Tutti gli articoli relativi a: economia

"Crollano ancora consumi e fatturato. La recessione italiana è senza fine", di Valentina Conte

Il 2013 è diventato dall´anno della ripresa a quello delle stime da rivedere in fretta. E tutte al ribasso. A gennaio secondo le rilevazioni Istat le vendite al dettaglio sono calate del 3 per cento. Palazzo Chigi la chiama «notevole debolezza». Le agenzie di rating la usano per minacciare declassamenti. Il Paese la subisce come una guerra. Ma il punto è che la recessione non molla. Anzi rialza la testa anche in questo 2013, l´anno della luce in fondo al tunnel, diventato l´anno delle stime da rivedere in fretta. E tutte al ribasso. Il governo Monti l´ha scritto in una relazione che ha inviato qualche giorno fa al Parlamento, in previsione del nuovo Def, il Documento di economia e finanza da presentare entro il 10 aprile. «L´attuale fase è ancora contrassegnata da una notevole debolezza». Tradotto, il Pil scenderà ancora: -1,3% (dopo il -2,4% del 2012) anziché -0,2% che l´esecutivo prevedeva appena sei mesi fa. Sintomo di un quadro deteriorato, lo stesso sul tavolo di Moody´s, che potrebbe costare all´Italia l´ingresso nei Paesi spazzatura, quelli …

"La gerontocrazia delle banche", di Tito Boeri

Se non fosse per il Principato di Monaco dove la speranza di vita alla nascita è di quasi 90 anni, gli italiani sarebbero i cittadini più longevi d´Europa. Se non fosse per Roversi Monaco, chiamato a “soli” 74 anni dal Consiglio di Gestione di Banca Intesa a presiedere la controllata Banca Imi, i vertici della più grande banca italiana sarebbero appannaggio esclusivo di ottuagenari, da un quarto di secolo in quelle posizioni. Anche l´ex interminabile rettore dell´ateneo bolognese, comunque, aderisce, al patto per garantirsi poltrone a vita: arriverà a questa nuova carica direttamente dalla Presidenza di fondazione Carisbo, a sua volta azionista di Banca Intesa. Nello stesso giro di nomine incrociate tra banche e fondazioni, Gianguido Sacchi Morsiani è stato chiamato alla guida della Cassa di Risparmio di Bologna, carica che aveva già occupato per 24 anni, dal 1980 al 2004. Ha due anni in meno di chi lo ha nominato: Giovanni Bazoli, da 27 anni alla guida di ciò che oggi è Banca Intesa San Paolo, pronto ad essere riconfermato a 81 anni come …

"I sindacati: è un dramma, serve un governo subito", di Antonello Masci

C’è una richiesta che accomuna tutte le forze sociali ricevute ieri dal presidente del Consiglio incaricato, Pierluigi Bersani, ed è che il governo si faccia «ad ogni costo»: perché è urgente, perché la situazione è tragica e perché – come aveva detto l’altro giorno il leader di Confindustria Giorgio Squinzi – «l’ossigeno sta per finire». E comunque, con il pomeriggio di ieri Bersani ha concluso la consultazione a tappeto di tutte le forze della società civile e del lavoro, che vuol dire il mondo delle imprese e quello sindacale, ma anche le organizzazione ambientaliste e della cultura, ma anche le organizzazioni giovanili nonché personalità di alto prestigio nell’impegno sociale, come don Luigi Ciotti. E se il mondo produttivo e del lavoro ha sollecitato un rapido varo dell’esecutivo, anche nel merito delle richieste ha saputo indicare delle priorità comuni e ricorrenti. Per esempio tutti hanno indicato l’urgenza di saldare i debiti delle amministrazioni pubbliche ma anche il taglio dei costi della politica. Su quest’ultimo punto il segretario della Uil, Luigi Angeletti, ha ricordato una ricerca prodotta …

"L’etica tedesca e lo spirito dell’euro", di Marcello De Cecco

Quando le elezioni politiche tedesche si saranno finalmente svolte in settembre finirà la più lunga campagna elettorale del dopoguerra, che dura da non meno di tre anni. Tra i molti mali che questa lunghissima campagna avrà scatenato bisognerà contare, forse al primo posto, il ritorno massiccio della morale in politica. Pareva che la riunificazione tedesca, tanto caparbiamente voluta e preparata in silenzio da uomini poco interessati alla ribalta, come il ministro degli esteri Genscher e persino il Cancelliere Kohl, fosse da citarsi come il trionfo della realpolitik, basata su una apparenza di motivazioni ideologiche e nei fatti ben ancorata agli interessi elettorali di Kohl e alla necessità di espansione dell’industria tedesca. Al contrario, il costo enorme dell’annessione dei sette laender orientali, sebbene sopportato anche dai paesi dell’Unione Europea, che acconsentirono che l’operazione di annessione fosse finanziata come se si trattasse dell’entrata nella Ue di uno stato sovrano, fu accettato in silenzio dagli altri stati membri. Ma la gran parte della ricostruzione della Germania Est per portarla agli standard dell’altra Germania, distruggendone allo stesso tempo l’industria …

