"La crescita non verrà da sola", di Massimo D'Antoni
Benché l’attenzione mediatica sia tutta per le riforme istituzionali, è sull’economia che si profilano i maggiori rischi, per il governo e per il Paese. È vero, nessun crack imminente è all’orizzonte in questo agosto 2014. Ma far suonare il campanello d’allarme è la continua conferma dei dati deludenti sull’andamento dell’economia italiana. La recessione è finita da mesi, eppure non si vedono segni significativi di ripresa; il dato è particolarmente preoccupante proprio alla luce della caduta precedente, cui avrebbe dovuto seguire un rimbalzo ben più deciso. La mancata ripresa è un rebus che gli economisti faticano a decifrare. La spiegazione sta probabilmente in una molteplicità di fattori concorrenti, internazionali (il rallentamento delle economie europee più forti e dei Paesi emergenti) e nazionali di natura sia congiunturale (anni di politiche di austerità hanno lasciato il segno) che strutturale (la moneta unica, l’inadeguatezza della nostra specializzazione produttiva). Il nuovo governo aveva puntato le sue carte su un rilancio dei consumi (gli 80euro) rinviando alla seconda parte dell’anno la definizione delle coperture e il conseguente contraccolpo negativo sulla domanda. …