, con un incremento di 6,6 miliardi rispetto a cento anni prima. La crescita della popolazione ha origine essenzialmente nell’aumento dell’attesa media di vita che, negli ultimi cento anni, è più che raddoppiata. Si vive più a lungo, ma in compenso nascono meno bambini (4,3 per donna negli anni Settanta contro i 2,6 attuali). La conseguenza di questo processo demografico è il capovolgimento della piramide delle età, prima caratterizzata da un’ampia base costituita da giovani e che da qualche anno si sta riducendo velocemente. Un fenomeno impetuoso e recente che sta invertendo il segno che aveva fin qui caratterizzato l’equilibrio tra nuove e vecchie generazioni. Nel 2045, per la prima volta nella storia dell’umanità, gli anziani (cioè le persone con più di sessant’anni) e i giovani (con meno di quindici) rappresenteranno la stessa quota della popolazione mondiale. In Europa, il passaggio della staffetta tra giovani e anziani è …

"Il debito: l’agosto senza rete di Italia e Spagna pochi bond in scadenza, poi si spera in Bce", di Maurizio Ricci

La rete di protezione dell’euro decisa dalla Banca centrale europea non è ancora in funzione. Ci si domanda a questo punto se agosto possa riservarci, in assenza di quel sistema protettivo, brutte sorprese. Se cioè potremmo assistere a ondate speculative contro la Spagna e contro l’Italia. Per rispondere a questa domanda, bisogna andare a vedere in che misura i due Paesi dovranno ricorrere al mercato per rinnovare i titoli di Stato in scadenza questa estate e dalle parole di Mario Draghi a chiusura della riunione della Bce, quella rete di protezione dell’euro, che molti reclamano da tempo, non è più una chimera: la Banca centrale europea è decisa ad intervenire, per impedire che un paese venga costretto, dalle onde dei mercati, ad abbandonare la moneta unica. Nei fatti, però, la rete ancora non esiste: c’è solo l’ombrello del Fondo salva-Stati, che i più giudicano insufficiente. La rete Bce sarà in grado di agire, probabilmente, solo a settembre, quando ne saranno stati definiti i dettagli tecnici. A prima vista, è un buco inquietante, che misureremo già …