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Dario Franceschini: discorso ai lavoratori, la sesta tappa del viaggio dei 10 Discorsi

Qualche tempo fa mi è capitato di parlare a dei bambini di Costituzione. Quando ho detto che l’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro, uno di quei bambini, avrà avuto più o meno undici anni, mi ha chiesto: il lavoro di chi? Allora ho pensato alle ragioni che potevano aver indotto quel bambino a fare quella domanda. Sembrava una battuta. Il lavoro di chi? Forse perché si è fatto largo lo l’idea di un Paese forse perché in televisione un ministro particolarmente aggressivo parla sempre e solo di fannulloni. O forse perché in questo tempo di crisi non si fanno che ripetere cifre e statistiche di disoccupazione che cresce settimana dopo settimana. Di cassa integrazione da estendere per chi sta perdendo il posto. Di imprese costrette a chiudere per mancanza di credito da parte delle banche. Di precari a zero euro. Il lavoro di chi. Pone che la questione del la questione del lavoro, e la stessa condizione dei lavoratori e degli operai sono state trascurate dalla politica. Perché questa perdita di centralità del …

“La democrazia delegittimata” di Gustavo Zagrebelsky

Si annuncia, anzi è in corso, una crisi istituzionale di vasta portata. A che cosa sia e a che cosa essa chiami coloro che occupano posti di responsabilità nel nostro Paese, sono dedicate le considerazioni seguenti, esposte in quattro punti concatenati tra loro, dall´astratto al concreto. 1. Che cosa sono e a che cosa servono le istituzioni. Il genere umano ha scoperto le istituzioni per mettere a freno l´aggressività e l´istinto di sopraffazione che allignano – in uno più, in altro meno – in ognuno di noi, per diffondere fiducia e cooperazione, garantire un po´ di stabilità e sicurezza nelle relazioni umane e proteggere quel tanto di libertà che è compatibile con la vita associata. In una parola: per allontanare sempre di nuovo, ancora di un giorno, le “prove di forza” che accompagnano, come fantasmi che possono materializzarsi, i contatti tra gli esseri umani. Le istituzioni servono innanzitutto a questo: a neutralizzare i nostri istinti distruttivi e a civilizzarci. Poiché nel fondo siamo animali selvatici, possiamo anche dire: servono ad addomesticarci, incanalando e indirizzando le …

Dario Franceschini: discorso ai Giovani del Sud

Arrivare al Sud è difficile. Andarsene è molto, troppo facile. Tra tutti i dati che disegnano il profilo della crisi italiana ce ne sono alcuni che mi hanno colpito. E che invece sono stati pressoché ignorati nel dibattito pubblico. Sono quelli che recentemente lo Svimez ha fornito sull’ultima grande migrazione. Dal 1997 al 2007 quasi settecentomila persone hanno lasciato il Sud, dirette verso zone più prospere del Paese o anche all’estero. La stragrande parte di questo popolo è fatta di giovani. Tra questi quasi il 38 per cento dei laureati meridionali con il massimo dei voti. Una ferita che ha reso più povero il nostro Mezzogiorno. Che ha reso più debole e incerto il suo futuro. Una storia che non cambia. Emigranti sono stati i nonni di questi giovani. Emigranti i padri. Sulle spalle di quelle generazioni l’Italia ha costruito la sua fortuna. Il suo miracolo. Il suo benessere. Sulla fatica, sulla forza, sull’intelligenza di quelle persone, spesso sfruttate, umiliate e offese, si è costruita la ricchezza del resto del Paese. Anche di quella parte …

«Le due ottime ragioni della Consulta», di Alessandro Pace*

Sul Lodo Schifani la Corte aveva indicato che la costituzionalità era ancora da valutare. Era chiaro che lo scudo per le alte cariche non poteva essere istituito con legge ordinaria Caro direttore, da più parti, e non solo dal centro-destra, si muovono alla sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato l´incostituzionalità del cosiddetto Lodo Alfano due rilievi critici: il primo, di aver rinnegato ciò che nel 2004 aveva affermato, e cioè che l´«assicurazione del sereno svolgimento delle rilevanti funzioni che ineriscono» alle alte cariche dello Stato costituirebbe «un interesse apprezzabile»; il secondo, di non aver esplicitato che il Lodo Schifani violava l´articolo 138 oltre agli articoli 3 e 24 della Costituzione. Il primo rilievo è inesatto, perché se è vero che tali parole figurano nel paragrafo 4 della sentenza, è anche vero che esse vanno lette alla luce della frase conclusiva dello stesso paragrafo, che suona così: «Occorre ora accertare e valutare come la norma incida sui principi del processo e sulle posizioni e sui diritti in esso coinvolti» Una frase, quest´ultima, che rende chiaro, …

