Tutti gli articoli relativi a: economia

"Le bandiere dell'isolamento", di Lucio Caracciolo

IERI in Svizzera, domani in Italia e nel resto d’Europa? Il voto popolare con cui il nostro vicino alpino ha approvato l’idea di contingentare l’immigrazione e di privilegiare la mano d’opera autoctona è un segnale d’allarme per tutti gli europei. È probabile che se analoghe consultazioni si svolgessero nei paesi dell’Unione Europea il risultato sarebbe simile, se non ancora più drammatico (quasi la metà dei votanti elvetici si è comunque espressa contro). Le reazioni a Bruxelles e nelle principali cancellerie europee non riescono a celare lo sconcerto per un risultato che mette a repentaglio i rapporti euro-svizzeri. Ma apre soprattutto un varco nel quale si infileranno le formazioni xenofobe e protezionistiche in Francia come in Germania, in Gran Bretagna come in Italia. Già alle imminenti elezioni per il Parlamento europeo potremmo trovarci di fronte al trionfo del riflusso particolaristico, con conseguenze imprevedibili sulla legittimazione delle istituzioni comunitarie. Nulla di straordinario in tempi di declino e d’incertezza. Ma una ragione di più per cercare di decifrare il messaggio svizzero. Di cui occorre tenere a mente almeno …

"Generazione Boomerang così la crisi spinge i 30enni a tornare dai genitori “Impossibile farcela da soli”, di Maria Novella De Luca

Il nuovo fenomeno mentre l’Istat avverte: 7 milioni di giovani a carico della famiglia Alcuni dicono che è come avere le ali spezzate. Altri non disfano mai la valigia. Altri invece, più ottimisti, parlano di “scalo tecnico”, di pausa obbligata, di momentanea sosta. Per tutti però, a venticinque, a trenta, addirittura a quarant’anni, l’approdo è lo stesso: la casa dei genitori, il welfare sicuro di mamma e papà, il luogo da cui si era andati via per tornare al punto di partenza. I sociologi l’hanno definita “generazione boomerang”, ti lanci fuori e vieni ributtato dentro, ma il dato ancora più nuovo è che tra i boomerang sono ormai anche le classi dell’età adulta, chi ha perso il lavoro, chi si è separato, chi non ce la fa più a pagare l’affitto. Un (mesto) gioco dell’oca che riguarda oggi in Italia uno spropositato numero di giovani, il 70% degli under 30, che dopo aver provato a farcela da soli sono costretti a ripiegare sul nido domestico. E così si fa marcia indietro, a volte addirittura in …

"Migliorano i conti maper la ripresa c’è da aspettare", di Carlo Buttaroni

Se la prima ondata della crisi economica, tra il 2008 e il 2009, è stata dura, la seconda, arrivata nel 2011 dopo una parziale ripresa economica, è stata devastante. Basti pensare che nel2009la spesa delle famiglie italiane è diminuita a 843miliardi di euro, rispetto agli 863 miliardi di due anni prima. Nel 2010, la temporanea ripresa ha ridato ossigeno ai consumi (+12 miliardi), ma nel 2011 si è registrata una nuova contrazione, prima modesta (-2miliardi), seguita da un vero e proprio crollo nei due anni successivi (-35miliardi nel 2012 e -20 miliardi nel 2013). Una crisi da vero e proprio ko, come testimoniano proprio i dati sui consumi delle famiglie: -20miliardi tra il 2007 e il 2009 e -55 miliardi tra il 2011 e il 2013. Un andamento che si traduce in un balzo indietro di quindici anni. Anche l’occupazione ha seguito un percorso analogo: tra il 2007 e il 2009 il saldo è stato di 200mila unità in meno, mentre tra il 2011 e il 2013 gli effetti si sono triplicati con la perdita …

"Se il «marchio Italia» perde punti nell’anno magico del turismo globale", di Gian Antonio Stella

