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Gelo di Napolitano «I l decreto rifiuti non è risolutivo», di Marzio Breda

Il capo dello Stato Giorgio Napolitano dà il via libera al decreto rifiuti ma ritiene il provvedimento «non risolutivo» e auspica ulteriori interventi del governo. Per il presidente della Repubblica serve ben altro «per assicurare l’effettivo superamento di un’emergenza» di rilevanza nazionale. Commenta il leader della Lega Umberto Bossi: «Lo capisco, è originario di lì. Però la gente del Nord i rifiuti di Napoli non li vuole» Non aveva alternative, e dunque ha firmato. Ma con una forte riserva morale. Perché il decreto legge sui rifiuti di Napoli e dintorni «non appare rispondente alle attese e tantomeno risolutivo» del problema. Serve ben altro, e lo segnala, «per assicurare l’effettivo superamento di un’emergenza» che ormai ha assunto «rilevanza nazionale» . Servono «interventi ulteriori» . Vale a dire «una piena responsabilizzazione di tutte le istituzioni, insieme con le autorità locali della Campania» . Va ben oltre gli «auspici» di rito, il richiamo reso pubblico ieri con una nota ufficiale dal presidente della Repubblica, subito dopo aver emanato le «misure urgenti» (ma «pilatesche» , le ha definite il …

Passa il decreto rifiuti, ma il governo si spacca. E Napolitano lo giudica insufficiente

La Lega non vota il testo deliberato dal Consiglio dei ministri. Bersani: “Mi pare una frittata di portata rilevante”. Bianchi: “Il governo prenda atto della sua inesistenza e si dimetta”. Il governo di Berlusconi ancora una volta dimostra la propria fragilità e assenza di coesione interna, spaccandosi in due sul decreto rifiuti. Il Consiglio dei ministri ha sì approvato il decreto ormai non più rimandabile sui rifiuti, ma con i soli voti del Pdl, mentre la Lega è rimasta fedele alla linea che aveva annunciato, votando no. All’indomani del via libera del Consiglio dei Ministri al decreto rifiuti – passato con il no della Lega – il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, lo emana ma ne sottolinea i limiti («non appare rispondente alle attese e tantomeno risolutivo») e chiede, nel contempo, un nuovo e più efficace intervento del Governo. Il Capo dello Stato auspica anche «l’effettivo superamento di una emergenza di rilevanza nazionale attraverso una piena responsabilizzazione di tutte le istituzioni insieme con le autorità locali della Campania”. Lo commenta positivamente Andrea Orlando, Commissario del …

"Tav, il riformismo passa dalla Val di Susa", di Sergio Chiamparino*

Caro direttore, lo Stato italiano, se vuole, c’è. Lo ha dimostrato con la mite determinazione messa in campo per sgomberare i blocchi con cui si voleva impedire l’avvio dei cantieri per la Tav in Val di Susa. Lo ha affermato contro chi pensa in barba ad ogni regola di democrazia e di rispetto delle opinioni e delle decisioni della maggioranza del Paese di poter essere, come recitava uno degli ultimi cartelli no Tav: «padroni a casa nostra», come se l’Italia fosse un vestito d’Arlecchino in cui ognuno possiede il proprio spicchio. L’egoismo è deleterio comunque, non importa se milita sotto bandiere verdi o rosse. Grazie alle forze dell’ordine che con estrema professionalità hanno respinto pesanti provocazioni ed hanno costretto gli autonominati liberi cittadini «della Maddalena» a ripiegare con le pive nel sacco. E grazie a tutta la «filiera» del coordinamento dell’operazione, dal questore al prefetto al ministro. Stanno anche emergendo le differenze fra la stragrande maggioranza dei valsusini che può anche essere, legittimamente, contraria alla Tav, ma è democratica e non violenta, e, viceversa, l’estremismo …

