Tutti gli articoli relativi a: cultura

"Sarajevo la biblioteca della rinascita", di Luca Rastello

A volte i simboli accecano. Paradossalmente, soprattutto a guardarli da lontano. Certo, è impossibile tenere a freno l’emozione, all’annuncio della riapertura della Biblioteca Nazionale di Bosnia ed Erzegovina, la Vijesnica bruciata nel 1992 sotto i bombardamenti di una notte di agosto. Oltre due milioni di volumi perduti, l’epopea dei cittadini che lavorarono settimane sotto il fuoco per mettere in salvo quel che restava delle collezioni, la storia del poliziotto Fahruddin Cebo, che portò al sicuro una preziosa Haggadah ebraica del XV secolo, l’immagine malinconica e severa di Vedran Smajlovic in frac che si ostinava a suonare il violoncello fra i calcinacci: la Biblioteca divenne subito un simbolo. Di ciò che nella tragedia di questa città stava andando perduto, non solo per la Bosnia, ma per l’umanità. Un marchio in stile neomoresco da imprimere nelle coscienze di tutto il mondo. Ovvio quindi che la riapertura suoni come un risarcimento. Costaton18 anni di lavori, 11,5 milioni di euro e tanto scrupolo filologico: «Abbiamo lavorato — racconta l’architetto capo Ferhad Mulabegovic — incrociando vecchie foto e documenti ritrovati …

"La democrazia paga il conto di un mondo senza regole", di Guido Rossi

La diffusa sensazione che la corruzione abbia permeato tutta la vita politica, economica e sociale del nostro Paese, in modi persin più gravi di tutti quelli finora conosciuti, sembra avere due cause evidenti. La prima è che essa sia una conseguenza del declino dell’ordine e delle istituzioni politiche italiane; la seconda è che costituisca un sintomo del regime economico non solo italiano, ma europeo che condiziona dagli anni 80 del secolo scorso le nostre società. In esse, infatti, i mercati rappresentano il valore di riferimento e il denaro la misura di tutte le cose. Il sistema ideologico alla base delle politiche economiche e di un erroneo concetto di libertà ha fatto sì che se le scuole, gli ospedali e persino le prigioni possano essere privatizzate a scopo di lucro. E se così è, perché non dovrebbe essere, allo stesso scopo, privatizzato anche ogni ufficio pubblico? Questo sistema ha creato due conseguenze che vanno di pari passo: le ineguaglianze, delle quali ha dato un’impareggiabile recente documentazione il tanto discusso libro di Thomas Piketty “Le capital au …

"La sanzione sociale, la vera cura per l'Italia", di Luigi Zingales

Cicero è un sobborgo di Chicago come tanti altri. A renderlo famoso fu Al Capone che vi si trasferì negli anni 20 per liberarsi dalle “interferenze” della polizia della metropoli. Impadronitosi del consiglio comunale, Al Capone elesse il sobborgo a sede delle sue attività criminose. È passato quasi un secolo e la composizione etnica di Cicero è cambiata due volte: da italiano negli anni 50 è diventato un sobborgo di immigrati dall’Europa dell’Est. Negli anni 80 e 90, poi, è stato invaso dai latinoamericani. Una cosa sola non è cambiata: la corruzione. Nel 2002 la presidente del consiglio comunale è stata arrestata per aver intascato 12 milioni in tangenti. Cicero rimane la cittadina più corrotta di uno degli stati americani più corrotti. La storia di Cicero deve esserci di monito. Per eliminare la corruzione non basta rottamare una classe politica. Non basta neppure cambiarne il Dna. Per eliminare la corruzione è necessario sradicare la cultura che la sostiene. Nei primi anni 80 l’Italia vinse la sua battaglia contro il terrorismo isolandolo culturalmente, prima ancora che …

"Casal di Principe sceglie il sindaco anti-camorra “Riparto da don Diana”, di Conchita Sannino

Ha vinto ancora lui, contro Gomorra. Ma ci sono voluti venti anni e tre scioglimenti antimafia. Renato Natale, 64 anni, medico, esponente di Libera, è di nuovo sindaco a Casal di Principe, 20mila abitanti, epicentro dell’impero del clan dei casalesi. «La mia parola d’ordine? Lo Stato. Che sanziona, ma che sa anche stare al fianco dei cittadini migliori». È la nemesi del potere criminale, quattro lustri dopo la breve primavera di Casale. Eletto al ballottaggio con il 68,3 e due liste civiche (contro le quattro liste e il 31,7 del rivale omonimo, Enricomaria) il primo cittadino aveva già governato per dieci mesi, dal ’93 al ’94, poi costretto a dimettersi per il voto contrario della sua maggioranza, dopo l’esecuzione mafiosa del parroco Peppino Diana. Un risultato che provoca entusiasmo: dalla Bindi, a Saviano (che twitta: «Casal di Principe è in una nuova era») a Nichi Vendola (che parla di «riscatto e futuro migliore» e lancia l’hashtag #tuttanatastoria). Allora, dottor Natale, da dove ricomincia? «Qualcosa avevamo avviato. E mi piace pensare, come diceva Troisi, che posso …

