“25 aprile, Carpi. Adotta il pensiero di un partigiano condannato a morte”, di Antonio Ferrari – Corriere.it 25.04.15
25 aprile. L’Italia festeggia la fine dell’incubo, il ritorno alla libertà, alla democrazia e alla dignità. L’importante, anche nel momento della festa nazionale, è tuttavia non dimenticare quanto disse Bertolt Brecht: «…Questo mostro stava, una volta, per governare il mondo! I popoli lo spensero, ma ora non cantiamo vittoria troppo presto: il grembo da cui nacque è ancora fecondo». È poi doveroso tenere sempre presente quel passaggio tagliente dell’Ecclesiaste, attribuito a re Salomone e tratto dalla Bibbia: «Ciò che è stato sarà e ciò che si è fatto si rifarà». Contro quel retorico «Mai più», che abbiamo ascoltato fino alla noia e che sappiamo non essere vero, esiste quindi un solo antidoto: la memoria come preziosa e quotidiana compagna che ci aiuti a combattere, anzi ci imponga di combattere l’indifferenza. Al Museo Monumento al Deportato di Carpi, in provincia di Modena, vicino al campo di concentramento di Fossoli, si celebra questo 25 aprile, settantesimo anniversario della liberazione, con un’originale iniziativa: l’invito ad adottare l’ultimo pensiero dei condannati a morte della resistenza europea. Sofferenze, coraggio, dignità …