"La politica del rinvio", di Claudio Tito

Questo governo è ormai incapace di assumere decisioni. La sua maggioranza è troppo debole e confusa per segnare una linea netta. Ogni scelta diventa un compromesso al ribasso. Quel che è accaduto ieri in consiglio dei ministri rappresenta plasticamente una coalizione che balbetta senza sosta. Sull´emergenza rifiuti a Napoli si è addirittura spaccata con il voto esplicitamente contrario della Lega al decreto sollecitato anche dal presidente della Repubblica. Sulla manovra economica ha rinviato di fatto ogni risoluzione al 2014: quando l´attuale Parlamento sarà ormai scaduto. E infine ha fatto slittare la designazione del successore di Mario Draghi alla Banca d´Italia. Un esecutivo dunque condizionato dalle sue debolezze e da una alleanza che si sente precocemente esausta. Come se avvertisse in anticipo la fine della legislatura. Non si spiegherebbe altrimenti il clamoroso capitombolo in cui è incorso mercoledì scorso alla Camera sulla cosiddetta legge comunitaria. Un provvedimento delicato, svanito per le assenze di quasi sessanta deputati del centrodestra e che ora può esporre l´Italia a salatissime sanzioni da parte dell´Unione europea. Ma a pagare la fragilità …

"Quando a Milano c'erano i furbetti della monnezza", di Antonio Massarutto

Negli anni Novanta il capoluogo lombardo rischiò il collasso-spazzatura. Ma con uno spregiudicato artificio burocratico i rifiuti “urbani” si trasformarono in rifiuti “speciali” e furono smaltiti fuori dalla Lombardia, in impianti localizzati in varie regioni italiane. I trucchi che si possono fare con l’immondizia sono degni di Totò e Peppino e possono diventare ottimi affari. Forse anche i californiani li conoscono bene. Se fior di tecnici che stimo e rispetto non sono riusciti a venire a capo della catastrofe della munnezza napoletana, non sono certo così pazzo da pensare di risolverla dal comodo salotto di casa (dove peraltro stazionano ben cinque pattumiere separate per la raccolta differenziata). Non intendo neppure pronunciare la parola “inceneritore”, onde evitare che la mia casella mail venga bombardata di spam dai grillini di tutta Italia e il sito de lavoce.info venga sommerso dagli strepiti di indignados e anime belle. Forse, però, prima che qualcuno pensi di indire un referendum anche per la monnezza, una ripassatina alla storia recente farebbe bene a quanti – politici, esperti (veri e fai-da-te), semplici cittadini …

"Se a Napoli arrivassero gli angeli della monnezza", di Adriano Sofri

Immagino come un dopoguerra, un film di persone che scendano in strada a prendere ciascuna il proprio sacco di spazzatura e se ne rientrino in casa. Confronto la monnezza a Napoli col fango dell’Arno a Firenze nel 1966. Che cos’hanno in comune, direte, a parte l’impiego metaforico del termine alluvione anche a Napoli? Che l’una fosse un disastro naturale e l’altra umano, non è così decisivo. Nel 1966 l’incuria umana trasformò un accidente naturale in disastro: a questi fiumi rovinosi si apprestino argini e ripari nei tempi quieti, diceva Machiavelli, in modo che l’impeto loro non risulti così licenzioso e dannoso. Oggi inettitudine e corruzione di umani danno alla monnezza napoletana la portata di una catastrofe naturale. Ormai è difficile che i grandi disastri avvengano senza un concorso di colpa – come a Fukushima. Però là c’erano i libri, qua la monnezza. Infatti: sgombrare dall’una vuol dire far posto agli altri, in tutti i sensi. Si pretende che Napoli sia affare dei napoletani. A uno strano finale va avviandosi l’anniversario dell’unità d’Italia. Uno spiazzo padano …

"Rifiuti, il trucchetto della Lega", di Mariantonietta Colimberti

Un’altra grana gigantesca: il governo deve decidersi sulla munnezza napoletana, ma il Carroccio cosa farà? Potrebbe essere il replay dell’atteggiamento tenuto sulla vicenda Libia la linea del Piave del Carroccio, se oggi dal vertice di maggioranza non emergeranno soluzioni considerate accettabili o scambi convenienti. La Lega, cioè, potrebbe decidere di non partecipare al voto se nel consiglio dei ministri di giovedì si materializzerà il famigerato decreto per consentire il trasferimento dei rifiuti campani in altre regioni. In occasione del voto di marzo scorso, l’unico ministro presente a palazzo Chigi, Roberto Calderoli, si astenne, e il documento a favore della partecipazione dell’Italia alle operazioni militari per l’applicazione della Risoluzione Onu fu approvata dalle commissioni esteri e difesa della camera con i voti dell’Udc e del Pd, ma non della Lega, i cui esponenti non erano presenti alla votazione. Ma una soluzione del genere potrebbe non essere sufficiente questa volta per la Lega, che sul “no ai rifiuti dei napoletani” si gioca molta della sua credibilità presso il suo elettorato. Perché un esito “modello Libia” non eviterebbe …