Tutti gli articoli relativi a: cose che scrivo

“Una certa idea del Paese”, di Arrigo Levi

Un recente sondaggio sui rapporti fra America ed Europa, ha confermato quanto drasticamente sia mutata in meglio, col cambio di presidenza, l’immagine che gli europei avevano non tanto del governo di Washington e della sua politica, ma dell’America. Nel corso della mia vita, altrettanto subitanei e radicali sono stati i cambiamenti dell’immagine dell’Italia nel mondo. E tuttavia, una certa idea dell’Italia, anche negli anni più bui (e penso alla presa del potere e al totalitarismo fascista, culminato con l’alleanza hitleriana, con la guerra alle democrazie e con l’eccidio degli ebrei), rimase viva, anche fra gli antifascisti e i perseguitati, la convinzione che l’Italia vera non fosse quella del Duce, ma un’altra Italia, non dimentica della sua storia gloriosa, memore della sua grande civiltà umanistica. Caduto il fascismo, gli ebrei emigrati ritornarono in Italia nella convinzione che non l’Italia ma il fascismo aveva dato loro una caccia mortale, consapevoli che gli italiani avevano con innumerevoli atti di coraggio protetto e salvato migliaia e migliaia di perseguitati. No, quella fascista non era stata «la vera Italia». Così …

“Il dominio di uno e l’esercito dei vassalli”, di Debora Serracchiani

Avrei voluto cominciare dicendo “ora basta”, ma ho capito che non potevo. E non tanto perché l’hanno già detto un po’ tutti, da Gianfranco Fini al Manifesto, ma perché mi sono convinta che sarebbe stato come fare la faccia feroce. Una smorfia che non serve a niente. Il fatto è che non abbiamo idea di quanto sia lungo il buio tunnel della democrazia in cui ci stiamo muovendo, né di quali degenerazioni dello scontro politico ancora ci attendano. In realtà, credo siamo ben oltre i limiti della politica e delle sue contrapposizioni: penso sia più corretto parlare dell’arroccamento temibile di un sistema di potere, che non esita ad adoperare tutti gli strumenti, e verrebbe da dire proprio tutti, per sgombrare il campo da ogni eventuale ostacolo o resistenza. L’Italia, sottoposta a una sapiente mitridatizzazione, si sta abituando a una spirale di arroganza che sembra avere per confine soltanto il dominio assoluto di un individuo, assistito dai servigi di volenterosi vassalli. Tutto ciò ha un nome, che mi astengo dal pronunciare per il pudore che in …

“La Chiesa e le sue tante fratture. Un malessere profondo e il doppio allarme su moralità e Lega”, di Alberto Melloni*

«C’è chi pensa di avere il diritto all’indulgenza». L’imboscata di Vittorio Feltri alla Chiesa italiana ha suscitato dentro il cattolicesi­mo un ventaglio di reazioni: il cardinal Ba­gnasco è disgustato; l’editore di Avvenire arrocca; l’accusato irride l’accusatore; il di­rettore de L’Osservatore Romano ha depre­cato l’attacco ma non meno l’imprudenza di certi articoli in difesa dei povericristi an­negati; qualche prelato parla di mafia, l’ar­civescovo di Palermo Romeo non trovereb­be strano un «passo indietro»; Cossiga — uno fra i tanti cattolici che con l’ Avvenire fu duro — mostra magnanimità. Sono sfu­mature dietro le quali c’è il giudizio su un cambio di direzione della politica della Chiesa, ritenuto causa, ma in senso diver­so, di questa vicenda. Durante la sua presi­denza il cardinal Ruini ha avuto una linea politica precisa: non tanto favorire un buongoverno (conservatore o progressista che fosse), ma essere temuto dai partiti. Per questo Prodi, di cui era amico fraterno, diventava un avversario e Berlusconi, no­nostante uno stile di vita agli antipodi dai suoi, è stato preferito: per una incolmabile differenza di «timore». Per questo i …

Sull’immigrazione il centrodestra reagisce con insulti

Si chiedano perché le organizzazioni Ue e Alto Commissariato chiedono chiarimenti “La reazione difensiva sul tema dei respingimenti è fatta solo di aggressioni, insulti e intimidazioni’. ‘Si domandino – ha detto Franceschini – perche’ non l’opposizione, ma l’Ue chiede chiarimenti rispetto alla politica dei respingimenti e al rispetto del diritto di asilo politico. Si chiedano perché l’Alto commissariato, che opera nel rispetto del mandato ricevuto dall’Onu e in base alla Convenzione di Ginevra denuncia le violazioni al diritto internazionale contenute nelle azioni di respingimento, da ultima quella dei somali. L’unica risposta è l’intimidazione nei confronti delle persone fisiche: dopo i giornalisti è la volta dei funzionari delle organizzazioni internazionali”. È l’opinione di Dario Franceschini sull’immigrazione ad un’iniziativa a Riccione.

