Tutti gli articoli relativi a: economia

"10 milioni di poveri. Altrettanti possono diventarlo", di Carlo Buttaroni

Dieci milioni di poveri. Altrettanti che vivono una situazione finanziaria che li porta ogni giorno a cercare di restare disperatamente aggrappati al ciglio di un piano inclinato che li spinge sempre più verso il baratro. È l’esercito dei disperati, di cui fanno parte, fra effettivi e riservisti, quasi 20 milioni di italiani. Un terzo della popolazione alle prese con debiti cui non riesce a far fronte, bollette da pagare e una quotidianità che ha alleggerito di molto il carrello della spesa. Dall’inizio della crisi, gli italiani diventati poveri sono più di 2 milioni, due terzi dei quali lo sono diventati negli ultimi due anni grazie alle politiche «lacrime e sangue». Non è difficile capire chi abbia versato sia le lacrime che il sangue, visto che i numeri sono spietati: il 10 per cento di quello che fu il nostro ceto medio, fatto di dirigenti, famiglie di impiegati con doppio reddito, commercianti e piccoli imprenditori, è scivolato verso la povertà. Poveri e «quasi poveri» che un tempo costituivano le fasce muscolari di un Paese che improvvisamente …

"Ma io insisto: ridurre l’Irpef", di Nicola Cacace

La possibilità di dare un sollievo ai milioni di cittadini alla base della piramide dei redditi, oppressi da una diseguaglianza eticamente indecente ed economicamente sbagliata, rischia di impantanarsi nel solito balletto italico: contentare tutti, senza risolvere nulla. Dopo anni di disoccupazione crescente, di consumi anche alimentari calanti malgrado l’aumento della popolazione (i consumi pro capite si sono ridotti molto di più), di milioni di operai, impiegati pensionati, lavoratori non dipendenti che non arrivano a fine mese, un provvedimento di taglio dell’Irpef per i redditi bassi (ma tutti i redditti bassi) sarebbe da privilegiare rispetto ad altre soluzioni in ballo come quella di tagliare «anche» l’Irap alle aziende. Quest’ultima ipotesi, infatti, sarebbe inutile e e ingiusta, perchè «dividere il pollo a metà» (un piccolo pollo, tra l’altro) non avrebbe quell’effetto shock sulla crisi che tutti dicono necessario e perché la crisi ha inciso sui salari e sui guadagni dei meno privilegiati più che sugli utili delle imprese medie e grandi. La ferita inferta dalla crisi alle masse è così grave che non servono pannicelli caldi, né …

"Ridurre il cuneo per rilanciare crescita e lavoro", di Alberto Quadrio Curzio

Il dibattito sulle critiche della Commissione Europea all’Italia non ha tenuto conto di tutta la risposta delministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. Nella stessa si legge, tra l’altro, che le imprese manifatturiere italiane hanno compresso i costi di produzione, i margini di profitto ed i prezzi, da un lato, e migliorato la qualità dei prodotti, dall’altro, in tal modo recuperando competitività e contribuendo al passaggio in surplus della bilancia commerciale. Infatti la stessa da un deficit di 30 miliardi nel 2010 e arrivata ad un surplus di 30 miliardi nel 2013. Ciò è stato determinante per spostare il saldo delle partite correnti da un insostenibile deficit del 3,5% del Pil ad un surplus dello 0,8 per cento. Dunque è stata la competitività delle imprese esportatrici ad attenuare un po’ la pesante recessione italiana e questo nonostante i gravami fiscali, l’alto costo dell’energia, il peso della burocrazia. Se riducessimo questi oneri alla media dell’eurozona aumenterebbero molto la nostra competitività, crescita ed occupazione. E non solo tramite l’export ma anche per i maggiori investimenti, interni ed esteri, ossia …

