Tutti gli articoli relativi a: cultura

"Boom dei Musei a luglio. Picco di visitatori e incassi: +10%", da RaiNews

Le nuove regole per l’ingresso In un mese guadagnati 12,1 milioni di euro contro gli 11,4 di luglio 2013. Sono gli effetti delle modifiche sul sistema tariffario di poli museali statali e siti archeologici in vigore dal 1° luglio. Entusiasta il ministro della cultura Franceschini: “Successo oltre le aspettative” Terme ad Ercolano 02 agosto 2014Luglio da record per i musei statali e i siti archeologici: crescono vertiginosamente il numero dei visitatori e gli incassi che fanno registrare un salto in avanti del 10%. Grandi e piccoli musei italiani stanno beneficiando dell’entrata in vigore, dal primo del mese scorso, delle nuove regole sulle tariffe: dalle aperture prolungate il venerdì alle domeniche gratuite. Nel dettaglio, i visitatori paganti sono cresciuti del 10,7%; in aumento anche gli ingressi gratuiti che fanno segnare +7,6% e gli incassi che svettano a +10,6% per un totale di 12,1 milioni di euro contro gli 11,4 di luglio 2013. Entusiasta il ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini: “E’ un successo oltre le aspettative”. Crescono i “visitatori paganti” Il Sistan conferma che i 252 …

"Per salvare il nostro patrimonio serve un’alleanza con i cittadini", di Daniele Manacorda

Al grido di “dobbiamo salvare le soprintendenze” anche un intellettuale di rara intelligenza come Carlo Ginzburg paventa nel suo articolo apparso su Repubblica il 29 luglio il ridimensionamento delle loro competenze con i conseguenti danni al nostro patrimonio e al paesaggio. Il decreto Franceschini — di cui Ginzburg parla per sentito dire — attribuirebbe a persone «prive di conoscenze specifiche » scelte importanti, che decideranno nientemeno che «della sopravvivenza di opere, di edifici, di equilibri paesaggistici fragilissimi». Il decreto in realtà dice tutt’altro, attribuendo compiti di coordinamento a commissioni regionali per il patrimonio culturale composte dagli stessi soprintendenti. Siamo come paralizzati da conservatorismi non più giustificabili da parte di una fetta di classe dirigente, anche colta ma elitaria, che ha paura di cimentarsi con le sfide affascinanti che ci propone l’economia della conoscenza. L’articolo 9 della Costituzione parla infatti di Repubblica e non di Stato, e parla di «promozione della cultura», cioè di valorizzazione: una parola demonizzata da chi la traduce in monetizzazione. Le radici di molti dei problemi attuali stanno nella stagione laica della …

"E Terracini non voleva Palazzo Madama", di Guido Crainz

“LE REGIONI e i Comuni eleggeranno la seconda Camera”: è un titolo dell’ Unità del 17 ottobre del 1946 e dà conto dei lavori della Assemblea Costituente. CITA, più esattamente, un ordine del giorno approvato dalla seconda sottocommissione con l’astensione di comunisti e socialisti: prevede che il Senato sia eletto per un terzo dalle Regioni e per due terzi dai Comuni. Nello stesso numero del giornale un autorevole costituzionalista come Vezio Crisafulli critica appunto “la struttura della seconda Camera”(questo il titolo dell’articolo), vi vede un contrappeso conservatore. Solo curiosità d’epoca, naturalmente, ma ben al di là di esse il clima generale del dibattito di allora andrebbe ricordato a quanti urlano di “Costituzione stracciata” o minacciano di abbandonare il Parlamento (per la verità lo aveva già fatto Silvio Berlusconi l’autunno scorso, e sappiamo come è andata a finire). Quel clima andrebbe ricordato soprattutto perché spiega bene le ragioni per cui si affermò allora il bicameralismo perfetto: è sufficiente rileggere il discorso con cui De Gasperi inaugurò a Roma nel maggio del 1946 la campagna elettorale della …

"C'è una sola domanda su l'Unità: non com'è stata ma come sarà", di Walter Veltroni

