Tutti gli articoli relativi a: economia

Ogm, trovato l’accordo “Saranno i singoli Stati a decidere se coltivarli”, di Andrea Bonanni

I ministri europei dell’Ambiente hanno raggiunto ieri un accordo sulla regolamentazione delle culture Ogm che consente ad ogni stato membro di vietare la coltivazione di piante geneticamente modificate. L’intesa, che chiude quattro anni di discussioni infruttuose e di veti incrociati, dovrà ora essere discussa con il Parlamento europeo nel corso del semestre di presidenza italiana e potrebbe essere approvata entro fine anno. Finora la situazione delle coltivazioni Ogm in Europa era estremamente confusa. Il compito di autorizzare o meno l’utilizzo di determinate sementi geneticamente modificate toccava alla Commissione, sentito il parere dell’agenzia alimentare europea, che ha sede a Parma. Nel corso degli anni, Bruxelles ha autorizzato per esempio un tipo di grano prodotto dalla Monsanto. Ma molti stati membri, tra cui l’Italia, si sono rifiutati di consentirne l’utilizzazione, adducendo motivi di tutela della salute che però sono stati regolarmente respinti dall’Agenzia alimentare che li ha ritenuti ingiustificati. Nonostante i ricorsi della società produttrice, la Commissione non era però arrivata ad imporre ai governi la liberalizzazione delle culture autorizzate perché il Consiglio era sempre riuscito a …

"Cina e Italia, i due volti della crescita possibile", di Fabrizio Galimberti

L’ideogramma cinese per il nome “Italia” è “il Paese delle idee”. Si tratta senz’altro di un complimento, chino su un passato glorioso. Un passato che i sempre più numerosi turisti cinesi in visita alle nostre città d’arte sanno apprezzare. Come scrisse G.K. Chesterton nel suo saggio “St. Francis of Assisi”, è da annotare «il curioso fatto che circa tre quarti dei più grandi uomini che siano mai vissuti vennero da quelle piccole città» dell’Italia dal Duecento al Cinquecento, da San Francesco a Caterina da Siena, da Leonardo a Michelangelo a Dante a Tiziano… Ma quale immagine dell’Italia vive oggi nel conscio e nell’inconscio della Cina? Quella di un Paese mediocre che si aggrappa a un passato glorioso? La Cina e l’Italia sembrano oggi le due lame di una forbice: la lama superiore, quella cinese, si impenna verso l’alto in una tumultuosa ascesa di produzione e di domanda; la lama inferiore – l’Italia – piega verso il basso, con un Pil che scende a lustri addietro (a livello di Pil per abitante). Ma le lame possono …

"Perché il rientro dei capitali?", di Vincenzo Visco

Il tema del «rientro» dei capitali illegalmente depositati all’estero è un tormentone che caratterizza il dibattito politico italiano da una decina d’anni. Gli argomenti a favore sono noti e sono sempre gli stessi, una volta (pudicamente) espunto quello reale, vale a dire la tutela degli interessi degli evasori: l’opportunità di facilitare l’utilizzazione di questi capitali per investimenti da effettuare in Italia, e i benefici di gettito che l’erario che potrebbe trarne. Argomenti evidentemente piuttosto deboli. Per quanto riguarda la legge in discussione alla Camera si afferma che rispetto agli scudi di Tremonti, «questa volta è diverso» in quanto non si tratterebbe di un condono ma di una riapertura dei termini. Cioè una «voluntary disclosure» sull’esempio di quanto fatto in altri Paesi in base alla quale l’unico beneficio previsto sarebbe la riduzione del- le sanzioni in quanto il contribuente (persona fisica o giuridica) dovrebbe dichiarare integralmente gli ammontari evasi, spiegarne l’origine, e paga- re tutte le imposte dovute (Irpef, Ires, Irap e anche l’Iva a meno che non di- mostri che i proventi originari erano stati …

