Ci sono questioni che attendono soluzioni per così tanti anni che l’attesa pare offuscarne le ragioni. Mi sembra sia ciò che accade circa la possibilità di statalizzazione degli ex Istituti musicali pareggiati Vecchi-Tonelli, nati per volontà dei Comuni di Modena e Carpi e nel 2006 divenuti un unico Istituto di Alta formazione artistica e musicale in adesione alla legge 108, nota come riforma Berlinguer. E’ per questo che aggiungo un supplemento di approfondimento sulle ragioni della statalizzazione, anche per evitare che notizie solo apparentemente contraddittorie possano ingenerare inutili preoccupazioni nelle famiglie e nel personale dell’Istituto. Diciamo, innanzitutto, che, negli anni passati, dalle Amministrazioni modenese e carpigiana sono arrivate precise richieste e sollecitazioni in tal senso (sull’onda anche delle preoccupazioni ingenerate dalle difficoltà che stanno attraversando gli istituti ad Ancona, Livorno e Terni), al fine di dare una assoluta garanzia di continuità a istituti che sono stati e sono vanto culturale e formativo per le due città. Questo non significa che sia mancato, nel passato e nel presente, l’impegno convinto delle Amministrazioni locali nel sostenere il nostro istituto musicale, ma semplicemente che un processo di statalizzazione, cioè il passaggio del personale docente e non docente alle dipendenze dello Stato, può dare certezze per il futuro. Secondo aspetto da sottolineare, forse non adeguatamente chiaro, è che nel passaggio allo Stato non si perderà né qualità né risorse per la didattica. Per nostra fortuna, le scelte fatte in passato dai presidenti, direttori e dai Consigli di amministrazioni che si sono succeduti hanno garantito alti standard organizzativi e nell’insegnamento che, in caso di statalizzazione, non verranno messi in discussione così come il valore legale dei titoli rilasciati. Ultima considerazione: il passaggio allo Stato è una possibilità, un’ottima possibilità, ma non rappresenta un obbligo. Saranno le singole Amministrazioni a dover decidere e non sarà un processo breve. Facciamo, però, che una simile opportunità non ci sfugga per leggerezza: altri istituti e altre città si muoveranno compatti e con determinazione.
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Dl Manovra, misure utili per il nostro territorio
Dopo che il Governo, ieri, aveva posto la fiducia, in mattinata la Camera dei deputati ha dato il via libera alla conversione in legge della manovra di aggiustamento dei conti pubblici. Il provvedimento, grazie anche ad emendamenti presentati da me e dal collega Davide Baruffi, contiene diverse misure che hanno ricadute specifiche sul nostro territorio. Il dl Manovra contiene, innanzitutto, un nuovo pacchetto di norme a sostegno della ricostruzione post-sisma in Emilia: in particolare sono stati previsti specifici finanziamenti (200 milioni di euro) da indirizzare alla ricostruzione pubblica. Sono previsti, inoltre, maggiori spazi finanziari per la realizzazione di investimenti, misure a sostegno del recupero dei centri storici, nonché la possibilità di accelerare i pagamenti alle imprese subappaltatrici e fornitrici impegnate nella ricostruzione privata, qualora l’appaltatore sia coinvolto in procedure concorsuali. Il Governo si è infine impegnato a prorogare il regime fiscale agevolato per i contratti di locazione nell’area del sisma (cedolare secca al 10%). Una risposta, ancorché parziale, arriva anche all’allarme sui conti pubblici delle Province, lanciato, tra gli altri, dal presidente della Provincia di Modena Gian Carlo Muzzarelli. Alle risorse già stanziate dal decreto, grazie ad emendamenti Pd, si sono aggiunti fondi ulteriori a sostegno dei compiti che sono rimasti in capo a questi Enti, la cui riforma, purtroppo, dopo la bocciatura del referendum costituzionale, è rimasta in mezzo al guado. In particolare sono previsti ulteriori 170 milioni per il finanziamento delle funzioni fondamentali nel biennio 2017-2018; 70 milioni per l’anno in corso per la manutenzione straordinaria delle strade provinciali; 15 milioni per l’edilizia scolastica degli istituti superiori. Previsto anche l’esonero dalle sanzioni per tutte quelle Province, tra cui la nostra, che per l’anno 2016 non avevano rispettato gli obiettivi finanziari fissati dalla legge. Infine, la graduale statizzazione degli ex istituti musicali pareggiati e delle Accademie di belle arti – provvedimento che, nel modenese, riguarda direttamente l’istituto Vecchi-Tonelli – per garantire la sostenibilità di una risorsa didattica fondamentale per la formazione artistica nel nostro Paese. Gli Enti locali, infatti, sono sempre più in difficoltà a sostenere economicamente l’attività di questi istituti e la soluzione, da tempo invocata e attesa, è quella di un graduale passaggio del personale alle dipendenze dello Stato”.
