Tutti gli articoli relativi a: economia

Conti pubblici, più flessibilità per l’Italia. Ue, ok agli investimenti per la crescita”, da repubblica.it

La Commissione Ue “consentirà deviazioni temporanee dal raggiungimento dell’obiettivo di medio termine” che consentiranno spese “produttive”, cofinanziate da Bruxelles. Lo ha annunciato il presidente Josè Barroso. Oggi il commissario Olli Rehn scriverà ai ministri europei per spiegare il nuovo approccio. Giovannini: “Possibile intervento sostanzioso”. Più flessibilità per i bilanci dei Paesi con i conti in ordine, a cominciare dall’Italia. Lo ha deciso la Commissione europea. Esulta il presidente del Consiglio dei ministri Enrico Letta che su Twitter scrive: “Ce l’abbiamo fatta! La Commissione Ue annuncia ora ok a più flessibilità per i prossimi bilanci per i paesi come l’Italia con i conti in ordine”. Di fatto Bruxelles “consentirà deviazioni temporanee dal raggiungimento dell’obiettivo di medio termine” che permetteranno “investimenti pubblici produttivi”, cofinanziati dalla Ue ha spiegato il presidente Josè Barroso. Il deficit. Oggi il commissario agli Affari economici, Olli Rehn, scriverà ai ministri europei per spiegare il nuovo approccio. Tuttavia la Commissione Ue ha voluto sottolineare che il deficit “non può mai superare il 3%,” nemmeno con le nuove regole per gli investimenti pubblici”. Gli …

“Famiglie il tesoretto è finito”, di Ettore Livini

Lo stop all’aumento Iva e la cancellazione dell’Imu? Una passeggiata. La vera finanziaria italiana, roba da Nobel dell’Economia, è quella che da quattro anni a questa parte hanno mandato in porto senza fanfare le famiglie tricolori. Siamo oltre le lacrime e il sangue: nel 2012, per dire, abbiamo tagliato 4 milioni di telefonate al giorno, ridotto di un quarto gli acquisti di case, comprato 80mila auto in meno, sforbiciato 3,4 miliardi di litri di benzina dal pieno (quanto basterebbe per girare 846mila volte la terra all’altezza dell’equatore). Ma essere formiche, ormai, non basta più: le uscite, causa crisi, superano le entrate. E l’Italia – per la prima volta dal Dopoguerra – è stata costretta a rompere il salvadanaio e mettere mano ai soldi risparmiati negli anni del boom per tirare avanti la carretta. I conti della serva sono facili come un compito di ragioneria. Voce “avere”: guadagniamo di meno – 98 miliardi in quattro anni per Confesercenti – e la nostra capacità di spesa è scesa dell’8,7% dal 2008, come dire che abbiamo perso per …

"Le politiche di austerità aumentano le diseguaglianze", di Ronny Mazzocchi

Sembra passato un secolo da quando il primo ministro inglese David Cameron, in occasione del World Economic Forum del gennaio 2011, dichiarò che le misure di austerità fiscale e la ripresa della produzione non erano affatto alternative e che, anzi, le prime avrebbero incentivato la seconda. Si trattava di una convinzione allora largamente diffusa anche nelle classi dirigenti del nostro Paese e supportata da alcuni studi per la verità già molto contestati da una larga fetta di economisti sui cosiddetti effetti espansivi delle politiche fiscali restrittive. Oggi, alla luce della gravissima recessione in cui siamo ripiombati proprio a causa dell’austerity, non c’è praticamente più nessuno disposto a difendere le posizioni politiche che andavano tanto di moda solo due anni fa. Sebbene rimanga ancora estremamente vasto l’insieme di coloro che credono che non vi siano alternative praticabili alle politiche di bilancio restrittive, tutti ormai concordano che quest’ultime, lungi dall’essere la medicina per rilanciare la crescita, costituiscono un’ingombrante zavorra da portarsi dietro sulla strada dell’uscita dalla crisi. Tuttavia gli effetti negativi delle politiche di austerità non si …

