Tutti gli articoli relativi a: economia

"Nuove imprese e lavoro con i fondi Ue", di Giuseppe Chiellino

Più di 47mila posti di lavoro creati in Italia grazie ai fondi europei. E poi 3.700 nuove imprese; banda larga estesa a più di 940mila persone; sostegno per 26mila Pmi. Il bilancio della Commissione europea sull’efficacia della politica di coesione nel periodo 2007-2013 è ancora provvisorio. Non solo perché si ferma al 2012 ma anche perché molte regioni sono ancora indietro nella realizzazione dei progetti cofinanziati dalla Ue. All’attivo ci sono anche 1.500 chilometri di ferrovie, costruite o ricostruite, e progetti di depurazione delle acque reflue per un milione di persone. Queste cifre si riferiscono solo agli interventi del Fesr (Fondo per lo sviluppo regionale) che rappresenta circa la metà delle risorse europee disponibili, considerando anche il Fondo sociale (Fse) e il Fondo per l’agricoltura e le aree rurali (Feasr). Servono a dare concretezza alla politica di coesione dell’Unione e ai fondi europei, troppo spesso associati nell’immaginario collettivo all’idea di spreco e malagestione. Non che non ci siano – purtroppo – episodi di truffa o corruzione, ma come sempre un albero che cade fa più …

"Ritorno alla realtà", di Roberto Napoletano

Non esiste la ripresa naturale, non è stata ancora inventata. È vero che sui mercati l’euforia era eccessiva, ma lo shock è arrivato del tutto imprevisto e (tutto) intero dal terreno più delicato che è quello dell’economia reale. Andiamo peggio degli altri principali Paesi europei in termini di prodotto interno lordo (ritorna il segno negativo) e siamo quelli che perdiamo di più sui mercati. L’obiettivo di una crescita dello 0,8% accreditato come una stima prudente, è in parte compromesso, di sicuro lo è se non cambia il trend. I capitali affluiti in quantità ingente sui nostri titoli sovrani sono di portafoglio non di investimento. In una sola giornata ci hanno dimostrato qual è il tasso di velocità con il quale possono migrare altrove. Non ci resta che sperare, per quanto ci riguarda, in una semplice battuta d’arresto della ricchezza complessiva prodotta dal Paese e in una correzione di un mercato troppo euforico. L’America si è svegliata e ha scoperto che l’Europa è ferma: la sola Germania va bene, ma non fa da locomotiva. L’Olanda va …

"Decreto Poletti perché dico sì", di Cesare Damiano

Le correzioni al Decreto lavoro votate dalla Camera restano confermate. I cambiamenti introdotti dal Senato, anche se presentano alcune criticità, non stravolgono le modifiche volute dal PD. In alcune parti il testo risulta migliorato, come nel caso della formazione per gli apprendisti. Restano confermate le proroghe dei contratti a termine che da 8 passano a 5 e che sono complessive nell’arco dei 36 mesi e non collegate ai rinnovi; resta la sanzione, nel caso di superamento del tetto del 20% di contratti a termine, non prevista nel decreto iniziale, che diventa pecuniaria (su questo cambiamento avvenuto al Senato avevamo già dato la nostra disponibilità al ministro Poletti nella riunione di «maggioranza» tenutasi il giorno della prima fiducia alla Camera: mediazione rifiutata all’epoca dal Ncd); il fatto che il calcolo del 20% sia esclusivamente correlato ai dipendenti a tempo indeterminato (non includendo quindi tipologie come il lavoro a progetto, l’interinale o altre forme di assunzione flessibili), riduce il numero di contratti a termine utilizzabili dalle imprese; resta il diritto di precedenza che verrà richiamato in forma …