Maglia nera in Europa: pernottamenti scesi del 4,6 per cento. Vi pare possibile che «il Paese più bello del mondo» perda turisti nell’anno del boom mondiale del turismo? Che vada sotto del 4,6 per cento (maglia nera europea) mentre perfino la Grecia recupera ossigeno crescendo dell’11? Che ricavi dall’immenso tesoro d’arte e bellezza, unico a livello planetario, solo il 4,1 per cento del Pil? Non sono campanelli d’allarme: sono campane assordanti. Eppure troppi non le sentono. Come se si trattasse di un problema comunque minore… Stavolta no, nessuno può attribuire tutto alla crisi mondiale, al crollo dei mercati, allo spostamento degli assi di certe produzioni industriali, all’emergere prepotente della Cina o dell’India. Niente alibi. Perché mai si erano visti, nella storia, tanti benestanti in vacanza quanti nel 2013. Sono stati, spiegava nei giorni scorsi Unwto-World Tourism Barometer, 1.087 milioni. Cioè oltre 52 milioni in più rispetto al 2012 quando, per la prima volta, il loro numero aveva superato di slancio il miliardo. Nel non lontanissimo 1980 erano 280 milioni: siamo al quadruplo. È la prova …

"Gli ostacoli alla crescita economica", di Bill Emmott

Dall’inizio del 2014 per gli investitori internazionali nell’economia mondiale è cambiato tutto. Per i giovani disoccupati d’Italia, Gran Bretagna o persino America, o per una famiglia con un reddito invariato o in calo negli ultimi cinque anni, non è cambiato nulla. La grande domanda per il 2014 è se questi due percorsi torneranno a unirsi. Per gli investitori il cambiamento è notevole, anche se a pensarci bene non dovrebbe sorprendere. Per i giovani disoccupati e per le famiglie normali, al contrario, è la mancanza di cambiamento a deludere. Ma per loro la vera, grande delusione in molti paesi, l’Italia in particolare, è la mancanza di iniziativa da parte del governo o dei politici. Ci sarà un perché se il Movimento Cinque Stelle rimane stabile nei sondaggi e partiti anti-sistema come il Dutch Freedom Party in Olanda, il Front National francese o l’Independence Party britannico, guadagnano consensi nella prospettiva delle elezioni di maggio per il Parlamento europeo. Il cambiamento per gli investitori, tuttavia, dovrebbe portare un po’ di speranza, almeno per quanto riguarda un eventuale termine …

"Visco: più soldi a famiglie e imprese", di Bianca di Giovanni

La ripresa è ancora «debole e incerta». La crescita italiana si fermerà quest’anno ancora a cifre da prefisso telefonico, 0,75%. Altroché l’1,1% a cui punta il governo. La Penisola resta assediata dall’alta disoccupazione, soprattutto tra i giovani, e dalla bassa competitività per il grado ancora insufficiente di innovazione. L’economia è ancora in panne: è urgente sostenere il reddito delle famiglie e delle imprese attraverso sgravi fiscali. È un quadro devastante quello fornito dal governatore Ignazio Visco in occasione dell’Assiom Forex (la tradizionale assemblea degli intermediari finanziari) di Roma. Per uscire da un tunnel che sembra interminabile, nonostante alcuni segnali di inversione di tendenza, è necessario agire su diverse leve: prima tra tutte quella del credito. Ed è su questo punto che il numero uno di Bankitalia lancia unmessaggio chiarissimo: si risolva al più presto il problema dei crediti deteriorati degli istituti bancari. In altre parole, si «ripuliscano» i bilanci delle banche da questi fardelli, frutto di sei anni di crisi profonda, e si consenta alla macchina di ripartire. Le banche hanno il dovere di contribuire …

"La ridefinizione del concetto di classe media", di Paul Krugman

Una delle peculiarità degli Stati Uniti, da molto tempo, è la smisurata percentuale di persone che si considerano di ceto medio (illudendosi). Lavoratori a basso salario, che secondo i parametri internazionali sarebbero considerati poveri, cioè persone con redditi inferiori alla metà della mediana, si definiscono nonostante tutto di ceto medio-basso; e persone con redditi quattro o cinque volte superiori alla mediana si considerano tutt’al più di ceto medio-alto. Ma forse tutto questo sta cambiando. Secondo una nuova inchiesta d’opinione della Pew, c’è un forte incremento del numero di persone che si definiscono di ceto basso, e un incremento un po’ più contenuto del numero di persone che si definiscono di ceto medio-basso, tanto che a questo punto, sommando insieme le due categorie con «basso» nella definizione, ci avviciniamo quasi alla maggioranza relativa della popolazione (anzi ci avviciniamo a quel famoso 47 per cento citato da Romney, ricordate?). A mio parere è uno sviluppo estremamente interessante. Le politiche contro la povertà, dagli anni 70 in poi, poggiano sulla diffusa convinzione che i poveri siano «Quelli Là», …