Tutti gli articoli relativi a: cultura

"Europa creativa 2014-2020. In palio 38 milioni per imprese, enti e atenei che si alleano per scambi e mostre Incentivi alle reti per la cultura", di Maria Adele Cerizza – Il Sole 24 Ore 22.08.14

Cultura a tutto campo: scambi, mostre e festival. Ma anche formazione, mobilità e gestione aziendale. E molto altro ancora. È aperto l’invito a presentare progetti di cooperazione europea, finanziati nell’ambito del Programma Europa Creativa 2014-2020. Rivolto alle Pmi del settore culturale, il bando ha una dotazione finanziaria di 38 milioni. Le imprese, ma anche gli enti pubblici, le associazioni e le istituzioni culturali, le fondazioni e le case editrici, università e centri di ricerca, network culturali europei ed osservatori culturali internazionali, avranno tempo fino al 1° ottobre per presentare domanda di accesso ai finanziamenti. A patto che facciano “rete” con un’alleanza tra Paesi diversi per far circolare la cultura. Le priorità in termini di rafforzamento della capacità dei settori culturali e creativi di operare a livello transnazionale sono le seguenti: – supportare azioni che forniscano agli operatori culturali e creativi competenze, capacità e know-how adeguati a contribuire al rafforzamento dei settori culturali e creativi, anche promuovendo l’adattamento alle tecnologie digitali, collaudando approcci innovativi per lo sviluppo del pubblico e sperimentando nuovi modelli imprenditoriali e gestionali; …

“La grande letteratura ha l’anima dell’Europa”, di Roberto Brunelli – La Repubblica 20.08.14

Qualcuno pensa che Cees Nooteboom abbia doti profetiche. Nel 1975, come ha raccontato lui stesso, ebbe il presentimento che le Torri Gemelle sarebbero crollate: «Mi parevano talmente fragili che mi sembrò naturale immaginare che un giorno si sarebbero afflosciate su se stesse». Oggi tutti tornano a chiedere allo scrittore olandese perennemente candidato al Nobel dove andrà a finire quest’Europa sospesa tra unione e disintegrazione, eternamente incerta della propria identità e forse incapace di trovare una propria voce. Non è un caso, perché l’ottantunenne Nooteboom il Vecchio Continente l’ha girato in lungo e largo, raccontandone l’anima profonda sin dal suo primo romanzo, Philip e gli altri . Anche come giornalista ha dimostrato fiuto per gli appuntamenti della storia: all’invasione sovietica di Budapest nel ‘56, al Maggio francese, a vedere il crollo del Muro di Berlino, lui c’era. Lui, che da bambino è sopravvissuto alle bombe di Hitler e che poi per amore si è arruolato come mozzo su una nave diretta in Sudamerica, ha fatto del viaggio, dell’incontro, il senso della sua esistenza e della sua …

"La rivincita del Rinascimento", di Nuccio Ordine – Il Corriere della Sera 18.08.14

Il ruolo della cultura italiana dal Medioevo all’età moderna nel progetto per la costruzione di una nuova identità europea Mentre il nostro patrimonio monumentale e artistico soffre di quotidiane difficoltà, mentre le nostre biblioteche e i nostri archivi di Stato vengono spesso abbandonati al degrado, mentre i nostri scavi archeologici rischiano di sgretolarsi, il prestigio dell’Italia continua ancora a pulsare nei centri di studio sul Rinascimento più prestigiosi d’Europa. In Francia, in Germania, in Inghilterra e in Spagna importanti centri di ricerca considerano la nostra lingua e la nostra letteratura, le nostre opere d’arte e i nostri centri storici, i nostri scienziati e i nostri filosofi, i nostri musicisti e i nostri architetti come una grande ricchezza della cultura europea. Un «mito» dell’Italia che — nonostante il disimpegno degli Istituti italiani di cultura all’estero, progressivamente depotenziati e ormai trasformati soprattutto in vetrine di prodotti commerciali — continua a sopravvivere grazie allo straordinario patrimonio che abbiamo ereditato. Del ruolo della cultura italiana nel Rinascimento e dell’importanza della cultura rinascimentale nella complessa e contraddittoria costruzione contemporanea dell’identità …

"Un selfie con Rembrandt ora alla National Gallery fotografare non è vietato", di Alessandra Baduel – La Repubblica 17.08.14

