Tutti gli articoli relativi a: economia

"Precari raddoppiati in otto anni e la laurea vale sempre meno", di Agnese Ananasso

Bankitalia: fine recessione nel 2013 ma resta l’emergenza lavoro e salari. Costruire una società non incardinata sul posto fisso e sulle raccomandazioni, ma orientata alla flessibilità e al rinnovamento. Questo è il mondo del lavoro preferito dal premier Mario Monti, come ha spiegato in un’intervista sul blog dell’esperto di politiche giovanili Michele Karaboue. Un mondo del lavoro migliore di quello di oggi, dove flessibile fa rima con precario e non con dinamico. Pieno di lavoratori a termine “involontari”, partite Iva e collaborazioni fittizie, inquadramenti part time (per far risparmiare il datore). In una parola: giovani. Che tentano di inserirsi in un contesto dove si urla «largo ai giovani» ma si sussurra «io il mio posto me lo tengo stretto finché campo». Secondo un’indagine condotta dal centro studi Datagiovani, in esclusiva per Repubblica, che analizza l’andamento del precariato giovanile negli ultimi otto anni, nel 2009 è avvenuto il sorpasso tra percentuale di occupati adulti rispetto ai giovani, con un divario che nel primo trimestre del 2012 si attesta intorno ai 5 punti percentuali. Il segnale di …

"Mezzo milione di posti in meno e record della Cig nell'industria", di Massimo Franchi

La Cgil scalda i motori in vista della manifestazione di sabato. I preparativi per il ritorno a piazza San Giovanni si intersecano con una settimana molto delicata dominata dalla trattativa imprese-sindacati sulla produttività. Ieri, da Bolzano, Susanna Camusso ha ribadito che «stiamo ancora discutendo ma non siamo ancora nelle condizioni di raggiungere un accordo», mentre questa mattina riunirà i segretari di federazione e territoriali proprio per discutere del tema e dell’impegno in vista di sabato. Al centro della manifestazione ci saranno le crisi aziendali e i dati che la Cgil sta elaborando in questi giorni tinteggiano con note ancora più fosche un quadro già tetro. Analizzando in profondità il settore industriale, si scoprono infatti i segni di una crisi che è precedente a quella mondiale e che sta trasformando il Dna manifatturiero del nostro Paese. Elaborando i dati seriali sulla Cassa integrazione e occupazione, si scopre infatti che dal 2008 il settore industriale ha perso il 6,18 per cento, circa 500mila posti di lavoro, con Regioni però in cui la percentuale raddoppia, come in Campania …

"Mezzo milione di posti in meno e record della Cig nell'industria", di Massimo Franchi

La Cgil scalda i motori in vista della manifestazione di sabato. I preparativi per il ritorno a piazza San Giovanni si intersecano con una settimana molto delicata dominata dalla trattativa imprese-sindacati sulla produttività. Ieri, da Bolzano, Susanna Camusso ha ribadito che «stiamo ancora discutendo ma non siamo ancora nelle condizioni di raggiungere un accordo», mentre questa mattina riunirà i segretari di federazione e territoriali proprio per discutere del tema e dell’impegno in vista di sabato. Al centro della manifestazione ci saranno le crisi aziendali e i dati che la Cgil sta elaborando in questi giorni tinteggiano con note ancora più fosche un quadro già tetro. Analizzando in profondità il settore industriale, si scoprono infatti i segni di una crisi che è precedente a quella mondiale e che sta trasformando il Dna manifatturiero del nostro Paese. Elaborando i dati seriali sulla Cassa integrazione e occupazione, si scopre infatti che dal 2008 il settore industriale ha perso il 6,18 per cento, circa 500mila posti di lavoro, con Regioni però in cui la percentuale raddoppia, come in Campania …

