Tutti gli articoli relativi a: cose che scrivo

Interrogazione dei deputati PD al Ministro Alfano sul processo breve, ddl Gasparri-Quagliarello

Al Ministro della giustizia. – Per sapere – premesso che: al Senato della Repubblica è stato presentato un disegno di legge, a firma del senatore Gasparri ed altri, contenente «Misure per la tutela del cittadino contro la durata indeterminata dei processi, in attuazione dell’articolo 111 della Costituzione e dell’articolo 6 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali», il cui contenuto appare pienamente condiviso dall’Esecutivo; il disegno di legge contiene per i reati, per i quali la pena edittale massima è inferiore ai dieci anni di reclusione, l’individuazione di un termine di durata massimo per ogni grado di giudizio (due anni per ognuno dei tre gradi, uno in caso di giudizio di rinvio dalla Corte di cassazione), il superamento del quale, senza che sia stata pronunciata sentenza, obbliga il giudice della fase processuale in corso a pronunciare una sentenza, con cui dichiara di non doversi procedere per «estinzione del processo» -: se il Ministro interrogato abbia valutato l’eventuale impatto che l’entrata in vigore della normativa in questione avrà sui procedimenti …

DDL sulla privatizzazione delle reti idriche: dichiarazione di voto finale dell’on. Raffaella Mariani (PD)

Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, quale segnale stiamo dando ai cittadini italiani? Avete inserito la materia che riguarda l’acqua e i servizi ad essa collegati all’interno di un provvedimento che, più in generale, deve adeguare la normativa italiana a quella europea, ma non esiste alcun obbligo comunitario, nessuna procedura di infrazione è stata avviata nei confronti dell’Italia in riferimento all’affidamento dei servizi pubblici locali, tanto meno di quello idrico integrato. Dunque, non ci possiamo spiegare il motivo di una decisione forzata, di una discussione affrettata, molto sommaria, culminata nella scelta del voto di fiducia. Non c’è una ragione plausibile, rilevabile con chiarezza, se non la necessità di risolvere in fretta un problema che ha suscitato molte perplessità anche nella vostra maggioranza e che per la gravità delle sue ricadute sta allarmando molti settori istituzionali ed economici. State obbligando i comuni a vendere quote delle aziende che gestiscono i servizi idrici integrati indipendentemente dalla programmazione, dalla qualità del funzionamento, dal grado di soddisfazione delle comunità locali. Li state costringendo ad accelerare la trasformazione in società …

“Raitre squadra che gioca bene, segna e vince. Perchè cambiare l’allenatore?”, a cura della Redazione di Articolo 21

Le dichiarazioni di autori e conduttori di Raitre a sostegno del direttore Paolo Ruffini MILENA GABANELLI (Report) Normalmente un dirigente deve essere “dismesso” dal suo incarico quando non fa bene il suo mestiere. Non penso che un’azienda come la Rai possa fare valutazioni diverse da questa. Siccome Paolo Ruffini, stando in ufficio 12 ore al giorno, ha prodotto risultati e qualità, credo che l’eventualità che venga rimosso sia priva di fondamento. FABIO FAZIO (Che tempo che fa) “Siamo sempre allo stesso punto di quest’estate: un adagio che continua e non fa bene a chi lavora nella tv. Ed è anche mal posto chiedere di questo o quello che potrebbe arrivare al posto di Ruffini. Consapevoli che nessuno nell’universo è insostituibile la domanda è una sola: perchè sostituire qualcuno che funziona? Lavoro con Raitre da anni e mi è stato consentito di crescere, affermare il programma, lavorare in assoluta autonomia. Abbiamo una rete che va benissimo negli ascolti, assolve meglio di ogni altra all’idea del servizio pubblico. La domanda allora è: perchè? Ma l’oggetto della tv, …