"Le sette regole degli appalti puliti", di Gianluigi Pellegrino

Le infrastrutture sono vitali per l’Italia. Risanamento ambientale, ferrovie, acquedotti. La corruzione avvelena l’aria che respiriamo. Ci presenta un ricatto inaccettabile: rinunciare allo sviluppo o sopportare il cancro. Correggere ciò che non va è ovviamente possibile. Ma mentre si discute dei poteri di Raffaele Cantone bisognerebbe prima evidenziare alcuni aspetti dell’”anomalia italiana”. UNO . La parolina magica. In Europa, “discrezionalità amministrativa” vuol dire procedure adeguate per opere moderne e complesse. Da noi invece è la parola magica che apre la porta dell’arbitrio. Quando per una grande opera c’è già un progetto esecutivo non modificabile, la discrezionalità non dovrebbe applicarsi. Invece l’aggiudicazione avviene spesso con criteri impalpabili, inutili per l’opera e buoni solo per avere mani libere per scegliere l’aggiudicatario. 2. La nebbia sull’esecuzione. Peraltro sono noti anche i rischi delle offerte con il 50% di sconto. Si punta su varianti e riserve esecutive, con relativi ritardi e lievitazione dei costi. Qui, del resto, si agisce all’ombra di un rapporto negoziale senza più concorrenti tra i piedi, dove ogni intesa corruttiva è possibile. Ma allora è …

"Un'altra Leopolda per cacciare i mercanti dal tempio", di Paolo Griseri

È il momento giusto per fare chiarezza nel Pd sulla questione morale imposta all’ordine del giorno dallo scandalo-Venezia. Sergio Chiamparino, neopresidente del Piemonte ed ex sindaco di Torino, suggerisce a Matteo Renzi di gettare nella partita tutto il consenso conquistato nelle urne. “Una volta si sarebbe detto che è necessario un congresso — dice — . Ma se non fosse un congresso, che sia un’assemblea stile Leopolda. Mi permetto di suggerire a Renzi di cogliere l’attimo”. Chiamparino indica anche la necessità di rimescolare le correnti: “Ora sono cristallizzate e non corrispondono più al reale dibattito interno. Abbiamo bisogno di discutere di contenuti e non di poltrone”. E sui rapporti con imprenditori e banchieri: “La patologia non è incontrarli, è farsi pagare in modo illecito”. Un congresso o comunque un appuntamento importante del Pd per fare chiarezza sulla questione della corruzione. Sergio Chiamparino, neopresidente del Piemonte, propone questa strada per rispondere alle imbarazzanti vicende che coinvolgono nelle inchieste esponenti del partito. Chiamparino, Maria Elena Boschi fa capire che il nuovo Pd renziano è diverso nei comportamenti …

"Alla Rai quello che è della Rai", di Roberto Zaccaria

La sottrazione alla Rai dei 150 milioni dei proventi del canone operata dal governo con il decreto legge n.66 del 2014, ha aperto un dibattito enorme sulla stampa italiana intorno al servizio pubblico, alla sua funzione e alla sua riforma. Un’ulteriore amplificazione di questo dibattito è stata prodotta dall’annuncio di uno sciopero dei lavoratori per il giorno 13 giugno ed ora revocato. Dico subito che non mi sarei comunque misurato né sull’opportunità, né tanto meno sulla legittimità di questo sciopero, perché mi pare che il tema dovesse essere comunque circoscritto alle parti in causa. Sui 150 milioni e soprattutto sul modo in cui sono stati prelevati (con effetto immediato e ad esercizio in corso) ho invece qual- cosa da dire con accenti simili a quelli usati dal direttore generale dell’Unione europea delle radiotelevisioni pubbliche e indirizzati al Presidente Napolitano, proprio in questi giorni. Sono convinto che incidere in questo modo, anche se per sacrosante ragioni di bilancio, sulle risorse del servizio pubblico radio- televisivo sia in contrasto con i nostri principi costituzionali ed anche con …