Tutti gli articoli relativi a: economia

"Disoccupazione giovanile Italia ai vertici in Europa", di Laura Matteucci

Ripresa economica ancora con il fiato corto in Europa, mentre i rischi per le prospettive di crescita «continuano a essere orientati al ribasso». Il bollettino mensile della Banca centrale europea sottolinea come pesino le incertezze dei mercati mondiali, in particolare dei Paesi emergenti, ed anche domanda interna e un export che potrebbero deludere le attese. Ma, soprattutto, la Bce lancia l’allarme sulla disoccupazione giovanile, il cui tasso resta altissimo soprattutto in Italia, Grecia e Spagna. L’Italia detiene pure il triste primato di essere il Paese dell’eurozona con il maggior numero di giovani Neet (persone di età compresa tra i 15 e i 24 anni che non sono né occupate, né impegnate in attività di studio o formazione): dal 2007 al 2012 i Neet italiani sono passati da circa il 16% a oltre il 21% del totale, con un incremento percentuale inferiore solo a quelli di Grecia, Spagna e Irlanda (che sono oltretutto sotto il 20%). ALTROVE GLI OCCUPATI CRESCONO Per il tasso di disoccupazione generale, le previsioni per quest’anno restano invariate al 12,1%, riviste al …

“Ecco la gastronomia della liberazione”, di Carlo Petrini

Il fondatore di Slow Food incontra Graziano da Silva, da due anni direttore generale della Fao. E, insieme, spiegano come i piccoli contadini possono riuscire a sconfiggere la fame nel mondo Personalità della cultura, dello spettacolo, del mondo accademico, opinion leader e intellettuali saranno chiamati a confrontarsi sui grandi temi della sostenibilità, del sistema alimentare mondiale, dei cambiamenti che passano attraverso un nuovo approccio verso il cibo. Storie legate a Terra Madre, la rete mondiale delle comunità del cibo, e al suo concetto di ambiente, agricoltura, economia e rapporti sociali. Iniziamo con José Graziano da Silva, direttore generale della Fao, protagonista di una via inedita nel contrastare la fame nel mondo. È stato ministro straordinario del governo Lula in Brasile, dove ha fatto partire il programma Fame Zero, in grado di fare uscire dalla soglia di povertà 28 milioni di brasiliani. Si spera che le stesse forza e determinazione possano servire a un futuro dove la vergogna della fame sia debellata per sempre. Il 2014 è stato scelto dalla Fao come anno mondiale dell’agricoltura famigliare. …

"L’università italiana sempre più vecchia. Solo un docente su 8 ha meno di 40 anni", di Gian Antonio Stella

Agli ultimi posti anche per numero di professoresse e spesa per la ricerca Ultimissimi. Nessuno, tra tutti i Paesi europei, ha così pochi docenti universitari sotto i quarant’anni. Nessuno. Ne abbiamo, compresi i «giovani» ricercatori, meno di uno ogni otto.Un dato umiliante. La Francia, rispetto a noi, di docenti sotto la quarantina ne ha oltre il doppio. La Gran Bretagna quasi il triplo. La Germania il quadruplo. Uno spreco assurdo di energie, intelligenza, creatività. Che pesa sulla ricerca, sull’innovazione, sul futuro del Paese. Mette di malumore, la lettura in anteprima della decima edizione (speciale) dell’Annuario Scienza Tecnologia e Società 2014 di Observa Science in Society, curato da Massimiano Bucchi (Università di Trento) e Barbara Saracino (Università di Firenze) ed edito da il Mulino. Mette di malumore perché, certo, puoi trovarci dati assolutamente positivi, come lo spazio che i nostri ragazzi hanno nei laboratori e nei centri d’eccellenza e sulle riviste scientifiche di tutto il mondo. Ma sono fiori che sbocciano dalla fanghiglia di una realtà troppo spesso vecchia, mediocre, trascurata dalla politica. Spiega il dossier, …