Da oggi farsi un selfie con l’autoritratto di Rembrandt come sfondo è permesso. Uno dei templi dell’arte, la National Gallery, ha cancellato il divieto di scattare foto alle opere della sua collezione permanente, della quale Rembrandt è una delle attrazioni, e in Gran Bretagna è partita la polemica. Davanti alla difficoltà di controllare l’uso di smartphone e tablet da parte dei visitatori — se per cercare notizie su un’opera o per scattare foto — già il Louvre e il Moma avevano ceduto, mentre nella sua riforma il ministro ai Beni Culturali Dario Franceschini propone la stessa cosa, anche lui suscitando polemiche. Nel dibattito inglese, c’è chi difende il selfie, e lo scatto a un dettaglio di un quadro, magari per ristudiarselo a casa, come un vero passo avanti per l’arricchimento culturale. Dall’altro lato, c’è chi si preoccupa della dissacrazione. Uno per tutti, Michael Savage, autodefinitosi nel suo blog «storico dell’arte scontroso », che critica la «fine dell’ultimo bastione della quieta contemplazione». Ma anche il Guardian si è schierato, con un editoriale contro coloro che «preferiscono …

“I soldi per la Cultura devono raddoppiare. E voglio aprire Pompei di notte”, di Lavinia Rivara da La Repubblica 15.08.14

La riforma è in arrivo, il ministro per i Beni culturali: nessun contrasto col premier “Investire di più, è un’idea della Leopolda” Gli storici dell’arte che liquidano la sua riforma della cultura come “macelleria culturale”? «Dimostrano che è una vera riforma ». L’accusa di voler trasformare musei e siti in macchine per far soldi? «La valorizzazione del nostro patrimonio artistico è la condizione per tutelarlo meglio». I contrasti con Renzi sulla riforma? «Leggende metropolitane ». Dario Franceschini da 5 mesi guida il ministero dei Beni culturali e del Turismo tra successi e polemiche. Ha cacciato le bancarelle dai monumenti, ha incentivato il privato, ha aumentato le domeniche gratuite nei musei, ma ha tolto i biglietti gratis agli over 65. E ora affronta la madre di tutte le battaglie, quella con le sovrintendenze, che lo accusano di consegnare i musei a manager interessati solo al marketing. Lui tira dritto, anzi rilancia. E, alla vigilia di una manovra fatta tutta di tagli, apre una nuova sfida sul tavolo del governo: raddoppiare la spesa per la cultura nella …

"Una scuola per la pace", di Franco Lorenzoni

Insegnare la non violenza nel mezzo di una guerra. Così a Betlemme si prepara il futuro Tornato dalle trincee della Prima guerra mondiale, Celestin Freinet divenne socialista e dedicò ogni sforzo a costruire la pace, a partire da pratiche concrete capaci di dare dignità all’infanzia. Fu dunque dalla visione di un maestro di campagna che nacque la prima e unica Internazionale di educatori (Fimem), che ancora oggi si riunisce ogni due anni in un Paese diverso, sopravvivendo a una globalizzazione che spesso separa più che unire. A Reggio Emilia, a fine luglio, il Movimento di Cooperazione Educativa ha riunito 532 insegnanti da 38 Paesi di 4 continenti, che per dieci giorni hanno partecipato a laboratori e discusso intorno al tema del bambino e la città. È in questa occasione che, nei giorni dell’invasione di Gaza da parte dell’esercito israeliano e dei missili lanciati da Hamas, incontro il biologo palestinese Abdelfattah Abusrour, iniziatore della «Beautiful Non-Violent Resistance». «C’è chi afferma che non ci può essere al tempo stesso bellezza e resistenza ma io affermo il contrario. …

"Il Mibac ora ha una visione", di Andrea Carandini

Le proposte di Franceschini individuano sei linee di tendenza che disegnano una strategia da verificare sul campo, evitando sia i catastrofismi che gli eccessivi entusiasmi Il ministro Franceschini propone di riformare il ministero: 46 pagine che vanno conosciute prima che appoggiarle, integrarle o demolirle. Il ministro deve aver cura del “mezzo” – il ministero – per attuare il “fine” – la promozione della cultura. Deve guardare strabicamente nelle due direzioni, difendendo prima di tutto l’interesse generale rispetto a quello pur lecito degli addetti. Sono fiorite fin’ora poche idee e tanti pregiudizi, tra chi da una parte vuole lasciare tutto come è stato e chi – ravvisando nelle soprintendenze addirittura un “nemico” al quale spuntare le armi – vorrebbe sottrarre alla tutela la “lontananza” che la fa vivere, pericolosamente avvicinandola alle amministrazioni locali, che non hanno dato purtroppo buona prova: nessun piano paesaggistico regionale approvato e territori divorati da cemento, incuria, boscaglia. Stare tra l’incudine e il martello è posizione scomoda, da sopportare. Oltre al ripristino del Consiglio superiore e dei Comitati tecnico-scientifici, cade l’occhio su …