Tutti gli articoli relativi a: economia

"Assicurazioni Bce: PMI in affanno, in Italia le flessioni più ampie", da unita.it

Le piccole e medie imprese di tutta l’Eurozona hanno assistito, tra l’ottobre 2012 e marzo 2013, a ‘un aumento delle necessità di finanziamentò abbinato a ‘un peggioramento delle disponibilità di prestiti bancarì. È quanto emerge dall’ottavo rapporto della Bce ‘sull’accesso alla finanza da parte delle Pmì dell’area, secondo cui comunque l’irrigidimento dei crediti – il credit crunch – è in fase di attenuazione. Dai numeri emerge che nelle posizioni peggiori, per quanto riguarda la dinamica dei profitti e del giro d’affari registrata nei mesi tra ottobre dello scorso anno e marzo di quest’anno, si trovano le piccole e medie imprese dell’Italia e della Spagna. Per quanto riguarda il panorama dell’imprenditoria italiana, questo ha risentito anche del peggioramento delle prospettive della crescita dell’economia: elemento che ha reso più difficili – rispetto agli altri Paesi – il loro accesso al credito bancario. Dal sondaggio svolto dalla Bce emerge che le Pmi italiane hanno registrato, in termini netti, flessioni del fatturato tra le più ampie all’interno della zona euro, assieme a quelle di Spagna, Portogallo e Grecia, così …

“Basta sacrifici, si allenti il rigore la Ue dia più tempo a tutti i Paesi”, di Eugenio Occorsio

«Sta maturando a livello europeo una consapevolezza: inseguire il deficit giorno per giorno porta solo a misure controproducenti, che alla fine questo deficit lo aggravano. È un cambiamento di mentalità, ha richiesto tempo, però alla fine ci stiamo arrivando. Il consolidamento fiscale è necessario, ma sui tempi si può finalmente discutere». Pier Carlo Padoan, vicesegretario generale e capo economista dell’Ocse, conferma che gli elementi per la ripresa dell’Eurozona sono ormai tutti in ordine e che è questione di mesi, purché però non ci si faccia male da soli. «Intendiamoci: bisogna mantenere gli obiettivi di natura strutturale perché solo dalle riforme viene una crescita solida e duratura, ma i tempi con cui questi obiettivi vanno raggiunti possono essere allungati. Una dilazione è già stata concessa ad alcuni Paesi come Grecia e Portogallo: l’Ocse chiede che questa possibilità sia generalizzata a tutta l’area euro». Italia compresa? «Certo. Il nostro Paese sta già raggiungendo un obiettivo molto importante, quello di uscire dalle procedure per deficit eccessivo aperte nel momento più difficile della crisi. Ora potrà chiedere di entrare …

Crisi, gli italiani tagliano su cibo e sei famiglie su 10 fanno la spesa al discount

Cinque anni di crisi hanno radicalmente cambiato i consumi degli italiani. A riconoscerlo è stato il presidente dell’Istat, Enrico Giovannini, che ha sottolineato un radicale mutamento – ad esempio – nel settore alimentare. Più di sei famiglie su dieci, infatti, fanno ormai stabilmente la spesa al discount (il 62% nel 2012 per la precisione, +9% sul 2011). Parlando in audizione al Senato, Giovannini ha spiegato che negli anni della crisi molte famiglie hanno modificato quantità e qualità dei prodotti acquistati; sono state poi quasi eliminate le spese per visite mediche, analisi cliniche e radiografie, mantenendo quella incomprimibile per i medicinali. Tra le famiglie più povere, questi tagli hanno riguardato il 70% dei nuclei. Eppure, secondo gli ultimi dati rilevati dall’Istituto di statistica, la fiducia dei consumatori italiani è orientata al rialzo su livelli che non si vedevano da tempo. Anche se si tratta, in prima battuta, di un miglioramento rivolto alla situazione economica del Paese in generale e non a quella personale. In aprile – infatti – l’indice del clima di fiducia dei consumatori aumenta …

“Tre-quattro anni senza sacrifici ecco il piano per i Paesi in crisi”, di Eugenio Occorsio

