Tutti gli articoli relativi a: economia

"Se riparte l'economia ma il credito resta fermo", di Carlo Bastasin

Con zelo e buona sorte, quasi tutti gli indicatori dell’eurozona sembrano muoversi nella direzione giusta a un mese esatto dalle temute elezioni europee. Così, sfidando il diffuso euroscetticismo, entra nel dibattito elettorale l’interrogativo se la crisi stia addirittura finendo. In fondo l’economia tedesca sta dando segni di grande vigore e i Paesi confinanti ne ricevono impulso. La Spagna ha chiuso il primo trimestre 2014 con la crescita più alta da sei anni. La Grecia ha un surplus di bilancio maggiore del previsto. Inoltre il Portogallo, come già aveva fatto l’Irlanda, è tornato a finanziarsi sui mercati e vuole uscire dal programma di assistenza grazie a risultati di bilancio migliori di quelli richiesti dalla troika. Quanto ai “mercati” sembrano piuttosto contenti di se stessi. In effetti i dati sono più controversi e l’ottimismo andrebbe quanto meno temperato. La disoccupazione nei Paesi critici è esorbitante, il livello degli investimenti lontano da quello del 2008. L’ipotesi che le riforme approvate nei Paesi più fragili abbiano modificato il clima di business è da verificare. I debiti pubblici continuano ad …

La crisi di Piombino è un caso europeo", di Patrizio Bianchi

Tutto il mondo dell’acciaio è entrato da tempo nell’altoforno della crisi e sembra inevitabilmente costretto ad una lenta cremazione. A Piombino, nel giorno in cui è annunciata la chiusura delle lavorazioni a caldo, arriva però l’accordo tra governo e Re-ione per un ridisegno dell’intera area industriale, per porre in sicurezza il territorio, bonificare i terreni, risistemare la viabilità, rendere più funzionale il porto. Le risorse poste in campo dal governo e dalla Regione permetteranno ai lavoratori di mantenere aperto lo stabilimento, sostenere i redditi e quindi mantenere viva una città che ormai nei decenni ha visto a più riprese crisi aziendali che anche qui diventano crisi personali, umane, civili. Dobbiamo tuttavia ricordare che il tema di una politica industriale per l’intero comparto dell’acciaio resta del tutto aperto e per sua dimensione non può essere affidato alla sola azione della Regione e del governo nazionale. Il 13 giugno dello scorso anno la Commissione Europea presentò al Parlamento lo schema di un Piano d’azione per portare fuori dalla crisi la siderurgia. Questo piano si basava sul principio …

Renzi: «Gli 80 euro sono per sempre», di Marco Rogari

Non più di 9-10 miliardi. Almeno sulla base dello schema di coperture presentato dal Governo con il varo dell’operazione taglia-cuneo fiscale. Sono le riduzioni di spesa per il 2015 che dovranno scattare in autunno con la legge di stabilità per rendere permanente il bonus Irpef da 80 euro mensili, garantito a circa 10 milioni di lavoratori, ma per il momento per il solo 2014, dal decreto varato la scorsa settimana dal Governo Renzi. Anche se il premier tiene a ribadire che gli 80 euro «sono per sempre». I tagli ex novo per il prossimo anno potrebbero comunque non superare quota 4-5 miliardi visto che una fetta di 5 miliardi è già attesa dalla stretta sugli acquisti di beni e servizi nella Pa prevista dal Dl. E, sulla falsariga di quanto indicato dal Def, una fetta consistente, pari a circa 1,6 miliardi, dovrebbe arrivare da interventi su Comuni e Forze di polizia. Già nelle prossime settimane i tecnici dell’Esecutivo e il commissario alla spending review, Carlo Cottarelli, saranno al lavoro per giungere all’inizio dell’estate con il …

"Quegli ostacoli alla crescita da rimuovere", di Pier Carlo Padoan

Caro Direttore, raccolgo con piacere l’invito di Eugenio Scalfari a fornire chiarimenti sul programma di finanza pubblica approvato dal Parlamento il 17 aprile. Tanto più alla vigilia di elezioni europee in vista delle quali l’Unione viene troppo spesso descritta come un’entità astratta capace solo di dettare vincoli. Certamente la programmazione ruota intorno ad alcuni parametri definiti nei trattati dell’Unione, che l’Italia ha volontariamente sottoscritto. Il più noto di questi è il rapporto tra deficit nominale pubblico e Prodotto Interno Lordo (Pil). Il Trattato di Maastricht ha fissato al 3% il valore soglia per questo rapporto. Con le successive riforme al Patto di Stabilità e Crescita, ai Paesi Membri è stato richiesto di specificare un obiettivo in termini di saldo di bilancio strutturale (ovvero il deficit nominale al netto degli effetti derivanti dalle misure temporanee e dal ciclo economico), finalizzato al conseguimento di una posizione di bilancio prossima al pareggio o in avanzo nel medio termine. Perché se spendi più di quanto incassi accumuli un debito che prima o dopo dovrai ripagare; puoi farlo quando è …

