Tutti gli articoli relativi a: cultura

"La vera storia dell'Asinara. Falcone e Borsellino sull’isola bunker", di Attilio Bolzoni

Nell’agosto del 1985 Falcone e Borsellino, minacciati dalla mafia, vennero costretti all’esilio con le famiglie sull’isola del Diavolo. E anche per loro quel paradiso fu un inferno Nel giardino di una villa sul mare è appena cominciata una festa. Sguardi, ragazze abbronzate che ballano. Dietro una siepe si muove un’ombra, poi un’altra ombra è già sul sentiero che porta alla spiaggia. Sono carabinieri in tuta mimetica, come in guerra. Non c’è più musica e non c’è più festa, solo silenzio. Un giovane capitano si avvicina a un uomo, che in mano ha ancora una coppa di vino bianco: «Dottore, lei i suoi familiari dovete fare le valigie: ho l’ordine di portarvi immediatamente in aeroporto per trasferirvi tutti in un luogo segreto. Non chiedetemi dove perché non lo so». Si volta e gli mostra il blindato, metà jeep e metà carro armato. Butta fumo, ha i motori accesi, è pronto a partire. Tutti i ragazzi se ne sono andati, la villa è vuota, in mezzo al giardino è rimasto solo lui, il “dottore”, Paolo Emanuele Borsellino, …

"L’Appia Antica salvata da Autostrade. È l’Operazione Grand Tour", di Gian Antonio Stella

«Il basolato ci danneggia i suv. Non si potrebbe fare qualcosa? Che so, coprirlo con una lastra di cristallo…». La contessa Marisela Federici, racconta divertito e affranto agli amici il commissario per l’Appia Antica Mario Tozzi, proprio non riusciva a capire perché mai non si trovasse una soluzione per quella pavimentazione posata a partire dal 312 a.C. da Appio Claudio Cieco. Che fastidio, per lei e gli ospiti dei party nella sua villa, sobbalzare su quelle basole! Che la regina dei salotti potesse uscirsene con frasi simili si sapeva. Un giorno, alle telecamere di Riccardo Iacona, invitò quanti si suicidano per mancanza di lavoro a darsi da fare: «Lavorassero un po’ di più invece di lamentarsi tanto!». Ma lo stesso fastidio per quel basolato antico, potete scommetterci, lo provano senza dirlo molti di quelli che usano tutti i giorni la «Regina Viarum» come fosse una bretella stradale. Ad esempio consoli e proconsoli della politica e della burocrazia: senza il traffico e i semafori dell’Appia Nuova o della Tuscolana l’aeroporto di Ciampino pare più vicino: vuoi …

"Il governo scommette su Pompei: «Entro il 2015 finiti i lavori nel sito»", di Guido Ruotolo

105 milioni: sono le risorse stanziate per il progetto; per i lavori conclusi è stato speso circa 1 milione e mezzo. Ogni 4 mesi verifica degli interventi Turni anche la notte in caso di ritardi Raggiante il ministro dei Beni culturali e del turismo, Dario Franceschini, dopo aver firmato il Piano d’azione per il Grande Progetto Pompei: «Finalmente, dopo 4 mesi di lavoro abbiamo ridefinito l’accordo e stabilito un cronoprogramma preciso di interventi. Abbiamo messo mano alla legislazione, formato una nuova squadra ricca di professionalità, e ci lasciamo alle spalle decenni di ritardi e pasticci». Un piano massiccio di interventi finanziati dall’Europa, maturato all’indomani dei crolli nell’area archeologica che hanno creato sgomento e stupore nell’opinione pubblica internazionale: 105 milioni di euro, è il totale delle risorse programmate. Il Grande Progetto Pompei ha conosciuto i suoi primi passi nell’aprile del 2012; se si rispetterà la scadenza della fine del 2015, saranno passati 3 anni e 8 mesi in tutto. Franceschini ha definito «Pompei una grande sfida per il Paese». Prima di lui il comL’incontro di ieri …