"Rilanciare il made in Italy con la cultura", di Laura Genga

Bread and roses è il titolo di una poesia di James Oppenheim ripreso come slogan durante lo sciopero dei lavoratori tessili di Lawrence, Massachusetts, che nel 1912 incrociarono le braccia per 63 giorni chiedendo salari più equi e condizioni di lavoro più dignitose. Il pane e le rose, l’indispensabile, il minimo vitale insieme alla cultura e alla bellezza. Rovesciando questo slogan oggi dovremmo chiedere rose e pane, perché dalla bellezza e dalla cultura si produce ricchezza. Per convincersene basta scorrere i dati del Rapporto 2013 “Io sono cultura – l’Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi” elaborato da Fondazione Symbola e Unioncamere con la collaborazione dell’assessorato alla Cultura della Regione Marche, presentato a Roma martedì scorso. Mentre nel 2012 il tessuto produttivo del Paese rimaneva immobile, le imprese del sistema produttivo culturale sono cresciute del 3,3% sull’anno precedente, arrivando quasi a quota 460 mila, il 7,5% del totale delle attività economiche nazionali. E nell’insieme le imprese del sistema cultura creano 75,5 miliardi di euro di valore aggiunto, equivalente al 5,4% del totale dell’economia, …

"Filosofia e pochi fatti, il progetto Ue stenta a decollare", di Paolo Soldini

Valutazione degli sforzi per favorire la competitività, l’occupazione e la crescita, con un accento particolare sulle iniziative per promuovere l’occupazione giovanile e il finanziamento dell’economia”. È quel che si legge al secondo punto dell’ordine del giorno che gli sherpa hanno preparato per il Consiglio europeo che si terrà domani e venerdì a Bruxelles. Il linguaggio dei comunicati brussellesi non è particolarmente esplicito, e così, almeno fino a ieri, non era dato sapere se, quanto e come i funzionari che preparano l’incontro tra i 27 leader (l’ultimo a 27 perché dal 1° luglio ci sarà anche la Croazia) avranno risposto alle forti pressioni del governo italiano perché il vertice che conclude il semestre della presidenza di turno irlandese passi se non alla storia almeno alle cronache come l’appuntamento che segna una svolta nell’impegno dell’Unione sul fronte della lotta alla disoccupazione giovanile: “15 milioni di ragazzi senza prospettiva”, come ha ricordato Enrico Letta, reclamando l’urgenza di far “ripartire l’Europa” proprio dalla consapevolezza della insostenibilità di questo dramma. Il capo del governo italiano ha messo le mani avanti, …

"Su Iva e piano lavoro i conti non tornano", di Massimo Franchi

Iva e lavoro. Alla vigilia del vertice europeo Enrico Letta e il suo governo vareranno due importantissimi provvedimenti. Il Consiglio dei ministri è convocato di prima mattina, alle 8,30. L’ordine del giorno, non comunicato in un primo momento, prevede un decreto unico su Iva e Lavoro e anche il decreto sulle carceri (Disposizioni urgenti in materia di esecuzione della pena). Per il congelamento di tre mesi dell’innalzamento dell’Iva dal 21 al 22 per cento che scatterebbe il primo luglio serve circa un miliardo. Il governo lo reperirà da anticipi d’imposta. Un meccanismo che consentirà poi di risolvere il problema a settembre, con la Legge di stabilità. Smentita dunque l’ipotesi di un aumento dell’Irpef. La norma è stata chiesta in primis dai commercianti e poi appoggiata dai sindacati e da tutti i partiti della maggioranza. Il Pdl puntava però a risolvere subito anche la questione Imu e ieri sera perfino il ministro Pdl Maurizio Lupi ribadiva: «Noi dobbiamo impedire l’aumento dell’Iva e eliminare l’Imu sulla prima casa, vediamo domani (ogg, ndr) le proposte che Letta ci …

"La macchina cieca dei mercati finanziari", di Luciano Gallino

Uscito di prigione dov’era finito per aver esagerato con i suoi traffici, il finanziere Gordon Gekko dice al pubblico stipato in sala che, guardando il mondo da dietro le sbarre, ha fatto delle profonde riflessioni. E le condensa in una domanda: «Stiamo diventando tutti pazzi?» La scena fa parte di un film su Wall Street, ma la stessa domanda uno poteva porsela giovedì 20 giugno mentre gli schermi tv e tutti i notiziari online sparavano ancora una volta notizie del tipo: “I mercati prendono male le dichiarazioni del governatore della Fed”; “crollo delle borse europee”; “bruciati centinaia di miliardi”; “preoccupati per il futuro, i mercati affondano le borse”. E, manco a dirlo, “risale lo spread”. Esistono due ordini di motivi che giustificano il chiedersi se – cominciando dai media e dai politici – non stiamo sbagliando tutto preoccupandoci dinanzi a simili notizie di superficie in cambio di ciò che realmente significano. In primo luogo ci sono dei motivi, per così dire, tecnici. Nel mondo circolano oltre 700 trilioni di dollari (in valore nominale) di derivati, …