«SERVE una visione d’insieme. Le riforme strutturali sono necessarie, resti ben chiaro. E non sono un’esperienza piacevole: il consolidamento fiscale fa male, la pulizia del sistema bancario costa alle finanze pubbliche, le tasse rappresentano un problema inevitabile. Ma vanno assolutamente rivisti i tempi, consentendo una moratoria perché i Paesi in difficoltà si allineino ai più forti. Questa proroga va utilizzata per intervenire in modo articolato non solo nel settore pubblico ma in quello privato». Jean Pisani-Ferry, 62 anni, a lungo consulente della Commissione di Bruxelles, docente all’Université Paris-Dauphine e direttore del think-tank Bruegel di Bruxelles, si unisce alla nutrita pattuglia di economisti che lanciano l’allarme sul rigore: «Una così protratta carenza di crescita è un challenge politico di dimensioni enormi. Non si risolve semplicemente imponendo un’agenda di riforme draconiane, di rigore, di austerity, come se bastasse. Le priorità sono altre, come il recupero di competitività e produttività. Il divario con l’America è insostenibile da prima della crisi: la produzione dei primi 15 Paesi dell’Ue era superiore per il 15% a quella degli Usa nel 1982, …

"L'Italia ancora non riparte, disoccupati in aumento", di Bianca Di Giovanni

L’Italia va sempre più indietro. Secondo le stime di primavera dell’Fmi il Pil calerà anche quest’anno dell’1,5%, dopo una perdita del 2,5 dell’anno scorso. Anche il Tesoro nel Def (documento di economia e finanza) non ha escluso quel dato, limandolo però dello 0,2% (a -1,3%) considerando l’effetto espansivo dei pagamenti dei debiti della Pa. Sul decreto relativo ai pagamenti è intervenuto ieri in Parlamento il ministro Vittorio Grilli, ribadendo la possibilità di ulteriori stanziamenti l’anno prossimo e «aprendo» anche alla possibilità di inserire nel provvedimento le eventuali risorse per la Cig in deroga, «da non coprire però – ha dichiarato – con fondi per le spese in conto capitale». Quanto ai conti, il ministro ha insistito sulla necessità di non superare il 3% del deficit. Resta il fatto che l’economia rallenta ancora, creando un pesante allarme occupazione. Secondo gli analisti di Washington il tasso di disoccupazione salirà al 12%, un punto e mezzo in più rispetto al 2012. «Alla fine del 2013 in Italia sarà stato svolto gran parte del lavoro di aggiustamento fiscale – …

"Italia, Pil peggio del previsto", di Francesco Semprini

L’Italia arranca in maniera pronunciata sul fronte della crescita e questo rischia di penalizzare il risanamento dei conti pubblici, sebbene il Paese non abbia bisogno di nuove manovre finanziarie sul bilancio. E’ questo, in sintesi, il messaggio che arriva dal Fondo monetario internazionale secondo cui le difficoltà del Vecchio continente frenano la crescita globale, mentre la Germania potrebbe fare di più per trasmettere un impulso virtuoso alla «periferia» dell’Eurozona. Il punto di partenza è il World Economic Outlook: Il rapporto di primavera taglia le stime del Prodotto interno lordo (Pil) italiano per il 2013 a -1,5% (era -1,1%), mentre per il 2014 conferma la crescita a +0,5% mentre la disoccupazione è destinata a salire al 12% nel 2013, dal 10,6% del 2012, e al 12,4% nel 2013. Pesano le incertezze politiche considerate uno dei rischi sulla crescita: «Non abbiamo un numero esatto», sull’incidenza – avverte Carlo Cottarelli, responsabile del Fiscal Monitor (il rapporto sui conti pubblici del Fmi) ma, in via generale, abbiamo visto come abbiano effetti, ad esempio, sugli investimenti. Così come pesano sulla …

"Le condizioni per un accordo", di Rinaldo Gianola

Se gli industriali chiamano i sindacati a dare una mano per spegnere l’incendio che brucia la nostra economia prima che il tetto ci crolli addosso, nessuno può evitare di rimboccarsi le maniche. Questo sforzo comune lo si può chiamare Patto dei produttori (però cari imprenditori, questa è una formula storica che profuma di Cgil e di sinistra, inventatevi qualcosa di diverso…), Patto sociale, alleanza per lo sviluppo, magari politica dei redditi e altro ancora. Il sindacato confederale non farà certamente mancare il suo contributo decisivo se bisogna salvare, un’altra volta, il Paese. È bene, però, che le imprese e la politica valutino pienamente il ruolo del mondo del lavoro, per quello che ha fatto e per il contributo che potrà dare, anche per evitare errori e incomprensioni. I sindacati fecero la loro parte nel 1992 e nel 1993. Un grande segretario della Cgil firmò un accordo durissimo e poi si dimise. I lavoratori pagarono duramente nel passaggio al nuovo millennio perché l’Italia doveva salire sul carro dell’euro, la storia si è ripetuta dal 2008 ad …