Tutti gli articoli relativi a: economia

"Tre strade per creare occupazione", di Walter Passerini

Lo sfondamento della linea Maginot di un milione di licenziamenti nel 2012, come raccontano i freddi dati del ministero del Lavoro, a ridosso della tragedia dei suicidi da lavoro e povertà, è un tremendo doppio colpo nello stomaco del Paese, di alto valore simbolico e reale, con il quale l’economia e le condizioni materiali delle persone tornano da protagoniste sulla scena politica, economica e sociale. Il contatore delle comunicazioni obbligatorie di avviamenti e cessazioni del ministero denota un mercato del lavoro in subbuglio, per niente stagnante, nel quale la prevalenza di segnali negativi non deve condannare alla rassegnazione. C’è da chiedersi quanto male stia facendo lo stand by della politica, ferma da sei mesi e incapace di uscire dal pantano in cui si è messa, a cui gli attori dell’economia reale non riescono a contrapporre una linea alternativa di ripresa. Serve una svolta rapida, una terapia d’urto, una salutare reazione di emergenza, che rimetta sviluppo e lavoro al centro delle agende di tutti gli attori coinvolti. E’ finito il tempo delle analisi e delle diagnosi, …

"Lo strappo dei banchieri centrali", di Francesco Guerrera

«Tre uomini soli sono al comando». Le parole di Mario Ferretti, che lui usò al singolare per immortalare Fausto Coppi, tornano utili per descrivere il momento unico della finanza mondiale. Tre uomini – Ben Bernanke, Mario Draghi e, da questa settimana, Haruhiko Kuroda – sono al comando dell’economia del pianeta. Dietro i tre banchieri centrali d’America, Europa e Giappone, un gruppone d’investitori che segue ogni loro movimento con un solo obiettivo: fare soldi nonostante le difficili condizioni dei tre grandi blocchi del cosiddetto mondo sviluppato. Il frangente è quasi storico. Dopo la crisi finanziaria del 2008-2009, i grandi signori del capitalismo – le banche, le società e i fund managers – hanno abdicato la loro supremazia sui mercati. Al loro posto sono ascesi i burocrati di Washington, Bruxelles e Tokyo su un trono sorretto dalle pile di denaro stampate per resuscitare le economie di mezzo mondo. La Federal Reserve, la Banca Centrale Europea e la Banca del Giappone hanno già iniettato 4700 miliardi di dollari nelle vene del capitalismo mondiale. Tanto per darvi un’idea, la …

"Quei buchi neri da sanare in fretta", di Tito Boeri

Sulla carta è la più grande manovra espansiva degli ultimi dieci anni. Ma il suo impatto sull´economia sarà purtroppo limitato perché è ancora troppo lungo e macchinoso l´iter con cui verranno saldati i debiti della pubblica amministrazione. E anche perché si guarda solo all´indietro, a come erogare quanto ad oggi dovuto alle imprese, anziché a impedire che nuovo debito occulto si accumuli in futuro. Per essere più rapidi nel liquidare crediti e per impedire che il problema torni a riproporsi bisognerebbe aggredire le inefficienze della nostra amministrazione pubblica, imporre alla tecnocrazia dei ministeri e degli enti locali di stilare i bilanci secondo quanto previsto dalla legge e abolire il federalismo contabile impostoci dalla Lega, quello che permette ad ogni Regione di stilare un bilancio diverso da quello delle altre Regioni e soprattutto poco trasparente. Difficile che un esecutivo dimissionario possa far fronte a un compito così gravoso. Improbabile che se ne vogliano far carico i politici che hanno negli ultimi dieci anni permesso che si accumulasse debito occulto per più di 100 miliardi e che …

"Studi di settore: crollano i ricavi di manifatture e servizi", di Marco Mobili

Italiani tutti in pizzeria e ai mercatini del made in China. Con il manifatturiero e il commercio al -6,1%, i servizi al -7% e i professionisti al -3 per cento, i soli due settori che lo scorso anno non hanno visto crollare i ricavi sono il commercio ambulante al +1,2% e i servizi alla persona e le pizzerie con un +1,1%. È la fotografia impietosa scattata dal Fisco sulla riduzione dei ricavi 2012 di imprese, professionisti, commercianti e artigiani nell’elaborare i correttivi anti-crisi per gli studi di settore 2013 (si veda Il Sole 24Ore di ieri). A rendere ancor più drammatico il quadro della crisi c’è la pressione fiscale che, oltre ad aver raggiunto i livelli record e insostenibili del 52% nel IV trimestre 2012 (dato evidenziato ieri dall’Istat, si veda l’articolo in alto), diventa sempre più stringente e rischia di soffocare imprese, professionisti e autonomi. Come fa notare Claudio Carpentieri, responsabile delle politiche fiscali della Cna, questi contribuenti sono chiamati a fare i conti con il pagamento di imposte e tasse, come Imu, Tares …

