Tutti gli articoli relativi a: economia

«Debiti Pa, Tesoro pronto al decreto», di Fabrizio Forquet

«Abbiamo lavorato da un anno per sbloccare i debiti della pubblica amministrazione con i fornitori e abbiamo costruito, con la disciplina di bilancio, la possibilità di avere il via libera della Commissione. Ora quel via libera c’è e io non vedo ragioni per non procedere con un provvedimento d’urgenza». Vittorio Grilli, a meno di sorprese, lascerà a breve la scrivania che fu di Quintino Sella, ma nella sua stanza al primo piano del ministero dell’Economia non c’è ancora traccia di scatoloni. Farete un decreto? «Da parte mia non vedo ostacoli. Il ministero dell’Economia è pronto. Certo, ci sono ancora molti aspetti tecnici da definire. E la decisione sullo strumento da adottare non tocca a me. Ma se è vero che siamo davanti a un’emergenza, e io credo che sia vero, è giusto partire prima possibile. Ci stiamo lavorando con la massima urgenza, poi toccherà al presidente Monti decidere quando spingere il bottone». Il governo è in ordinaria amministrazione, ma in piena emergenza economica il concetto di amministrazione ordinaria, definito in modo vago dalla dottrina costituzionale, …

"Il nostro sud è a sud della Grecia", di Antonio Sciotto

Non che non lo sapessimo, che il nostro Mezzogiorno stesse messo piuttosto male: ma insomma, sentire le cifre snocciolate ieri dal Censis è stato comunque un bel pugno sullo stomaco. E la crisi ha allargato, continua costantemente ad ampliare, il divario con il Nord e il Centro Italia. Tanto che ormai i redditi del Sud risultano più bassi (di 497 euro) rispetto a quelli della già inguaiatissima Grecia. Tra il 2007 e il 2012, rileva l’istituto guidato da Giuseppe De Rita, nel Sud il Pil si è ridotto del 10% in termini reali a fronte di una flessione del 5,7% registrata nel Centro-Nord. Quindi un taglio della crescita quasi doppio. I dati sono contenuti nel rapporto «La crisi sociale del Mezzogiorno», presentato ieri a Roma dal presidente De Rita e da Giuseppe Roma, direttore generale del Censis. Nel 2007 il Pil italiano era pari a 1.680 miliardi di euro, mentre cinque anni dopo si era ridotto a 1.567 miliardi. Nella crisi abbiamo perso quindi ben 113 miliardi di euro, molto più dell’intero Pil dell’Ungheria, un …

"Viaggio nella strada dei negozi perduti", di Jenner Meletti

C’era il rumore leggero delle saracinesche ben oliate che si alzavano girando una chiavetta. C’erano i saluti allegri fra chi cominciava una giornata di lavoro. «Buongiorno, buona giornata». Le eleganti ragazze del negozio con abiti da duemila euro e i più anziani commessi della rivendita di pantofole si incontravano con i ragazzi pronti a passare la giornata cuocendo hamburger e patate fritte. Adesso c’è troppo silenzio, in via Amendola. Troppe serrande sono state abbassate per l’ultima volta. Sono state tolte anche le insegne. Via il nome dalle tre vetrine di Trussardi, via un nome antico, Vindigni, dove i torinesi andavano a comprare l’abito della festa. «Prossimamente aprirà enoteca», annuncia un cartello. Spente e rottamate le friggitrici e le piastre del Burger King, che un tempo attirava giovani anche dalle periferie, perché era il primo fast food aperto nella città dei Savoia. Adesso, per conoscere «chi c’era qui», devi chiedere all’uomo che porta fuori il cane o alla commessa della tabaccheria. «Dietro quelle serrande c’erano le calzature Modenesi. Sì, erano specializzati in pantofole e in scarpe …

"La crisi chiude anche le imprese sane", di Fabio Pavesi

Non bastava il record dei fallimenti o il balzo strepitoso delle procedure concorsuali che stanno fiaccando il sistema delle imprese italiane. Un nuovo fenomeno, per certi aspetti più allarmante, sta emergendo con evidenza. È il numero in costante crescita delle aziende che scelgono la via della liquidazione volontaria. Un fenomeno entrato con prepotenza dall’autunno scorso nei radar del Cerved, il leader nel settore business information, che ha rilevato come nel 2012 le chiusure di aziende con i conti in ordine siano state 45mila con un incremento del 16% sul 2011. Quel che allarma è la progressione costante degli imprenditori che di fatto rinunciano, gettano la spugna. Un fenomeno che non è altro che la cartina di tornasole della grave crisi del Paese che affronta la sua seconda e grave recessione dal crac di Lehman in poi. Ma in questo caso non si tratta di una resa a fronte del precipitare della situazione finanziaria dell’azienda; o al tentativo di rifugiarsi tra le braccia delle procedure concorsuali per bloccare le richieste dei creditori. Se chiudono le aziende …

