Tutti gli articoli relativi a: economia

"Un'occasione da non perdere" di Paolo Soldini

Un buon inizio. Se alle parole saprà far seguire i fatti, Juncker potrebbe segnare la svolta di cui la Ue ha bisogno per fare pace con i cittadini. I parlamentari europei gli hanno dato un’ampia maggioranza e lo hanno fatto dopo aver ascoltato un discorso che conteneva tre o quattro punti impegnativi. La grosse Koalition, popolari e socialisti ma anche liberali e Verdi, sarà pure insidiata da contraddizioni, però ha apprezzato una dichiarazio- ne d’intenti che lascia intuire uno scheletro di programma. Le defezioni che ci sono state sono quelle che ci dovevano essere perché erano state annunciate ed erano una bandiera, ma sostanzialmente, e a ragionar sui grandi numeri, il voto di ieri si è piazzato sul crinale tra chi crede nel futuro dell’Europa e delle sue istituzioni, a cominciare dalla moneta comune, e chi lo rifiuta. E il rapporto di forza è confortante, come s’è visto. Anche mettendo nel conto, e dalla parte giusta, un certo numero di parlamentari critici da sinistra su Juncker e l’alleanza che lo porta al potere, ma schierati …

"Il ritorno della politica", di Andrea Bonanni

LE DODICI cartelle del discorso con cui Jean-Claude Juncker ha ottenuto ieri la nomina a presidente della Commissione da parte del Parlamento europeo segnano una svolta. Non perché la vecchia volpe lussemburghese abbia enunciato concetti rivoluzionari o promesso riforme epocali. Ma perché, per la prima volta nella storia europea, il presidente della Commissione ha parlato non come uomo di fiducia dei governi nazionali ma come capo di una coalizione politica che in aula e a voto segreto gli ha dato la fiducia. E questa è, in effetti, la reale natura di Juncker: il referente di una complessa Grosse Koalition che si avvia a governare l’Europa. Egli non deve la sua poltrona ad accordi sottobanco tra le cancellerie, ma al fatto di essersi presentato come candidato di riferimento del Partito popolare europeo, di aver vinto le elezioni che hanno fatto del Ppe la forza di maggioranza relativa in Europa, e di aver saputo cucire un accordo tra i maggiori gruppi politici nel Parlamento di Strasburgo su un programma di governo. Neppure il veto britannico e la …

Poletti: “Servizio civile per i primi 40 mila giovani risorse ok, a fine anno il via” , di Valentina Conte

Imprese sociali come start up: potranno distribuire utili e fare crowdfunding, raccogliere capitali su Internet. Servizio civile universale, pagato, da inserire nel curriculum e svolgere anche all’estero, aperto (forse) ai giovani stranieri residenti in Italia. Cinque per mille strutturale, ma con obbligo di trasparenza per gli enti che ricevono i soldi degli italiani. Social bond per finanziare il sociale. Fiscalità agevolata. E un registro unico per il Terzo settore, una sorta di albo della solidarietà. Ministro Poletti, la riforma del Terzo settore approvata dal Consiglio dei ministri rappresenta davvero un «grande momento di svolta», come dice il premier Renzi? «Corrisponde all’idea, cara al governo, che la partecipazione dei cittadini è il terzo pilastro della società italiana, oltre a Stato e mercato. Non più dunque una Croce rossa, marginale ed emarginata, da usare quando lo Stato non arriva. Ma una protagonista per gestire i bisogni della collettività. Nessuno resterà a casa, tutti devono fare qualcosa». La riforma però è affidata a un disegno di legge delega, dunque non sarà operativa in tempi brevi… «Andrà a pieno …

"Se uno su dieci diventa povero", di Tito Boeri

CON la pubblicazione ieri da parte dell’Istat dei dati sulla povertà nel 2013, cominciamo ad avere un quadro abbastanza completo di cosa è successo alla distribuzione dei redditi in Italia in questa interminabile crisi. Bene chiarire subito che è stato uno shock senza precedenti nella storia repubblicana. IL reddito medio è calato in sei anni del 13 per cento, riportandosi ai livelli di un quarto di secolo fa. Per ritrovare un potere d’acquisto medio comparabile dobbiamo risalire al 1988, per capirci l’anno del disgelo fra Stati Uniti e Unione Sovietica, con la visita di Ronald Reagan a Gorbaciov nel freddo inverno moscovita. Bene che i politici e coloro che fanno informazione si ricordino di questo meno 13% nel commentare le prese di posizione delle rappresentanze di interessi che lamentano il calo dei redditi delle categorie da loro rappresentate. Nelle ultime settimane, ad esempio, abbiamo assistito ad un florilegio di comunicati che lamentavano il crollo dei redditi dei pensionati proprio mentre partiva la campagna di Cgil-Cisl-Uil per estendere ai pensionati il bonus di 80 euro del …