"Sbloccare i debiti PA, sì a sgravi Irap", di Giorgio Pogliotti

Le scelte del governo Monti «hanno messo a rischio il sistema produttivo», per Susanna Camusso il tema «trasversale per imprese e sindacati», è quello della «riduzione della tassazione che grava su chi produce», per «salvaguardare le aziende e rimettere in moto i consumi». La leader della Cgil rompe un vecchio tabù del sindacato di Corso d’Italia e apre alla riduzione dell’Irap. Il ragionamento è che per «ridare fiducia al Paese» bisogna alleggerire le tasse ai lavoratori impoveriti dal fiscal drag e alle imprese che producono, spostando la tassazione verso le rendite e i grandi patrimoni»; sarebbe «un segnale in direzione del cambiamento ». La Camusso concorda su un’altra richiesta del presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, la restituzione dei debiti della Pa alle imprese, e propone un criterio per i rimborsi. Segretario, è stata rinviata l’approvazione del decreto sullo sblocco dei crediti delle imprese che ha ricadute anche per i lavoratori. Cosa chiedete al Governo?. Bisogna fare in fretta, il fattore tempo non è una variabile indipendente. È una misura necessaria non solo per immettere liquidità …

"Le aziende non investo o più, persi 4 milioni al giorno dal 2007", di Roberto Mania

Investimenti in caduta libera. Le imprese non hanno risorse proprie e le banche non prestano più soldi se non a tassi proibitivi. Anche per questo il sistema produttivo, da sempre banca-dipendente, si sta fermando e la ripresa non si vede. Il Centro studi della Cna, la confederazione delle imprese artigianali, ha calcolato che tra il 2007 e il 2012 si sono persi, in termini reali, circa 6,7 miliardi di euro di investimenti. Vuol dire meno innovazione e meno produttività. Significa ridimensionamento delle aziende, riduzione della manodopera e perdita di competitività. È l’economia reale che si spegne e non riesce più a scommettere sul futuro. Nel 2007, anno che precede il fallimento della banca d’affari della Lehman Brothers e dunque l’inizio di questa lunga fase recessiva, gli investimenti realizzati dall’intero sistema produttivo italiano (escludendo dunque le famiglie, le banche e le società finanziarie) ammontavano a 43 miliardi e 460 milioni di euro. Nel 2012 sono precipitati a 36.768 milioni. Ogni giorno la spesa per investimenti si è dunque ridotta di 3,7 milioni rispetto a quella del …

"Perché serve il governo politico", di Ruggiero Paladini

“Contrordine compagni”, di sarebbe detto un tempo. Ciò che sembrava semplice si mostra complicatissimo. Proviamo a mettere in ordine i tasselli. Partiamo dal fatto che le regole comunitarie di Eurostat stabiliscono che le somme dovute dalle amministrazioni pubbliche per fornitura di beni e servizi non entrano né nel conto economico (deficit), né in quello patrimoniale (debito). In condizioni normali dovrebbe essere un fondo che si rinnova con vecchie fatture che escono e nuove che entrano. Anche nel mondo delle imprese questo fenomeno esiste come fatto fisiologico. Ma nel nostro Paese il fenomeno, in particolare negli ultimi anni, diventa patologico: le somme lievitano fino a raggiungere, e forse superare, i 100 miliardi. Intanto il Paese affronta il secondo anno di recessione, con previsioni che già superano quella appena rivista (in peggio) dal ministero dell’Economia (-1,3%), e che indicano almeno un -1,8. Nel frattempo il credit crunch si stringe su famiglie e imprese. Bene, perché non incominciare a pagare un po’ di debiti? Anche la Commissione europea sollecita l’Italia in questo senso, sulla base di una considerazione …