Un’altra follia europea che minaccia tutti i risparmiatori", di Ronny Mazzocchi

La vicenda che sta coinvolgendo Cipro e che ha gettato nel panico le Borse di tutto il continente è solamente l’ennesimo tassello di una gestione della crisi da parte delle istituzioni europee che sarebbe riduttivo definire disastrosa. Dopo Grecia, Portogallo e Irlanda, è la piccola isola del Mediterraneo la nuova stazione di questa Via Crucis europea che appare senza fine. La crisi cipriota presenta molte analogie con quelle già viste a Madrid e Dublino: un indebitamento pubblico ben al di sotto della media europea (il 48,6% nel 2008), ma un settore bancario ipertrofico che – attirando capitali dall’estero grazie all’applicazione di tassazioni di favore – era arrivato a valere oltre cinque volte il Pil nazionale. Trovare un impiego produttivo per una mole così spropositata di denaro era diventata una missione praticamente impossibile, e gli istituti di credito ciprioti avevano quindi dirottato larga parte di questa ricchezza verso l’acquisti di titoli e obbligazioni di paesi esteri – in particolare verso la Grecia – rimanendo però pesantemente invischiati nel tracollo di Atene. Da lì è incominciato il …

"L’Italia stremata dalla crisi cerca un governo valido", di Carlo Buttaroni*

Per Confesercenti è una catastrofe. Sono migliaia le imprese del commercio e della ristorazione che stanno chiudendo in questi primi mesi del 2013 e, parallelamente, crolla il tasso di nascita di nuove attività. Analoga situazione per le imprese di costruzioni. Nel 2012 hanno chiuso 62mila imprese edili (su un totale di 895mila del comparto) e sono stati persi 81mila posti di lavoro (-4,6%). Non è andata meglio agli artigiani dell’edilizia, solitamente più reattivi. Hanno chiuso l’attività 55mila piccoli costruttori, con un saldo negativo del 2% rispetto all’anno precedente. Per Confartigianato, il trend della produzione è drammatico: -16,2% nel corso del 2012, tre volte peggio della media europea. Ad aggravare la situazione è stata anche la stretta creditizia. Secondo l’Osservatorio di Confcommercio, quasi il 40% delle imprese si è visto rifiutare la richiesta di finanziamento oppure gli è stata drasticamente ridotta la quota finanziata. Tra giugno 2011 e lo stesso mese del 2012, secondo Unioncamere, si è verificata una flessione nell’erogazione bancaria pari al 2,5%. Nella grande maggioranza dei casi (70%), il finanziamento era necessario a …

"Senza manifattura non ci sarà crescita", di Franco Ernesto

E le fabbriche? Mentre discutiamo di presidenza del Consiglio e della Repubblica, di Beppe Grillo e di marò, rischiamo di dimenticarcele. Un gravissimo errore. Il manifatturiero è la spina dorsale del sistema economico. Non solo perché in Italia ci sono almeno sei milioni di operai, rispetto a 30 milioni di persone che lavorano e a 14 milioni che hanno un rapporto a tempo indeterminato (dati Istat). Ma soprattutto perché senza manifatturiero non può esserci terziario, non ha senso parlare di servizi, di ricerca e sviluppo, di crescita economica, di uscita dalla crisi. Senza fabbriche, insomma, non si va da nessuna parte. Non è un caso che la Germania sia da tempo la locomotiva economica d’Europa: lì il manifatturiero pesa per il 26% del Pil, e si tratta per lo più di produzioni ad elevato valore aggiunto, con un altissimo contenuto di ricerca e sviluppo, e in larga parte destinate all’esportazione. Eppure, l’economia reale è stata la grande assente dal dibattito mediatico sulle elezioni. Di fabbriche – purtroppo – si parla solo quando chiudono, quando gli …