"Energia, il governo senza progetti", di Raffaella Mariani
Tanto risoluti nel sostenere l’energia nucleare, quanto veloci nel tornare sui propri passi appena è stato chiaro che la risposta degli italiani sarebbe stato un secco “no”. L’atteggiamento del governo è una perfetta sintesi della mancanza di un progetto complessivo per far ripartire il nostro paese. Il ministro Romani ha cercato di motivare la retromarcia repentina sul piano nucleare con la necessità di individuare «nuove misure necessarie a garantire la sicurezza e la diversificazione dell’approvvigionamento energetico». Già la moratoria di un anno sul decreto per l’individuazione dei siti, decisa sull’onda della tragedia giapponese, era una scappatoia per togliersi dall’imbarazzo in vista del referendum. Poi questa nuova mossa. Il decreto che abroga le disposizioni relative alla realizzazione di nuovi impianti nucleari e, con precisione chirurgica, sopprime ogni riferimento alla costruzione e all’esercizio di impianti. Un rosario di norme introdotte, in sei diversi provvedimenti. Da sottolineare proprio l’assoluta mancanza di chiarezza legislativa, in una materia strategica per il paese, con il succedersi di leggi, decreti legge, decreti legislativi, sei provvedimenti che in tre anni hanno reintrodotto con …