“Discorso ai Nuovi Italiani”, di Dario Franceschini

Ventisette milioni. Tanti sono stati gli italiani che in un secolo se ne sono andati dall’Italia per cercar fortuna altrove. Ventisette milioni di italiani. Abbandonavano tutto: la loro terra, la loro casa, le loro famiglie. Percorrevano migliaia di chilometri, attraversavano oceani, viaggiavano per giorni. Inseguivano “La Merica”, cercavano il “Nuovomondo”. Sognavano un futuro migliore per sé e per i propri figli. Molti, moltissimi, partirono proprio da qui, da questi moli del porto di Genova. Oggi i barconi dei disperati hanno come meta finale Lampedusa, le nostre coste. Ieri, i piroscafi con la terza classe affollata all’inverosimile di uomini, donne, bambini e valigie di cartone avevano per destinazione privilegiata New York. Ma il loro carico veniva sbarcato due miglia prima: ad Ellis Island. Isola che faceva da frontiera. Luogo di attesa. Di speranza. E di umiliazione. Di domande e sospetti, di visite e verifiche. Quando sono stato a Ellis Island con la mia famiglia ho pensato che ogni Italiano di oggi dovrebbe passare da lì per potersi specchiare negli occhi dei nostri nonni, in quelle foto …

“Basta con le bestemmie separatiste”, di Giorgio Napolitano*

I protagonisti e le forze motrici del Risorgimento non potevano pensare un’Italia di cui non fossero parte integrante le regioni del Regno delle Due Sicilie (così come le regioni dello Stato pontificio e Roma). E in quell’Europa nella quale, alla metà dell’Ottocento, tra le maggiori nazioni solo quella italiana e quella germanica non erano ancora riuscite a prender corpo in Stati nazionali, non avrebbe potuto assumere un ruolo effettivo un’Italia che fosse rimasta monca, che non avesse, soprattutto, abbracciato il Mezzogiorno nel nuovo Stato unitario. E’ questo un dato storico, il cui valore attuale non può oggi sfuggire, e che va ribadito di fronte a certe fantasticherie che si stanno sentendo in polemica con l’esigenza di una forte, inequivoca celebrazione e riaffermazione dell’unità e indivisibilità dell’Italia. Di quell’unità dell’Italia tutta fu, come uomo del Mezzogiorno, il più consapevole e ardente assertore Giustino Fortunato. Egli fu sempre vigile nel cogliere, con ansia ed allarme, il pericolo mortale rappresentato per l’Italia, anche decenni dopo l’unificazione, dall’emergere di tendenze particolaristiche e disgregatrici. A fine secolo, egli vedeva quel …

La dichiarazione di voto finale dell’On. Alberto Fluvi (PD) sullo scudo fiscale

Signor Presidente, non riesco a trovare un altro aggettivo se non quello di vergognoso per definire un provvedimento che permette a chi ha frodato il fisco, a chi ha evaso le tasse e a chi ha fatto il furbo in barba ai cittadini onesti di condonare la propria posizione pagando una misura dell’5 per cento. Penso anche che quella che stiamo scrivendo sia una pagina buia per il Governo, il quale su un provvedimento come questo non solo ha avuto l’ardire di dare il via libera, ma ha avuto anche il coraggio di porre la questione di fiducia. In questi giorni la Guardia di finanza ha diffuso una stima sui capitali esportati illegalmente all’estero e si parla di circa 350 miliardi di euro. Pochi giorni fa, inoltre, sul Corriere della sera abbiamo letto che nelle dichiarazioni dei redditi del 2008 appena l’1 per cento dei redditi superano i 100 mila euro e il 50 per cento delle società di capitali ha fatto denunce in perdita. Se i poli sono questi, ma chi lo tiene insieme …