"Due Italie sempre più lontane", di Nicola Cacace

I recenti dati dell’Istat sulla povertà delle famiglie e quelli della Banca d’Italia sulla ricchezza delle famiglie mostrano plasticamente il quadro delle due Italie che si allontanano sempre più per effetto della crisi e di meccanismi di diseguaglianze crescenti cui è difficile porre riparo. Renzi ci sta provando, coi tetti agli stipendi degli alti dirigenti e con gli 80 euro ai dipendenti. Troppo poco per la dimensione del gap e perché ci sono solo due modi per combattere le diseguaglianze, fisco progressivo e welfare inclusivo. Speriamo ci riesca, ma il tempo non gioca a favore, tra la gravità dell’oggi ed i tempi realizzativi di leggi e norme. Il raddoppio della povertà assoluta tra 2007 ed oggi, da 2,4 milioni, 4% della popolazione, a 4,8 milioni, 8% della popolazione, è un segnale di gravità assoluta, cui neanche iMedia hanno dedicato l’attenzione dovuta. Solo in Grecia, in nessun altro paese Spagna inclusa, si è realizzato un peggioramento così netto della condizione sociale. Al cospetto di questi dati, se non si sono verificati sinora episodi significativi di violenza …

"Disuguaglianza la nostra sfida ", di Massimo D'Antoni

Uno degli effetti del persistere della crisi è l’attenzione crescente per il tema della diseguaglianza. Che l’aumento delle diseguaglianze economiche negli ultimi decenni abbia alimentato la bolla finanziaria che ha portato alla crisi è una tesi ormai ampiamente accettata. Secondo questa interpretazione, è stato l’impoverimento progressivo della classe media americana a incoraggiare l’indebitamento privato, che ha provocato la crisi e tuttora frena la ripresa. Il tema è particolarmente caldo oltreoceano, come dimostra anche lo straordinario successo del libro Il capitale nel XXI secolo di Thomas Piketty. L’economista francese documenta come i livelli di concentrazione di ricchezza stiano tornando ai livelli estremi raggiunti a fine Ottocento. Sembra essersi dunque interrotta la combinazione di circostanze che ha garantito, nel corso del XX secolo, quel capitalismo del benessere diffuso che siamo abituati a considerare come la condizione normale delle economie avanzate, e che è stata la cornice economica e sociale per lo sviluppo delle democrazie moderne. Europa e Nord America hanno conosciuto, a partire dalla prima guerra mondiale fino agli anni Settanta, una riduzione delle diseguaglianze sociali e …

"L’Italia di oggi: meno violenza e più corruzione", di Carlo Buttaroni

Negli ultimi vent’anni sono progressivamente diminuiti i delitti violenti e quei reati che rappresentano i principali indicatori di sicurezza di una società (omicidi, rapine, estorsioni, sequestri e prevalentemente furti). Sono aumentati, invece, quelli che più frequentemente vedono protagonisti i «colletti bianchi», quelle persone, cioè, che (realmente o apparentemente) ricoprono un elevato grado sociale. Tra il 1985 e il 1989 le truffe denunciate sono state, mediamente, 61mila l’anno, mentre tra il 2005 e il 2009 sono salite a quota 249mila. I reati di pecula- to, corruzione, concussione, per i quali l’autorità giudiziaria ha avviato l’azione penale, nello stesso periodo sono passati da 9mila (1985-1989) a 21mila (2005-2009) e i reati d’ingiuria e diffamazione da 24mila a 60mila l’anno. Negli ultimi trent’anni sono aumentati esponenzialmente anche tutti quei comportamenti bordeline, che spesso non rientrano nella casistica dei reati, ma sono iscrivibili al degrado civile (vandalismo, incuria, sporcizia, schiamazzi, ecc.) che contribuiscono a disegnare il paesaggio urbano e sono diventati il principale affluente della percezione d’insicurezza dei cittadini. Anche se le statistiche sui reati non rispecchiano fedelmente ciò …