Come sarà l’Unità? Non cosa è stata e cosa è. Credo che l’ambizione che oggi deve muovere la redazione e tutti quelli che hanno a cuore il destino del giornale, a cominciare dal Pd, sia quella di guardare al futuro, non alla sopravvivenza. Lo dico non per un ottimismo di maniera ma perché questo è scritto nel dna dell’Unità e, aggiungo, nelle necessità della sinistra italiana. Persino chi ne scrive male (anche oggi sui giornali) deve ammettere che è stata sempre una presenza indispensabile, che ogni santa mattina quel quotidiano proprio non si poteva saltare. Quando in anni lontani veniva definita come «il Corriere della sera degli operai» non lo si faceva per iperbole, perché l’Unità era un grande giornale politico, ma insieme un giornale di frontiera, il luogo di battaglie sociali e civili, la sede non formale di un dibattito culturale profondo e insieme aperto, anche nei momenti più difficili. Perdere tutto questo sarebbe grave non solo per chi ci lavora e per i lettori, sarebbe grave innanzitutto per la sinistra e per l’informazione …

"Stranieri e città d’arte tengono a galla il turismo italiano. Record di americani", di Flavia Scicchitano

Gli italiani tornano (lentamente) a viaggiare: almeno in Italia, dove nei primi sei mesi del 2014 il flusso dei vacanzieri connazionali è cresciuto dell’1,8%. Numeri che lasciano ben sperare, quelli forniti dall’Osservatorio nazionale del turismo (dati Bankitalia-Istat, rielaborati da Ciset) e presentati ieri al ministero dei Beni culturali. Ma ancora poco competitivi con il turismo straniero che, per lo stesso periodo e con un aumento del 2,3%, si conferma traino del settore. Per il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, però, non basta. «Dobbiamo moltiplicare l’offerta turistica, lavorare sulla digitalizzazione e sulla qualità dell’ospitalità — ha detto — e promuovere il Paese in modo compatto, superando la concorrenza tra regioni». Se «investire nel turismo è una delle condizioni fondamentali per far crescere l’economia», il piano di azione del ministero punta tutto sul Mezzogiorno: «Al Sud si trovano dei tesori unici come Pompei, i Sassi di Matera, i Bronzi di Riace e i turisti scelgono sempre le grandi città d’arte. Bisogna lavorare per renderlo più attrattivo». È anche dai dati che emerge come gli stranieri in …

"Il museo di massa", di Rachel Donadio

Milioni di visitatori, soprattutto d’estate, affollano il Louvre e il Prado, il British Museum e gli Uffizi. La ressa davanti a quadri e dipinti dura il tempo di un selfie, ma alle volte danneggia i capolavori. E ora si cercano soluzioni per conciliare accessibilità e tutela delle opere   IL tempo è uggioso e la coda per entrare al Louvre in questi giorni gira attorno alla piramide di vetro e acciaio e prosegue per tutti e due i cortili. All’interno del museo una piccola folla è assiepata davanti alla Gioconda a scattare foto e selfie con i cellulari. Nella ressa accanto alla Nike di Samotracia Jean-Michel Borda, che arriva da Madrid, esclama: «Sembra di stare sul Métro la mattina presto». In estate sono milioni i visitatori che affollano il Louvre (al primo posto nel mondo con 9,3 milioni di presenze nel 2013) e gli altri grandi musei europei. Ogni anno aumentano, con l’emergere delle nuove classi medie soprattutto in Asia e in Europa dell’Est. L’estate scorsa il British Museum ha registrato un record di presenze …

"È la terza volta che ci spengono, ma non ci fermiamo", di Luca Landò

L’Unità chiude di nuovo. Era accaduto nel luglio del 2000. E restò via dalle edicole per otto mesi. Ora succede un’altra volta e non sappiamo se e quando ritornerà dai suoi lettori. E già questa incertezza la dice lunga su come viene gestito il presente e il futuro, se ce ne sarà uno, di questo giornale che deve sospendere le pubblicazioni ma non ha nessuna intenzione di morire, come dimostrò durante gli anni del fascismo, quando riuscì a sopravvivere diciassette anni di clandestinità: stampato in fretta e di nascosto, persino scritto a mano pur di continuare a far sentire la propria voce nell’Italia dei manganelli e dell’olio di ricino. O quando il 24 marzo 2001, contro ogni pronostico e fatto unico al mondo (i giornali che a volte ritornano di solito durano poco) si ripresentò con forza in edicola ritrovando subito la sua voce e il suo spazio. L’Unità chiude di nuovo perché anche ieri, come da troppo tempo, i soci della Nie, la società che edita il giornale e che da un mese è …