Tutti gli articoli relativi a: economia

"La politica che dimentica l’economia", di Mario Deaglio

Da circa una settimana, ossia da quando sono stati resi noti i risultati elettorali, tutte le forze politiche si comportano come se l’economia non esistesse: l’attenzione è pressoché totalmente indirizzata a uscire dal vicolo cieco in cui la politica stessa si è cacciata, senza alcuna vera attenzione né per la crisi economica né per le regole e i vincoli di un’economia che, come le altre dell’Unione Europea, non può più dirsi totalmente sovrana, risultando vincolata da regole che non è possibile trasgredire disinvoltamente. Un atteggiamento del genere rischia di distruggere in poche settimane il risultato di un anno e più di sacrifici: l’Italia ha riacquistato credibilità ma deve prendere a prestito quasi un miliardo di euro al giorno solo per rifinanziare il debito in scadenza, un’operazione che già è ridiventata sensibilmente più cara. In queste condizioni il dialogo con l’Europa non può essere condotto burocraticamente; al tavolo devono sedere un presidente del Consiglio e un ministro dell’Economia pienamente legittimati, ossia in grado di impegnarsi sulla base di un sostegno generale espresso dal Parlamento con un …

"Grillo e il lavoro tra statali e precari", di Bruno Ugolini

Col senno di poi oggi appare chiaro che sarebbe stato meglio aprire un confronto in campagna elettorale con i «contenuti» delle posizioni di Grillo e dei grillini, più che con le battute del teatrante, come quella relativa alla necessità di «abolire i sindacati». Sarebbe stata necessaria una battaglia politica aperta, anche per fare chiarezza tra i suoi stessi elettori, quelli che hanno contribuito senza esitazioni a una imponente ondata di consensi nelle roccaforti operaie e nel tumultuoso mondo composito dei giovani precari. Ovverosia i protagonisti di uno dei libri di Grillo SchiaviModerni in cui si parla, tra l’altro, di «Call center organizzati come istituti di pena». Avremmo dovuto, ad esempio, contestare l’idea che per soddisfare la collera giovanile bisogna conquistare non tanto esperienze di lavoro tutelate e dignitosamente pagate, bensì un reddito di cittadinanza sovvenzionato con il sacrificio di altri lavoratori, quelli occupati nei servizi pubblici. Ovverosia vigili del fuoco, infermieri, insegnanti, impiegati delle agenzie delle entrate, ministeriali, e via elencando. Tutti coloro per i quali proprio in questi giorni si discute di un ulteriore …

"Quanto tempo ci rimane", di Tito Boeri

QUANTO tempo abbiamo a disposizione per risolvere la crisi politica? Possiamo, come il Belgio, sopravvivere a lungo senza un governo nel pieno delle sue funzioni? Sono domande ricorrenti. Soprattutto nel momento in cui si affronta una crisi politica senza precedenti, nel mezzo di un’emergenza economica anch’essa senza precedenti. Ci sono tre fattori che ci danno un po’ di tempo, anche se non molto, per cercare di risolvere la crisi politica. Il primo è che il governo in carica per la gestione degli affari correnti non è un governo qualsiasi, ma è un governo guidato da Mario Monti, il politico italiano che oggi gode di maggiore credibilità sul piano internazionale. Deve però essere un esecutivo vero, pienamente operativo, il che ci porta al secondo fattore: in condizioni di emergenza la nozione di affari correnti non può che risultare molto dilatata. È una nozione peraltro molto vaga di par suo, che rimanda più a limiti dettati dalla prassi e dalla correttezza costituzionale che ad altro. Ad esempio, nulla impedisce ad un governo dimissionario di adottare misure emergenziali …

