Tutti gli articoli relativi a: cultura

“Strumenti per ricordare il valore dei beni culturali”, di Michele Weiss – La Repubblica 05.04.15

Cultura e tecnologia mondi troppo lontani? Occorre ricredersi. Alcuni recenti progetti fanno capire che i contenuti e i network relativi a design, urbanistica, lettura e patrimonio archivistico ottengono i superpoteri grazie alle nuove frontiere del digitale. Al Cooper Hewitt di New York, museo leader nel design in America, è capitata una rivoluzione: approfittando del rinnovo dei locali l’istituzione ha ribaltato l’experience della visita. Merito di un’avveniristica penna “magica” digitale, che consente al museo di lanciare il claim della nuova era: «Anche tu puoi essere un designer!». Trovata di marketing ma non solo, perché il device permette un livello di approfondimento e interattività finora impensabili, spiega a Nòva Seb Chan, leader del team Digital and emerging Media del museo, incontrato all’Ifbookthen 2015: «All’ingresso, ogni visitatore riceve la penna e grazie alle potenti Api digitali comunica con tutti gli oggetti esposti». Lo strumento aiuta a sfruttare al meglio la digitalizzazione delle collezioni, continua: «Con le nuove tecnologie e la penna, lo spazio espositivo è aumentato del 60%, rendendo la visita un evento interattivo, creativo e multiplayer». Le …

“Quel piccolo film che ci insegna ad amare i down”, di Michela Marzano – La Repubblica 05-04.15

È un video pieno di complicità e di amore quello che Giacomo realizza con il fratello Giovanni, un bimbo di 12 anni con sindrome di down. È un video che commuove e fa ridere. Ma è, soprattutto, un video estremamente coraggioso che fa a pezzi i pregiudizi. ECHE , in pochi minuti, è capace di ribaltare i ruoli e stravolgere le aspettative. Al punto che, dopo un po’, nessuno spettatore sa più quale dei due fratelli sia quello “normale” e quello “anormale”, quello “sano” e quello “malato”. Certo, all’inizio ci sono ben poche sorprese. Il “diverso” è senz’altro Giovanni. È lui che si inceppa. Lui che risponde a casaccio. Lui che perde il filo e sembra proprio non potercela farcela a superare il colloquio di lavoro messo in scena dal fratello. Non sarà mai assunto, pensiamo tutti. Poi però, pian piano, i ruoli si invertono. Ed è proprio Giovanni ad incantarci, con quell’autenticità e con quella gioia di vivere di cui forse i “normali” non sono più capaci. Allora perché all’inizio, guardando Giovanni, non possiamo …

Dagli enti di ricerca una task force per il restauro dei beni culturali – Il Sole 24 Ore 31.03.15

Il restauro e la conservazione delle opere d’arte in Italia si fanno sempre più scientifici. Il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), l’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn), il Consorzio interuniversitario nazionale per la scienza e tecnologia dei materiali (Instm) e l’Opificio delle pietre dure (Opd) si sono uniti per creare una rete mobile e integrata di esperti, «Iperion_Ch.it», in grado di fare le diagnosi più sofisticate possibili sull’opera d’arte per organizzarne il restauro e la conservazione. Gli interventi per i beni culturali Questo progetto è il nodo italiano di una rete europea per i beni culturali nell’ambito del programma europeo di ricerca Horizon 2020. «A Iperion partecipano – spiega Francesco Taccetti, coordinatore della rete beni culturali dell’Infn – 25 soggetti da diversi Paesi. In Italia abbiamo voluto costituire un blocco italiano che si allargherà a varie università», finanziato dal ministero dell’Istruzione. «Usiamo tecniche sofisticate sviluppate in laboratorio – continua Taccetti – e gli strumenti degli enti di ricerca. Finora queste tecniche non sono mai state usate in modo così massiccio da enti di ricerca tutti …

“Liberiamo i bambini”, di Laura Cinelli – Il Resto del Carlino 29.03.25

Si chiama Il pianeta nel piatto (Mondadori) ed è l’ultimo libro di Anna Sarfatti, scritto in collaborazione con il fratello Paolo. Un libro intelligente e scherzoso, dove si parla di alimentazione e di diritto al cibo attraverso racconti che hanno come protagonisti i bambini del mondo. C’è Ramatou, Pilù, Untina Eletta, Elìa, Catunta, nonno Amaro, Terra Madre, Chindhanai. Ci sono il tè delle farfalle, il sale del mare, i campi di patate, il miglio… E ci sono le storie di villaggi lontani, che parlano di ragazzini che lavorano giorno e notte per aiutare le famiglie, di quaderni che mancano, di richieste di mezzi per raggiungere la scuola, di computer che aiutino a studiare. Poi ci sono le schede, quelle serie, che aiutano a capire come si vive nel mondo e cosa si può fare per salvare il pianeta dagli sprechi. E le illustrazioni di Serena Riglietti, dove i tessuti disegnati degli abiti dei bambini sono gli stessi usati in India o Niger. Il libro sarà presentato alla Fiera del libro per ragazzi di Bologna, insieme …