"Acqua, rifiuti ed energia sogniamo città verdi", di Antonio Pascale

Il punto di gravità del mondo si è spostato, dalla campagna alla città. Per dire, alla fine del Seicento tre su quattro abitavano e lavoravano in campagna. Poi è cambiato tutto. Nel XX secolo la popolazione complessiva delle città è cresciuta da 250 milioni a 2,8 miliardi di persone. Nel 2050 i residenti in città saranno 6 miliardi. Immaginiamo le città del futuro come isole verdi: edifici ad alta efficienza energetica, solo auto a idrogeno o elettriche, cibo prodotto da fattorie biologiche costruite nelle vicinanze, elettricità generata dalla brezza marina, treni sotto vuoto, biciclette intelligenti. Io ci tengo: è lo slogan coniato per festeggiare la giornata mondiale della terra, quest’anno dedicata al tram e alle città verdi. Il punto di gravità del mondo si è spostato, dalla campagna alla città. Prima della rivoluzione neolitica la terra ospitava quasi dieci milioni di nostri simili che però avevano altre abitudini. Praticavano caccia e raccolta, mangiavano più di 180 specie diverse e pare che non se la passassero nemmeno male. Dopo la rivoluzione del neolitico le cose sono …

Chiara Saraceno «Aumento drammatico, il tenore di vita è in picchiata», di Marco Ventimiglia

«Sì, ho letto questi ultimi dati diffusi dall’Istat. Si tratta, purtroppo, degli ennesimi numeri drammatici, anche se ho visto che l’enfasi maggiore viene posta sul numero di famiglie prive di reddito da lavoro che ha ormai superato il milione. Su questo occorre intendersi, poiché all’interno di questi nuclei possono anche esserci dei pensionati che in qualche modo alleviano la condizione di disagio. Piuttosto è l’aumento percentuale nell’ultimo anno a spaventare di più». Chiara Saraceno, sociologa ed esperta in problemi della famiglia, cerca subito di guardare oltre la crudezza dell’indagine statistica, peraltro ennesima fotografia di una crisi che non molla la presa. Dunque è la crescita del 18% delle famiglie senza reddito a meritare maggiore attenzione? «Sì, nel senso che rappresenta il numero che più degli altri segnala un deterioramento della situazione, una tendenza ancora molto forte nel 2013. Un dato che purtroppo non mi sorprende, e che anzi va di pari passo con il calo dei consumi e la continua crescita della disoccupazione, specie quella giovanile. In quest’ultimo caso, poi, siamo di fronte ad un’autentica …

"Dalla Rai agli F35 la scure sullo Stato", di Valentina Conte

Taglio alle spese, dunque. Che tradotto significherà anche tetto agli stipendi pubblici, riduzioni di auto blu, spazi compressi per gli uffici, sacrifici per la Rai e la Difesa, F35 inclusi. E ancora riduzione (drastica nel triennio) della municipalizzate, da ottomila a mille. Rinuncia alle tariffe postali agevolate per i candidati alle elezioni. Dimagrimento dei bilanci degli organi costituzionali. ACQUISTI Razionalizzare la spesa per acquisti di beni e servizi. Questa la prima voce tecnica della dieta imposta alla Pubblica amministrazione dal governo. Tradotta in cifre: 2,1 miliardi, divisi tra Stato, Comuni e Regioni (incluse quelle a statuto speciale) in modo paritario, ovvero 700 milioni a testa. «In totale questa voce vale 100 miliardi. Sfoltirne 2,1 miliardi significa toccarne il 2%, un’inezia», sottolinea il premier. Dei 700 milioni a carico dello Stato, la Difesa ha il compito di setacciarne 400, al cui interno 150 milioni emergeranno «rimodulando il programma di spesa per gli F35», ha precisato Renzi. Si tratta di uno «spostamento» dunque, non meglio precisato, ma non di un azzeramento tout court della discussa commessa militare. …