Una laurea fa bene anche alla salute
Possedere una istruzione universitaria fa bene alla salute e garantisce una maggiore aspettativa di vita. Non è una boutade, ma, purtroppo, un dato di realtà che già un anno fa sottolineavo nel testo della mozione sulle azioni di sostegno al diritto allo studio universitario da me presentata (ecco il link), che, proprio in giugno del 2016, fu votata alla Camera. Il mio ragionamento era basato sui dati Istat in quel momento a disposizione, oggi, al Festival dell’Economia di Trento, lo stesso concetto verrà analizzato da uno dei massimi epidemiologi italiani Giuseppe Costa. Come anticipato da Il Fatto quotidiano, Costa, confrontando i dati a disposizione, arriva alla conclusione che in Italia un maschio laureato può sperare di vivere 5 anni in più di un suo coetaneo con la licenza elementare. E non è neppure la situazione peggiore a livello europeo: in Lituania, ad esempio, la forbice è di ben 10 anni. Non è solo una questione di maggiori guadagni, ma anche di una maggiore consapevolezza negli stili di vita e di una migliore accessibilità agli strumenti della prevenzione. Nel nostro Paese, conclude Costa, ci salvaguardano ancora un Sistema sanitario pubblico che prevede comunque l’accesso alle cure per tutti e una dieta mediterranea che incorpora elementi di protezione e prevenzione. Ma non possiamo fare affidamento solo su questo. Il sostegno allo studio dei nostri ragazzi è una strada obbligata, anche dal punto di vista della loro salute futura.
Anche l’Università di Pavia scommette sul diritto allo studio
E’ uno degli effetti domino su cui avevamo scommesso. Lo Stato, con il “pacchetto studenti” contenuto nell’ultima Legge di stabilità, dispone una normativa nazionale di sostegno al diritto allo studio universitario e, a caduta, i singoli Atenei, nel recepire le nuove norme, provano ad adattarle alle esigenze specifiche della propria popolazione studentesca, magari migliorandole. Era già accaduto con l’Università di Bologna, ora ci fa piacere constatare che anche l’Università di Pavia ha deciso di alzare i tetti per la no tax area e per l’area successiva di calmieramento delle tasse universitarie. Com’è noto, il provvedimento varato con l’ultima Legge di stabilità – a cui abbiamo lungamente lavorato come partito e come Gruppo Pd della Commissione Cultura – prevede una no tax area per coloro che provengono da famiglie con un Isee inferiore ai 13mila euro, e un’area di calmieramento delle tasse per chi ha un Isee fino a 30mila euro. A Pavia, dal prossimo anno accademico, faranno meglio: no tax area fino a 23mila euro di Isee e riduzioni nelle rette per chi è sotto i 72mila euro di Isee. Solo con un forte investimento nella preparazione e nelle competenze, potremo risalire il fondo delle classifiche internazionali sul numero totale dei laureati e migliorare le possibilità di occupazione dei nostri giovani.
Gazzetta di Modena “Vecchi-Tonelli, una nuova svolta”
Mercoledì 31 maggio la Gazzetta di Modena si è occupata del futuro del nostro istituto musicale Vecchi-Tonelli che, grazie all’emendamento al Dl manovra, a mia prima firma, già approvato dalla Commissione Bilancio, vede finalmente la possibilità di una graduale statizzazione. Grazie al giornalista Stefano Luppi che ha voluto approfondire l’argomento.
Per chi fosse interessato allego l’articolo
Il Sole 24 ore Domenica: “L’equilibrio tra sapere e sapere insegnare”
Per insegnare non basta essere esperti della propria materia, occorre possedere anche specifiche competenze professionali. In altre parole, significa che i docenti devono possedere non solo approfondite conoscenze della disciplina che intendono insegnare, ma anche specifiche abilità e conoscenze nell’ambito delle scienze dell’educazione, con particolare riferimento alle competenze relazionali, valutative, di innovazione didattica. Su questo assioma si incardina il nuovo sistema di accesso e formazione alla professione docente nelle scuole medie e superiori recentemente varato e che ora deve essere attuato nei suoi aspetti specifici. E’ quanto proviamo a spiegare Mila Spicola ed io nell’intervento, ospitato dall’inserto domenicale del Sole 24 ore, in risposta ad osservazioni sollevate dal filosofo De Caro e dal matematico Di Martino.
Per chi fosse interessato ecco il pdf dell’inserto domenicale de Il Sole 24 ore
Inserto domenicale de Il Sole 24 ore
Sisma, nuove misure per la ricostruzione
Un altro pacchetto di misure a favore dei Comuni e del territorio colpiti dal sisma dell’Emilia arriva a cinque anni esatti dai tragici eventi del 20 e 29 maggio 2012. Gli emendamenti al decreto 50/2017 approvati oggi dalla Commissione bilancio della Camera, a firma mia e del collega Baruffi, prevedono tra le altre cose nuove risorse per la ricostruzione pubblica pari a 200 milioni, maggiori spazi finanziari per la realizzazione di investimenti, misure a sostegno del recupero dei centri storici, nonché la possibilità di accelerare i pagamenti alle imprese subappaltatrici e fornitrici impegnate nella ricostruzione privata, qualora l’appaltatore sia coinvolto in procedure concorsuali. Misure dunque che rispondono alle necessità della ricostruzione pubblica con maggiori risorse e più ampi margini di manovra, nonché a quella privata grazie ai pagamenti per le imprese impegnate nei lavori e il recupero dei centri storici. È positivo, a cinque anni esatti dal sisma poter accompagnare le importanti iniziative di commemorazione in corso con nuove misure a sostegno della ricostruzione. Anche stavolta la filiera istituzionale tra Comuni, Regione, Parlamento e Governo ha funzionato, grazie all’intenso lavoro di queste settimane. Un ringraziamento va anche alle associazioni delle imprese e ai professionisti che continuano a fornirci il quadro delle criticità e delle possibili soluzioni.