"Chiuse 120mila fabbriche, persi un milione di posti", da L'Unità

Il bilancio è da dopoguerra: 120mila aziende chiuse e un milione di posti di lavoro persi. Per il momento l’Italia figura ancora tra i Paesi che compongono il G8. Ma, dopo essere scivolata all’ultimo posto della classifica, infine superata dall’India e anche dal Brasile, si trova in una posizione molto meno confortevole di qualche anno fa. Certo era un altro mondo quello del 1975, quando fece il suo ingresso tra i grandi in qualità di sesta economia della Terra, ed in continua espansione. Ma sembra passata un’era anche dal non lontano 2008, prima che scoppiasse la crisi globale, quando ancora vantava il quinto piazzamento in classifica e poteva guardare dall’alto in basso anche la Corea del Sud. Ora non è più così. Il rapporto sugli scenari industriali appena diffuso dal Centro studi di Confindustria ha confermato il sorpasso degli indiani e dei carioca, e non solo a causa della «fisiologica avanzata degli emergenti», ma anche di un arretramento produttivo «accentuato da demeriti domestici». Non stupiscono i tentativi di rassicurazione del medesimo rapporto, secondo cui l’ottavo …

Taddei: "Faremo le riforme, non ci sarà alcuna stangata", di Stefano Feltri

Avete visto? Non ci hanno chiesto la manovra correttiva”. Il responsabile Economia del Pd, l`economista Filippo Taddei, è molto positivo sulle raccomandazioni all`Italia arrivate ieri dalla Commissione europea. Anche se da Bruxelles arriva il suggerimento di fare “sforzi aggiuntivi” nel 2014 per ridurre il debito dello 0,6 per cento del Pil. Professor Taddei, la Commissione è molto meno ottimista di voi sui conti pubblici, il governo sostiene che si sbaglia. Ma che ragioni ci sono per fidarsi più di Matteo Renzi che di Olli Rehn? “La Commissione ha l`obbligo di essere cauta, applica un modello di previsione uguale per tutti i Paesi ma non è detto che sia più preciso del nostro. Ma se non vi fidate delle previsioni di crescita del Pil fatte dal Tesoro, guardate quella di Prometeia, di Bankitalia, del Fmi”. Quindi possiamo essere sicuri al cento per cento che in autunno non ci sarà nessun intervento correttivo? “Nessuna manovra aggiuntiva, se ci dovesse essere bisogno di una correzione c`è la legge di Stabilità. Quando avremo i dati sui primi tre trimestri …

"Il patto con gli elettori vale più delle prescrizioni di Bruxelles", da L'Unità

Bocciatura scongiurata. Il governo valorizza il bicchiere mezzo pieno e guarda avanti, alla nuova Commissione Ue che dovrà insediarsi a Bruxelles il prossimo autunno. E questo anche se quella attuale, come spiegano da Palazzo Chigi, «per la prima volta ha esaminato l’esecutivo Renzi e ne ha accolto l’impostazione». Il dato politico – «viene confermato il nostro percorso di riforme», commenta il sottosegretario Sandro Gozi – giustifica l’attesa del responso di ieri che il premier ha vissuto «senza particolari timori». Il Def passa l’esame, anche se il braccio di ferro tra commissari traspare dal gioco dei giudizi e delle raccomandazioni. Lo stesso vice presidente Olli Rhen, non tenero di solito con il nostro Paese, rileva il rinnovato clima di fiducia nei confronti dell’Italia, pur ribadendo la necessità che Roma mantenga la continuità nel consolidamento di bilancio e intervenga sul debito pubblico. Un rinvio a settembre più che una promozione, si dice. In altri contesti, probabilmente, la Commissione avrebbe comminato una bocciatura, la stessa che evoca Renato Brunetta forzando ad arte il responso europeo di ieri. Tra …

"Una strada per uscire dall’austerità", Stefano Lepri

Stanti le attuali regole europee, è andata bene. Meno severa di così la Commissione di Bruxelles non poteva essere, dato che i conti pubblici dell’Italia non rispettano tutti i parametri stabiliti. Può essere l’indizio che entriamo in una fase nuova. Sabato anche il governo spagnolo ha deciso un calo di tasse. Così com’è la ricetta dell’austerità nell’area euro non è più sostenibile. Però occorrerà saggezza politica per cambiarla senza aprire una rissa. In Paesi carichi di debiti riaggiustare i bilanci è indispensabile, ma il ritmo con cui il «Fiscal Compact» europeo lo impone si rivela inadatto a una crisi di portata storica, lunga, con le caratteristiche che sta prendendo. Lo si vede nelle cose. In tutti i Paesi avanzati, anche quelli più sani, la ripresa è più fragile di quanto sperato. Non siamo in un ciclo economico normale. Le ferite del 2007-2009 sono lontane dall’essere completamente guarite. Se avessimo un forte recupero e una prospettiva di rialzo dei tassi di interesse, avrebbe senso ridurre il debito prima che si può. Non è così. Ovunque le …