"Vini, moda o auto il brand non siamo noi", di Valeria Fedeli

L’italian quality è un’urgenza: siamo al quinto posto nelle classifiche globali perché il marchio Italia non viene valorizzato come dovrebbe. Anche nei settori dove dovremmo primeggiare I dati pubblicati da FutureBrand – ripresi dal Sole 24 ore – sulla forza del made in Italy nelle opinioni dei consumatori di tutto il mondo sono passati sotto silenzio, come un aspetto marginale rispetto ai problemi del paese. Penso che questa sia una visione miope, e che invece quei dati siano di grande rilevanza e segno pericoloso per tutto il sistema Italia. Il made in Italy è al quinto posto tra i brand nazionali globali, dopo made in Usa, made in France, made in Germany e made in Japan. La classifica emerge da una ricerca che ha misurato il valore di 140 paesi nelle percezioni e nelle opinioni dei consumatori globali. Agli intervistati è stato chiesto di valutare l’impatto sulle scelte di consumo della provenienza di un prodotto: attraverso una pluralità di indicatori e test che hanno riguardato brand di varia provenienza nazionale, si è misurato il valore …

"La Bce: “I tassi possono scendere” Ma Piazza Affari apre in negativo", di Luigi Grassia

Il bollettino della Bce conferma la ripresa nel 2014 ma la prevede lenta: non si prospetta un mini-boom all’americana che sarebbe invece necessario non solo a sostenere i numero del Pil ma anche quelli dell’occupazione e dei redditi delle famiglie. In compenso, la ripresina sarà senza tensioni sui prezzi, e questo consentirà alla Banca centrale di sostenerla con una politica monetaria accomodante: «L’inflazione resterà resti sui livelli attuali – si legge – e i tassi di riferimento della Bce saranno a livelli pari o inferiori a quelli attuali per un prolungato periodo di tempo». Le Borse europee, compresa quella di Milano, sono partite in negativo, ma questo potrebbe legarsi più che altro al desiderio di incassare una parte dei guadagni dei giorni scorsi. Comunque la Bce è prudente: «I rischi per le prospettive economiche dell’area dell’euro continuano a essere orientati al ribasso», una frase un po’ involuta per dire che non c’è da entusiasmarsi. Con più chiarezza il bollettino prosegue così: «La dinamica dei mercati monetari e finanziari mondiali e le connesse incertezze, soprattutto nei …

"Sorpresa: a fine 2012 arretrati dello Stato per “soli” 60 miliardi", di Alessandro Barbera e Marco Zatterin

Il governo Letta si è impegnato per quaranta miliardi di euro, ne ha versati finora 22. Un buon risultato, visti i tempi e le mille difficoltà burocratiche. Ma immaginate il pagamento degli arretrati dello Stato nei confronti dei suoi creditori come una corsa sulla lunga distanza: non conta quanto ci si è lasciati alle spalle, ma la strada che manca al traguardo. L’arbitro che sorveglia, l’occhiuta Commissione europea, non ha mai capito dove tracciare quella linea. A quota cento, come stimò l’allora ministro Passera? Addirittura oltre, a 120 miliardi, come hanno sostenuto alcune associazioni d’impresa? O ci si può fermare a 90, come ha autorevolmente ipotizzato la Banca d’Italia? A marzo dell’anno scorso – quando ancora Letta non si era insediato – il commissario Antonio Tajani chiese pubblicamente lumi all’Italia: non ha mai ottenuto risposta. Ma dopo ormai un anno di lavoro, nei corridoi di Tesoro e Ragioneria circola una cifra dello stock di debito accumulato al 31 dicembre del 2012, quello su cui si è concentrato il lavoro del ministro Saccomanni e dei suoi …

"Il 25% delle famiglie soffre il disagio sociale", di Marco Tedeschi

Famiglie italiane sempre più povere e sfiduciate. È questo il ritratto che emerge dall’indagine condotta dall’Istat, dal titolo «Noi, Italia, 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo». Secondo l’Istat, nel nostro Paese si può ormai parla di allarme povertà, soprattutto al Sud. Nel 2012 le famiglie in condizioni di povertà relativa sono il 12,7 per cento, pari a oltre 9,5 milioni di individui (15,8 per cento della popolazione). Il Mezzogiorno presenta una situazione particolarmente critica, con in media oltre un quarto di famiglie povere, mentre per il Centro e il Nord, l`incidenza è viceversa molto più contenuta (rispettivamente 7,1% e 6,2%). REDDITO In Italia, nel 2011, più della metà dei nuclei familiari (circa il 58%) ha vissuto con meno di 2.500 euro al mese. Le diseguaglianze del reddito più evidenti si registrano in Campania, mentre la Sicilia primeggia nella poco invidiabile classifica del reddito medio annuo più basso (oltre il 28 per cento in meno del dato medio italiano). Nell’isola il 50 per cento delle famiglie si colloca al di sotto di 17.804 …