“4 risposte da Mimmo Pantaleo”, di Felicia Masocco

1. Insegnanti sui tetti Sono persone che rimangono senza lavoro, disperati ed esasperati. Le proteste dei questi giorni, come quella dei coniugi di Caserta che hanno minacciato di lanciarsi da una finestra perché rimasti senza incarico, sono spia di tensioni sociali che rischiano di non essere governate. 2. Che fare È fissato un incontro per il 3 settembre, ma è chiaro che non si può continuare a discutere su tavoli tecnici. Sono necessarie misure concrete, a cominciare dagli ammortizzatori sociali per chi resta senza lavoro, e dalla copertura dei posti rimasti vacanti. E serve una drastica revisione dei tagli. 3. Licenziamenti di massa I precari della scuola pagheranno conseguenze pesantissime per la scelta del governo di tagliare la spesa per l’istruzione. Sono tagli che mettono una seria ipoteca sulla qualità della formazione oltre che sull’occupazione. 4. La mobilitazione Se dovessimo constatare il solito rinvio delle decisioni o il solito scaricabarile tra questo e quel ministro non staremo fermi. Scenderemo in campo già ai primi giorni di settembre con iniziative di mobilitazione fino allo sciopero generale …

«Io sono un immigrato», di John Fitzgerald Kennedy

Un testo di John Kennedy, pubblicato per la prima volta in Italia, racconta la via crucis dei migranti. Parole di mezzo secolo fa che sembrano scritte oggi L´11 maggio 1831 Tocqueville, giovane aristocratico francese, sbarcò nel caotico porto di New York. Aveva attraversato l´oceano per cercare di capire le implicazioni che il nuovo esperimento democratico in corso sulla sponda opposta dell´Atlantico avrebbe avuto per la civiltà europea. Per i successivi nove mesi, Tocqueville e il suo amico Gustave de Beaumont percorsero in lungo e in largo la parte orientale del continente, da Boston a Green Bay, da New Orleans fino al Québec, alla ricerca dell´essenza della società americana. Tocqueville rimase affascinato da ciò che vide. Fu sbalordito dall´energia delle persone che stavano costruendo una nuova nazione, apprezzando le nuove istituzioni e gli ideali politici. Ma, sopra ogni cosa, rimase impressionato dallo spirito di uguaglianza che permeava la vita e le usanze di quella gente. Pur nutrendo qualche riserva verso alcune manifestazioni di quello spirito, riuscì a scorgerne i meccanismi in ogni aspetto della società americana: …

«La coscienza orfana della legge», di Barbara Spinelli

Stando a un sondaggio di SkyTg24, sono molti gli italiani convinti che i cinque eritrei sopravvissuti alla morte nel Mediterraneo vadano processati per reato di immigrazione clandestina: il 71 per cento. Su quel barcone sono periti 73 fuggiaschi, tra il 18 e il 20 agosto, eppure non sembra esserci emozione di fronte al naufragio ma solo famelica ansia di allontanare gli alieni dalle nostre terre, con ogni mezzo. Erano uomini di troppo i sommersi, e lo sono anche i salvati. I ministri di Berlusconi ne approfittano per ricordare che i respingimenti funzionano, che si fan rari gli intrepidi che tentano le traversate: nessuno porta il lutto per i sommersi né immagina quel che hanno vissuto i salvati. Se ci son colpe, è l’Europa a commetterle. La miseria del mondo non può addensarsi sul Sud del continente. Non siamo buoni al punto da esser fessi: questo fanno capire Maroni, Calderoli, e gli italiani sembrano sostenerli. Ma forse l’opinione pubblica li sostiene perché scandalosamente male informata, non solo su quello che accade nel mondo ma su quello …