"Fotografie", di Massimo Gramellini

Scorrono sul tavolo del giornalista le fotografie impubblicabili dell’aereo delle vacanze abbattuto da un missile in Ucraina. Su un prato di sterpaglie, distante chilometri dal luogo dell’esplosione, giacciono i corpi che ancora nessuna mano pietosa ha ricomposto. Indossano pantaloncini da spiaggia e magliette a maniche corte da cui spuntano braccia irrigidite davanti al volto, in un ultimo gesto di autoprotezione. Quel che resta di un uomo biondo è adagiato su un fianco, accanto a un libro che illustra le bellezze dello Sri Lanka. Ovunque fogli di carta: biglietti, prenotazioni, documenti fino a un attimo prima probabilmente importantissimi e all’improvviso deprivati di qualsiasi valore. Come tutta la scena. Difficile non pensare che quei fogli appartenevano a quei corpi e che quei corpi avevano storie, relazioni, sogni e rovelli svaniti per sempre assieme a loro. È banale rimpiangere il gigantesco capitale di futuro andato sprecato? Per il cinico forse sì. Il cinico in queste situazioni può dare il meglio di sé, sventolando le tragedie senza senso come prova di una mancanza di significato più complessiva. Ma anche …

"Il Mibact cambia verso, arriva la rivoluzione di Franceschini. Il Mibact cambia verso, arriva la rivoluzione di Franceschini", di Paola Fabi

Parla il ministro Dario Franceschini: «Amministrazione efficiente per valorizzare il nostro patrimonio». E ai privati dice: «Ora non ci sono più alibi» Non è un piccolo cambiamento ma «una grande rivoluzione». Lo aveva annunciato già da tempo il ministro Dario Franceschini e ieri la sua riforma per la riorganizzazione del sistema culturale e turistico italiano ha preso forma. Un cambiamento profondo che consentirà «di investire sull`incredibile patrimonio culturale che possediamo». L`obiettivo è arrivare a un`amministrazione efficiente e meno costosa attraverso sei passaggi fondamentali: rinnovamento della struttura centrale e semplificazione di quella periferica; integrazione tra cultura e turismo; valorizzazione dei musei italiani; rilancio delle politiche di innovazione e formazione; valorizzazione delle arti contemporanee; semplificazione delle procedure per ridurre i contenziosi tra amministrazione centrale e periferia ed il taglio delle figure dirigenziali (37 dirigenti in meno). Uno snellimento che, secondo Franceschini, «porterà dei vantaggi sia per i cittadini che per il territorio». Ministro Franceschini, la riorganizzazione del ministero delle attività dei beni e delle attività culturali e del turismo è una vera e propria rivoluzione. Ma come …

"Questo giornale ci serve ancora", di Silvia Ballestra

In molti prima di me hanno scritto che la chiusura de L’Unità è semplicemente impensabile, inconcepibile. È così. Non è pensabile che fra pochi giorni un giornale importante, libero, storico, possa sparire. Non è giusto e non è civile. Non è pensabile che uno dei pochi spazi di discussione e approfondimento e scoperta chiuda per sempre. Non è pensabile neanche per me, ovviamente, e non lo dico solo da lettrice ma anche da collaboratrice (iniziai con Furio Colombo ,all’indomani di un altro salvataggio «fine di mondo» con gagliardissima ripartenza) e da scrittrice. Sì, da scrittrice che a ogni uscita di libro, film, prima di spettacolo teatrale, albo di fumetti, disco o serie tv è certa di trovare recensioni di qualità, argomentazioni critiche e spazi di dibattito mai ovvi, sempre liberi. Oggi più che mai perché mai come prima proprio la cultura, e l’approfondimento critico, e il dibattito fra voci diverse, e il taglio che non t’aspetti, e la preparazione, sono minacciati da superficialità, velocità, improvvisazione e rozzezza. Così voglio parlare della cultura su l’Unità e …

"Il potere dell'istruzione", di Nicholas Kristof

SONO passati quasi tre mesi da quando i militanti islamici nel nord della Nigeria attaccarono una scuola dove si svolgevano gli esami e sequestrarono più di 250 ragazze, tra le più intelligenti e promettenti della regione. I loro rapitori le hanno definite schiave e hanno minacciato di «venderle sul mercato». L’ultima volta che sono state viste, in un video di due mesi fa, le ragazze apparivano terrorizzate. «Stiamo chiedendo aiuto», supplica Lawan Zanah, padre di una ragazza scomparsa, Ayesha, che ha 18 anni e compariva in quel video. «America, Francia, Cina, dicono che ci stanno aiutando, ma concretamente non vediamo nulla». Lui e gli altri genitori, dice, non sanno nemmeno se le loro figlie sono vive. I genitori passano il tempo a pregare che Dio intervenga, dal momento che il governo nigeriano e gli altri non sembrano avere intenzione di farlo. «Speriamo che Dio ascolti il nostro dolore». La preside della scuola, Asabe Kwambura, dice che 219 ragazze non sono ancora tornate e denuncia il fatto che la campagna internazionale di solidarietà Bring Back Our …