L’amaca, di Michele Serra – La Repubblica 28.03.15

Sulla controversa vicenda delle intercettazioni telefoniche c’è da prendere atto (mestamente) che il solo criterio che nessuno considera affidabile è l’autodisciplina dei media. Ovvero, il loro autonomo discernimento a proposito della rilevanza pubblica di quelle conversazioni; evitando (ovviamente) di pubblicare quelle che hanno carattere esclusivamente privato, la cui pubblicazione (vedi le varie macchine e macchinette del fango) ha il solo scopo di svergognare, umiliare e intimidire l’intercettato. La categoria dei giornalisti dispone, almeno sulla carta, di organi di autodisciplina interna, custodi della cosiddetta deontologia professionale. Per quanto corporativo, è un meccanismo che potrebbe avere una qualche efficacia: perfino il mondo del calcio, che non citerei come esempio preclaro di etica e autocontrollo, è in grado di comminare autonomamente provvedimenti disciplinari a carico dei suoi tesserati. In quarant’anni di giornalismo mi è capitato almeno cento volte di pensare che l’Ordine avrebbe potuto e dovuto intervenire a carico di conclamate porcherie di suoi iscritti; novantanove volte non lo ha fatto. Esattamente come accade ai politici, che essendo incapaci di darsi un codice di comportamento rispettabile sono poi …

“Cultura è libertà di ricercare”, di Giovanni Maria Flick – Il Sole 24 Ore 22.03.15

L’art. 9 della Costituzione disegna uno strano e originale “trittico” di valori (tutti fondamentali e riguardati come “tipizzanti” del volto costituzionale dello Stato-apparato e dello Stato-collettività), rispetto ai quali i compiti della Repubblica vengono ad essere scanditi secondo direttrici apparentemente non sintoniche fra loro. C’è la «cultura», che deve essere sviluppata; la «ricerca scientifica e tecnica» che deve essere promossa; il «paesaggio ed il patrimonio storico e artistico» che devono infine essere tutelati. Sembrerebbe, quindi, che, mentre la “cultura” viene vista dalla Costituzione come un quid mai compiuto, ma sempre in divenire e da accrescere, la ricerca non abbia una sua dimensione diacronica, quantificabile secondo un più o un meno, ma debba semplicemente essere assecondata: quasi una funzione maieutica dello Stato, che ne deve accompagnare l’incedere, lasciando a chi si occupa di ricerca stabilire l’an, il quid ed il quomodo. Paesaggio e patrimonio storico e artistico sono invece visti nella loro prospettiva statica: vanno solo tutelati, quasi a farne un “museo” (all’aperto o al chiuso non importa). Eppure, cultura, ricerca e patrimonio storico e artistico non appaiono elementi scollegati all’interno del …

“È la distruzione della civiltà araba la vera strategia del falso Califfo” di Tahar Ben Jelloun – La REpubblica 21.03.15

La Tunizia è nota per i suoi gelsomini, le sue terrazze affacciate sul mare, la sua ospitalità e la volontà di essere l’elemento femminile nel Maghreb — se, come dice il proverbio, l’Algeria è un leone e il Marocco un uomo. Di fatto, per chi viene dall’Algeria, ove la vita è piuttosto dura, soprattutto dopo la terribile guerra condotta per strappare la sua indipendenza, la Tunisia appare come un porto di pace, dolcezza e vita serena. Per questo molti turisti hanno apprezzano questo Paese, fino all’attentato del 2002 contro la Sinagoga di Djerba, città nota per le sue attrattive turistiche e la sua buona cucina. In quel periodo il Paese era sotto il pugno di ferro di Ben Ali e della sua onnipresente polizia. La quale però non impedì il massacro di 14 tedeschi, 2 francesi e 5 tunisini periti in quell’attacco, che già allora voleva essere un avvertimento, destinato a tener lontani i turisti. Il Paese rimase sotto shock, incapace di comprendere il perché di quest’azione tesa a rovinarlo: senza turismo la Tunisia si …