"Patto produttività, 72 ore per l'accordo", di Massimo Franchi

Il 18 ottobre si avvicina. La deadline di giovedì fissata da Mario Monti per trovare un’intesa imprese-sindacati sulla produttività (con cui il premier vorrebbe presentarsi al vertice Europeo) è sempre più vicina. Nel pomeriggio è previsto un nuovo incontro tra le parti nel quale, per la prima volta, dovrebbe essere presentato e discusso un testo preparato da Confindustria, la parte che più spinge per arrivare ad un accordo. Da qua a dire che entro giovedì quel testo sarà sottoscritto, ce ne passa. Non pochi sono i nodi, fin qui solo accennati. Molti e diversi sono i capitoli a cui i vari attori danno importanza. Se per le imprese i temi fondamentali sono flessibilità dell’orario e inquadramento, per i sindacati invece il capitolo più importante è quello di un possibile aumento dei salari netti e (in primis per la Cgil) quello della certificazione della rappresentanza. Molte sono anche le particolarità di una trattativa cominciata a palazzo Chigi l’11 settembre con l’invito del governo a tornarvi con un accordo tra le parti: la produttività è strettamente legata …

"Patto produttività, 72 ore per l'accordo", di Massimo Franchi

Il 18 ottobre si avvicina. La deadline di giovedì fissata da Mario Monti per trovare un’intesa imprese-sindacati sulla produttività (con cui il premier vorrebbe presentarsi al vertice Europeo) è sempre più vicina. Nel pomeriggio è previsto un nuovo incontro tra le parti nel quale, per la prima volta, dovrebbe essere presentato e discusso un testo preparato da Confindustria, la parte che più spinge per arrivare ad un accordo. Da qua a dire che entro giovedì quel testo sarà sottoscritto, ce ne passa. Non pochi sono i nodi, fin qui solo accennati. Molti e diversi sono i capitoli a cui i vari attori danno importanza. Se per le imprese i temi fondamentali sono flessibilità dell’orario e inquadramento, per i sindacati invece il capitolo più importante è quello di un possibile aumento dei salari netti e (in primis per la Cgil) quello della certificazione della rappresentanza. Molte sono anche le particolarità di una trattativa cominciata a palazzo Chigi l’11 settembre con l’invito del governo a tornarvi con un accordo tra le parti: la produttività è strettamente legata …

"Finalmente una scelta saggia", di Paolo Leon

Molti anni fa, quando al governo c’era ancora Romano Prodi, fui chiamato a un’audizione alla Camera dei deputati sulla Tobin tax. All’epoca furoreggiava la creazione di titoli di ogni tipo, l’emissione di moneta endogena (privata), e una deregolazione selvaggia dei flussi internazionali dei capitali, e non mi sentii di sostenere, con qualche credibilità, che la Tobin tax poteva essere imposta da un solo Paese o anche dall’Unione economica e monetaria. Mi dispiaceva non aderire completamente al manifesto di Attac, e mi limitai a suggerire un’autorità di vigilanza sulle transazioni orarie e giornaliere, perché la trasparenza era forse un nemico temibile della speculazione distruttiva. La proposta piacque, non trovò orecchie attente, e non se ne fece nulla. La Tobin tax fu considerata poco più di una provocazione sia dalle autorità di vigilanza sui mercati dei capitali sia dalla Banca d’Italia, che si nascondevano dietro al rifiuto della tassa da parte del Fondo Monetario, dell’Ocse, e dell’Unione europea. Invece, la Tobin tax, ormai lo sappiamo, non impedisce i flussi di capitali destinati ad investimenti, e perfino alla …

"Finalmente una scelta saggia", di Paolo Leon

Molti anni fa, quando al governo c’era ancora Romano Prodi, fui chiamato a un’audizione alla Camera dei deputati sulla Tobin tax. All’epoca furoreggiava la creazione di titoli di ogni tipo, l’emissione di moneta endogena (privata), e una deregolazione selvaggia dei flussi internazionali dei capitali, e non mi sentii di sostenere, con qualche credibilità, che la Tobin tax poteva essere imposta da un solo Paese o anche dall’Unione economica e monetaria. Mi dispiaceva non aderire completamente al manifesto di Attac, e mi limitai a suggerire un’autorità di vigilanza sulle transazioni orarie e giornaliere, perché la trasparenza era forse un nemico temibile della speculazione distruttiva. La proposta piacque, non trovò orecchie attente, e non se ne fece nulla. La Tobin tax fu considerata poco più di una provocazione sia dalle autorità di vigilanza sui mercati dei capitali sia dalla Banca d’Italia, che si nascondevano dietro al rifiuto della tassa da parte del Fondo Monetario, dell’Ocse, e dell’Unione europea. Invece, la Tobin tax, ormai lo sappiamo, non impedisce i flussi di capitali destinati ad investimenti, e perfino alla …