«Partiamo dall’economia reale. La mia proposta aperta a tutti», di Simone Collini

A insistere sul punto, mentre nella Sala del Cavaliere c’è Giorgio Squinzi, è Enrico Letta: «Un governo Pd-Pdl sarebbe paralizzante». Il presidente di Confindustria ha appena consegnato a Pier Luigi Bersani il grido d’allarme delle imprese, spiegato a segretario e vice del Pd che serve in tempi rapidi «un governo stabile» e in grado di affrontare «in via prioritaria i temi dell’economia reale». Né l’una né l’altra cosa, è la risposta, sarebbero possibili attraverso le larghe intese. Anche nella versione per così dire minima rappresentata dal governo tecnico, insiste Letta, diversi provvedimenti sono stati accantonati, abbassati di livello, disconosciuti. Bersani non ha bisogno di ribadirlo. Da questi due giorni di consultazioni con le parti sociali ha avuto la conferma che serve un governo che abbia «come cifra l’economia reale», dopo i disastri provocati dalle politiche neoliberiste e questo anno e mezzo in cui hanno pesato le posizioni del centrodestra. «La strada è stretta ma è la più sensata, ancorché stretta», ribadisce Bersani chiudendo a ogni ipotesi di governo Pd-Pdl. «Tutte le altre strade mi sembrano …

"Iva, Tares e Irpef: la carica delle tasse", di Antonella Baccaro

Una stangata, tra giugno e luglio, di circa 31,8 miliardi di euro. È quello che potrebbe abbattersi sui contribuenti che pagano le tasse a causa della concomitanza di alcune scadenze fiscali. I sindacati Cgil, Cisl e Uil hanno calcolato che, nel giro dei due primi mesi estivi, nelle casse dello Stato potrebbero finire 11,6 miliardi di acconto Imu, 14,4 miliardi di saldo Irpef, 4 miliardi di acconto Tares, la nuova tassa rifiuti che si pagherà in sole due rate (anziché quattro o sei) e 1,8 miliardi derivanti dall’aumento dell’Iva di un punto. Lo stesso calcolo, su giugno e luglio prossimi, lo ha fatto la Cgia di Mestre relativamente ai lavoratori autonomi e ai piccoli imprenditori che «saranno costretti ad affrontare un vero e proprio “stress test” fiscale e contributivo. Le scadenze, ricordano gli artigiani veneti, saranno numerosissime e riguarderanno i versamenti Inps, la tassa annuale di iscrizione alla Camera di commercio, il pagamento della prima rata dell’Imu e della Tares, oltre all’autoliquidazione Irpef, che prevede il saldo 2012 e l’acconto 2013. Il tutto peserà sulle …

"Metà degli italiani sotto i 16mila euro", di Tonia Mastrobuoni

Una delle notizie principali è quasi in fondo al comunicato del ministero dell’Economia diffuso ieri: nel 2011 le addizionali regionali dell’Irpef sono lievitate in un solo anno del 27%; quelle comunali dell’11%. Il sospetto è che a fronte di dolorosi tagli ai trasferimenti imposti dal governo centrale, le amministrazioni locali abbiano spesso usato la scorciatoia degli aumenti delle tasse invece di sacrificare qualche spesa di troppo. Un altro dato che fa riflettere è che nel nostro Paese, afflitto notoriamente dalla piaga dell’evasione fiscale, metà dei contribuenti dichiara meno di 15.723 euro all’anno: è il cosiddetto reddito “mediano”. E il 90% fa sapere all’erario di aver intascato meno di 35.601 euro. Se si fa invece la media matematica di tutti i guadagni dichiarati, si arriva a 19.655 euro, un dato cresciuto del 2,1%. I maggiori protagonisti dell’equilibrio fiscale delle casse dello Stato sono ancora una volta i lavoratori dipendenti e i pensionati, che garantiscono rispettivamente il 54,5% e il 25,5% del gettito Irpef, sommato quasi l’80% degli introiti. Soltanto il 6,7% dell’Irpef versata all’erario viene dagli …