"Il welfare al tempo dell’Europa che invecchia", di Carlo Buttaroni

Nel 2050 la popolazione del mondo supererà i 9 miliardi, con un incremento di 6,6 miliardi rispetto a cento anni prima, mentre verso la fine del secolo dovrebbe varcare la soglia degli 11 miliardi di individui. Le stime per i prossimi decenni evidenziano anche un’altra dinamica, altrettanto imponente: il progressivo invecchiamento della popolazione. A oggi, sono 810 milioni gli anziani in tutto il mondo, ma si prevede che il numero raggiunga il miliardo in meno di dieci anni e raddoppi entro il 2050, toccando i 2 miliardi. Ben 64 Paesi registreranno, nel 2050, oltre il 30% di anziani, facendo dell’invecchiamento il fenomeno più significativo del 21esimo secolo che trae le sue origini in due dinamiche confluenti: la crescita dell’aspettativa di vita e la diminuzione dei tassi di fertilità. La conseguenza inevitabile di questo processo demografico è il capovolgimento della piramide delle età, prima caratterizzata da un’ampia base costituita da giovani, che si sta assottigliando velocemente a vantaggio di un vertice anziano sempre più in espansione. Nel 2045, per la prima volta nella storia dell’umanità, la …

"Il danno del denaro creato dalle banche", di Luciano Gallino

L’articolo di Martin Wolf uscito pochi giorni fa sul “Financial Times” (il 24 aprile) è a dir poco sensazionale. Gli si desse retta, il solo titolo – “Spogliare le banche private del potere di creare denaro” – basterebbe per mandare in soffitta le teorie, le istituzioni e le politiche economiche che prima hanno causato la crisi, poi l’hanno aggravata con le politiche di austerità. Non si vuol dire che di per sé l’articolo di Wolf arrivi a svelare delle novità fino ad oggi inimmaginabili. Da anni vari gruppi di studiosi e associazioni in Usa come in Europa sostengono che se non si limita il potere delle banche private di creare denaro dal nulla la prossima crisi potrebbe essere anche più devastante della precedente. Il fatto nuovo è che a dirlo è il maggior quotidiano economico del mondo, da sempre pilastro (bisogna ammetterlo: con dosi di pensiero critico che di rado si ritrovano nei suoi confratelli) della cultura economica neoliberale. I chiodi su cui batte Martin Wolf sono tre. Il primo è che la stragrande maggioranza …

"La grande fuga dei giovani italiani a Londra", di Luca Pagni

Non si ferma la grande fuga degli italiani che si trasferiscono all’estero per lavoro. Secondo l’Aire (l’uffici del ministero degli Interni che registra i trasferimenti dei cittadini in altre nazioni), anche nel 2013 i flussi in uscita sono aumentati del 19 per cento, un dato che fa seguito all’incremento del 30 per cento comunicato nel 2012. Questo significa che in soli due anni, gli italiani che hanno varcato i confini sono cresciuti del 55 per cento: erano 61mila nel 2011 e ora sfioriamo i 100mila. Ma il dato ancora più clamoroso del 2013 riguarda i giovani e l’Inghilterra. Sempre l’anno scorso, nella fascia di età compresa tra i 20 e i 40 anni è stato dell’71 per cento (mentre complessivamente è stato dell’81%). A rivelarlo è stata la trasmissione di Radio24 “Giovani Talenti” che si è procurata i dati ufficiali dell’Aire per il 2013. Con una prevalenza della fascia 20-30 anni (4.531 espatriati) su quella dei 30-40 anni (4.136). Ma il dato complessivo potrebbe essere ancora più clamoroso se si considera che, secondo gli esperti …

"Le dieci start-up che sono già nel futuro", di Romano Prodi

L’edizione italiana della rivista dell’Innovazione del Mit (Massachussets Institute of Technology) da qualche anno si è presa il compito di presentare le aziende più innovative del nostro Paese. Fino allo scorso anno il concorso per premiare le aziende più innovative aveva il titolo «Disruptive Companies» ovvero aziende che stavano sviluppando qualche tecnologia così innovativa da portarle rapidamente a forti guadagni di quote di mercato o aperture di mercati prima sconosciuti. È chiaro che essere “disruptive” come è stato l’irrompere del mondo del digitale nella registrazione dei suoni o delle immagini, rispetto a quello precedente delle videocassette, o internet nel mercato dei media, è un vantaggio enorme. Un vantaggio che va comunque perseguito con una ricerca di base di grande qualità ed intensità. Ma non è il solo modo di innovare perché esistono (e sono molto importanti) le innovazioni incrementali che non rompono col passato ma lo migliorano. È stata perciò aggiunta al concorso la qualifica di “intelligenti”: “Smart”. Cercare le aziende “Smart&Disruptive” in Italia ci ha fatto guardare il mondo industriale Italiano con occhi diversi. …