"Disoccupati a quota 3 milioni", di Sandra Riccio

Cala il Pil, vola il debito pubblico, la pressione fiscale segna l’ennesimo record, la disoccupazione raggiunge il livello record degli ultimi 21 anni. È la fotografia dell’Italia scattata dall’Istat: dice che a gennaio sono 3 milioni gli italiani che cercano un lavoro, e i precari sono poco di meno: 2,8 milioni circa. Nel 2012 il Pil è diminuito del 2,4%, un calo dello 0,8% rispetto all’anno precedente che porta la produzione sotto i livelli del 2001. Magra consolazione, il dato è in linea con le stime del governo. Di conseguenza – meno produzione significa anche meno entrate per l’Erario, perché le imprese pagano meno tasse -, vola il debito pubblico che raggiunge il 127% del Pil, ovvero il dato più alto da quando si compilano queste serie statistiche, ovvero dal 1990. A quel punto allo Stato non resta che cercare di fare cassa altrimenti. E infatti l’anno scorso la pressione fiscale ha superato i massimi precedenti (del 1990) e si è attestata al 44%, segnando un aumento di quasi due punti percentuali rispetto al 42,6% …

Disoccupazione a Gennaio è record: dati istat, 3 milioni senza lavoro

Il numero di disoccupati a gennaio sfiora i 3 milioni. Lo rileva l’Istat, precisando che con un aumento di 110 mila unità (+3,8%) su dicembre si è arrivati 2 milioni 999 mila. Su base annua la crescita è di oltre mezzo milione di disoccupati (+22,7%, +554 mila unità). A gennaio – secondo i dati Istat – gli occupati sono 22 milioni 688 mila, in calo dello 0,4% (-97 mila unità) rispetto a dicembre 2012. Su base annua si registra una diminuzione dell’1,3% (-310 mila unità). Il calo dell’occupazione riguarda sia gli uomini sia le donne. Il tasso di occupazione è pari al 56,3%, in calo di 0,3 punti percentuali nel confronto congiunturale e di 0,7 punti rispetto a dodici mesi prima. Il numero di disoccupati, pari a 2 milioni 999 mila, aumenta del 3,8% rispetto a dicembre (+110 mila unità). Su base annua si registra una crescita del 22,7% (+554 mila unità). La crescita della disoccupazione riguarda sia la componente maschile sia quella femminile. Il tasso di disoccupazione si attesta all’11,7%, in aumento di 0,4 …

"Se la propaganda fa i conti con la Costituzione", di Enrico De Mita

La proposta di trattenere il 75% delle imposte riscosse nelle regioni del Nord appartiene a una forma di propaganda che non è idonea ad essere proposta politica. Non è stata alla base del successo elettorale della destra nelle ultime competizioni elettorali. È una proposta di una piccola parte dello schieramento politico sulla quale non c’è stata discussione e accettazione delle forze che contano di più nel Nord. Basta qui ricordare che quando il centro-destra è stato al governo ha tentato una ipotesi di federalismo fiscale che è stato un autentico fallimento, soprattutto per mancanza di idee sui concetti di autonomia fiscale, di tributi propri degli enti locali e di partecipazione al gettito dei tributi erariali. La verità è che con proposte come quella di «trattenere le imposte riscosse» nel territorio di un indefinito Nord si allude a un’ipotesi di secessione sulla quale non c’è accordo di una larga parte dello schieramento politico. E, poi, la secessione, si realizza con la forza, non è una proposta politica che possa essere negoziata. Giuridicamente la vaghezza della proposta …

"Italia in recessione, debito al 128% ma per ora niente manovra correttiva", di Elena Polidori

Alla vigilia del voto la Ue certifica quello che tutti sanno e temono: la recessione continua e la disoccupazione galoppa. L’Istat annuncia un crollo delle vendite al dettaglio del 2,2%, come non accadeva dal 1995: vuol dire che le famiglie, schiacciate dalla crisi, tirano la cinghia. In compenso però l’Italia è riuscita a mettere in sicurezza i conti, tanto da scongiurare per adesso il ricorso ad una manovra correttiva. La recessione, ovviamente, è anche europea: il Pil di Eurolandia scenderà quest’anno dello 0,3%, per rimbalzare l’anno dopo. La Francia è al palo, con il deficit in corsa. I conti spagnoli sono in rosso profondo. Non è escluso che Bruxelles conceda ai paesi più tempo per rimettere il bilancio in sicurezza: si parla già, appunto, di Francia e Spagna. La Germania invece resta ancorata alla sua crescita, pur se modesta, dello 0,5%. E dunque: quest’anno il Pil nazionale scenderà di un altro 1%, più di quello che Bruxelles pensava in un primo momento, ma in linea con le previsioni della Banca d’Italia e del Fmi. Una …