"La lite a colpi di tweet fa tremare il Tesoro", di Roberto Petrini

La scrivania che fu di Quintino Sella non è stata ancora completamente sgomberata dalle ultime carte dell’ex ministro del Tesoro Fabrizio Saccomanni. Il cambio della guardia è ancora fresco. In altri tempi il passaggio di consegne si sarebbe svolto in un clima di segreta e composta sobrietà. Invece il ciclone della nuova politica Speedy Gonzales, a colpi di sms, veloce come la luce, che ha nel mirino burocrazie e vecchi riti, coinvolge anche le austere stanze del palazzo umbertino di Via Venti Settembre. Dove la consegna del silenzio è cosa d’altri tempi. E’ bastata l’accusa del presidente del Consiglio Matteo Renzi al suo predecessore, e ormai aperto nemico, Enrico Letta di non averla raccontata giusta sui conti pubblici, a seguito dell’ennesimo schiaffo di Bruxelles all’Italia, che è arrivato il botto. Chiamato in causa, come massimo responsabile del bilancio dello Stato, l’ex direttore generale della Banca d’Italia e ministro dell’Economia, ha rotto tradizioni e consuetudini: dal suo smatphone ha spedito cinque tweet (a Enrico Letta, ma erga omnes) per difendersi: commenti «immotivati e incomprensibili», quelle della …

"Perché serve il reato di autoriciclaggio", di Angelo De Mattia

Il decreto legge per il rientro dei capitali illegittimamente esportati, del quale è in corso la conversione, non contiene, come in un primo momento era stato indicato, la previsione del reato di autoriciclaggio riguardante l’autonoma configurazione dell’illecito compiuto da chi impiega i proventi derivanti dalla commissione di un reato, insomma l’autoreimpiego del denaro conseguito con un illecito. Ancorché sia impossibile parlare di un condono vero e proprio, innanzitutto perché il rientro dei capitali deve avvenire non in forma anonima, bensì nominativa, la voluntary disclosure, e previo pagamento di tutte le tasse evase nonché di determinate sanzioni pecuniarie scontate, la mancanza nella relativa normativa dell’introduzione del reato in questione è stata vista da qualcuno come una tenaglia che nasce monca. E si sono accentuate le critiche di coloro che hanno parlato di nuova sanatoria, dopo lo scudo fiscale di tremontiana fattura. Si fa ora l’ipotesi che l’introduzione della descritta fattispecie possa avvenire nell’ambito del «decreto sicurezza». Negli ultimi approfondimenti dalla proposta sarebbe stato espunto l’autoreimpiego del denaro ottenuto con evasione fiscale, con un approccio che è …

"Gli ultimi ultras dell’austerity", di Paolo Soldini

Perchè proprio ora e perchè con tanta forza? La Commissione europea ha messo l’Italia sul banco degli accusati proprio nel momento in cui, si poteva sperare, avrebbe potuto anche decidere di aspettare e vedere che cosa verrà fuori dal cilindro del nuovo governo in fatto di misure per la crescita. E lo ha fatto mettendoci in una compagnia non proprio commendevole: insieme con un Paese in difficoltà serissime come la Slovenia e con uno, come la Croazia, in fase di assestamento dopo la recentissima adesione alla Ue. E nello stesso rapporto, c’è da aggiungere (e non è per niente irrilevante), in cui vengono invece molto stemperate le critiche al Paese che in fatto di competitività sta al polo opposto al nostro: la Germania. Qualche tempo fa pareva che la Commissione avesse quasi dichiarato guerra all’esuberanza dell’export tedesco, accusato di aggravare scientemente il gap esaltando lo squilibrio con i partner. Ora invece la critica resta, ma molto smussata, e soprattutto non più accompagnata da minacce di sanzioni. Ed è chiaro che l’ammorbidimento verso lo squilibrio indotto …

"Il profitto malato", di Giovanni Valentini

Fra i diritti fondamentali della persona, universalmente riconosciuti, quello alla vita e alla salute è senz’altro il più fondamentale di tutti. E dunque, si può considerare davvero storica la maxi-multa che l’Antitrust italiana ha comminato a due colossi farmaceutici mondiali come Roche e Novartis con l’accusa di essersi spartiti il mercato a danno dei pazienti. n verdetto destinato a segnare una pietra miliare su scala internazionale nella difesa di quel bene indisponibile che è appunto la salute. Bisognerà aspettare necessariamente l’esito dei ricorsi al Tar, già annunciati dalle due multinazionali, per verificare la fondatezza e la legittimità della sanzione. Si tratterà in particolare di stabilire se il farmaco equivalente più economico che il “cartello” avrebbe boicottato, danneggiando così oltre ai malati anche il Servizio sanitario nazionale e le assicurazioni private, ha in realtà la stessa efficacia terapeutica e analoghi effetti collaterali. Ma un fatto intanto è chiaro: d’ora in poi, questa decisione costituirà un precedente e un deterrente. In Italia o altrove, Big Pharma sa che dovrà fare sempre più i conti con le autorità …