“Il giorno della speranza” di Umberto Veronesi e Gina Kolata

Guarire di cancro si può, lo sappiamo. Ora la domanda è cosa significa e per chi vale la guarigione. Non è un dettaglio. Quando parliamo di malattia ogni singola parola conta, ogni sfumatura ha un senso per tracciare il confine fra realtà e speranza. La realtà è che oggi guariscono piu’ della metà dei malati di tumore, e per guarigione intendiamo un periodo significativo (diciamo decine di anni, perché il “per sempre” è una definizione che non appartiene alla scienza) di buona qualità di vita. Penso che questo sia un nuovo punto importante del principio del guarire : nel valutare la vita senza malattia c’ è un “quanto”, ma c’ è anche un “come”. E in questo come, ci sono i progressi più straordinari della ricerca oncologica. A volte si tratta di contenere il più possibile la malattia, renderla cronica, compatibile con una vita normale, guadagnando tempo per le nuove cure, che nel frattempo la ricerca troverà. In alcuni casi si tratta di guadagnare giorni per capire se il tumore ha un tallone d’ Achille, …

“Indifferenti alla guerra”, di Claudio Magris

Quel video è un reportage di guerra e a ciò che esso mostra bisognerebbe rispondere come ad un atto di guerra. Il sangue sparso da camorra, mafia o ’ndrangheta è una guerra, non meno dell’11 settembre a New York, dell’Afghanistan o dell’Iraq. Nelle guerre tradizionali è più facile combattere il nemico; queste potenze criminali non hanno un preciso esercito su cui si possa sparare né una capitale che si possa bombardare e che meriterebbe di essere rasa al suolo ben più delle città tedesche durante il secondo conflitto mondiale. Il terrorismo degli anni Settanta era una perniciosa influenza, che si è potuta stroncare; mafia e camorra sono un cancro, che s’insinua negli organi del corpo che lo combatte, mescolandosi con esso e mimetizzandosi, sì da essere difficilmente individuabile ed estirpabile. L’attacco continuato e ininterrotto delle multinazionali del crimine dovrebbe essere considerato un’emergenza di guerra, come l’invasione di un’armata nemica, e dovrebbe essere ai primi posti nelle preoccupazioni del Paese. Sarebbe bene se i giornali pubblicassero ogni giorno l’elenco dei caduti, un vero bollettino bellico. Sembra …

“Piccolo mondo antico”, di Barbara Spinelli

Il ministro dell’Economia ha dato un’occasione al Pd, che oggi affronterà le primarie e sceglierà una guida nuova. Difendendo il valore del posto fisso, presentandolo come la cosa calda anelata quando gela, affermando che nel modello europeo non si può organizzare un progetto di vita e di famiglia se il posto è variabile, incerto, Tremonti ha evocato un ingrediente essenziale del socialismo: ha evocato la stoffa dei suoi miti, delle sue mobilitazioni. Alcuni dicono addirittura che il ministro abbia astutamente rubato alla sinistra un tema che dovrebbe figurare nei suoi programmi, lasciandola sgomenta e muta. Si è appropriato della questione sociale, facendosi interprete del mondo che soffre una degradazione del lavoro destinata ad acutizzarsi. La realtà è non poco diversa tuttavia, e la vera occasione per gli eredi del socialismo e del cattolicesimo sociale è di penetrare tale realtà. Di dire il volto che ha oggi la questione sociale, di costruire su essa un nuovo corpo di dottrine, di sfatare le illusioni. Un primo passo importante l’ha fatto Franceschini, intervistato dal Sole – 24 Ore …

“L’aria torbida di fine regno”, di Eugenio Scalfari

L´aria che si respira in questi giorni è di fine della seconda Repubblica. Non è detto che sia anche la fine di Berlusconi perché le due cose non sono necessariamente coincidenti. Può darsi che la fine della seconda Repubblica porti con sé e travolga chi su di essa ha regnato; ma può darsi anche che sia proprio lui ad affossarla sostituendola con una Repubblica autoritaria, senza organi di garanzia capaci di preservare lo Stato di diritto e l´equilibrio tra i vari poteri costituzionali. Il Partito democratico ha presentato in Parlamento il 22 ottobre, con la firma di Anna Finocchiaro, Luigi Zanda e Nicola Latorre, una mozione che fotografa con efficacia questa situazione. Se ne è parlato poco sui giornali, ma è l´atto parlamentare più drammaticamente documentato del bivio cui il paese è arrivato, mentre la crisi economica mondiale è ancora ben lontana dall´aver ceduto il posto ad una ripresa. I sintomi di questa «fin du règne» sono molteplici. Ne elenco i principali: l´attacco martellante e continuativo del presidente del Consiglio contro la Corte costituzionale e …