Tutti gli articoli relativi a: ambiente

"Così la Protezione Civile ha fallito la prevenzione" di Roberto Rossi

Mentre nella notte si cercano ancora i dispersi e Genova si lecca le sue ferite scrutando il cielo carico d’acqua, mentre La Spezia, la Lunigiana, l’Alessandrino, provano a resistere a una seconda perturbazione, mentre Roma attende con paura il suo turno, ci si interroga se tutto questo poteva essere evitato, se poteva esserci un altro epilogo. Con le tecnologie attuali, le conoscenze meteorologiche, la casistica sul territorio, c’è il modo di elaborare sistemi attendibili per il monitorare, prevedere e prevenire i disastri naturali? Un sistema, cioè che sia in grado di valutare gli scenari di rischio la loro possibile evoluzione prima che questi si manifestino? La risposta è sì. Il modo c’è. La Protezione Civile ha questo sistema. O, almeno, dice di averlo. Per poter capire di cosa si sta parlando bisogna fare un passo indietro. E tornare al settembre del 2007 quando la Regione Liguria, l’Università di Genova, la Provincia di Savona e il Dipartimento del- la Protezione Civile, guidato allora da Guido Bertolaso, inaugurano la Fondazione C.i.m.a. L’acronimo sta per Centro internazionale di …

"Quei due miliardi mai utilizzati contro il dissesto. Il piano annunciato nel 2010 è fermo", di Sergio Rizzo

Questo governo ha fatto ciò che non era mai stato fatto in passato». Era il 2 novembre del 2010. Esattamente un anno fa Stefania Prestigiacomo annunciava con questa rivendicazione il decollo del piano straordinario per combattere il dissesto idrogeologico. Due miliardi, per mettere in sicurezza un paese martoriato dall’abusivismo e dall’incuria sul quale, insisteva il ministro dell’Ambiente, «le cosiddette bombe d’acqua (come quella che ha colpito venerdì Genova, ndr) aprono nuovi fronti di pericolo». Neanche sei mesi dopo, alla vigilia delle elezioni regionali in Campania, Regione da oltre dieci anni in mano al centrosinistra, il capo di un governo «come mai impegnato nella lotta ai dissesti» prometteva che avrebbe bloccato per decreto le demolizioni di migliaia di costruzioni abusive a Ischia. Lo stesso Silvio Berlusconi che il 24 gennaio del 2003 aveva proclamato fermamente: «Confermiamo la lotta contro l’abusivismo». Frase pronunciata, beninteso, poche settimane dopo che il suo governo aveva varato il terzo condono edilizio della storia italiana. Una sanatoria smentita fino a qualche giorno prima dal Cavaliere in persona con queste parole: «Il condono …

"Corsi deviati e lavori mai fatti e i torrenti sono bombe a orologeria", di Fabio Tonacci

Per la manutenzione le risorse tagliate dell´84% in cinque anni. Solo metà dei piani di emergenza per l´evacuazione dei cittadini è aggiornato. Nessun cantiere per ridurre la pericolosità della rete fluviale è stato aperto. «La verità è che non ci sono nastri da tagliare né cerimonie da presenziare quando si costruisce un invaso di trattenimento dell´acqua». La spiegazione del perché nel 2011 un nubifragio, violento ma annunciato, riesca a mettere in ginocchio una città intera, con torrenti che straripano e persone che muoiono, è anche nelle parole amare del decano dei professori di sicurezza idraulica, Luigi D´Alpaos, ordinario all´università di Padova. Dal 1966 studia le centinaia di alluvioni che hanno colpito l´Italia. «La politica, a tutti i livelli, non ha mai voluto imparare dai disastri del passato – dice – non finanzia la difesa del territorio perché non porta voti. È un problema culturale, e oggi anche economico». Cosa bisognerebbe fare, dunque? Già nel 2005 i Piani di assetto idrogeologico hanno elencato, regione per regione, gli interventi per ridurre la pericolosità della rete fluviale italiana. …

"Gli eroi del fango", di Maurizio Crosetti

C’è un´Italia che a mani nude salva l´Italia, è questo il meglio di ciò che siamo: scavando, spalando, togliendo fango con un secchiello o con un assurdo pezzetto di legno, disperatamente, eppure quasi con gioia. Un´Italia orgogliosa e invisibile, nella melma ma non ancora devastata dentro, non ancora alluvionata nel profondo. Storie esemplari di piccoli eroi: anche questo hanno proposto le infinite ore d´acqua, buie come una notte che non passa, lucenti come un uomo e una donna quando non s´arrendono, anche se forse ne moriranno. Cristian Silvestri, 21 anni, per mezza giornata l´avevano dato per disperso. Invece era pure lui in via Fereggiano. «Tornavo dall´Università, mi sono rifugiato dentro una macelleria quand´è arrivata la piena, c´era gente attaccata alle ringhiere, ho afferrato una donna, l´ho tolta dall´acqua, poi altre due. L´ho fatto perché dovevo». Uscito dalla lista dei morti, poi su Facebook per avvertire gli amici. E in strada, nel silenzio che viene dopo l´ecatombe. Ora un cagnolino bianco annusa il fango. Un bambolotto nudo, riverso sulla schiena, si prende l´acqua in faccia e …

"Ora spaliamo il fango e l'incultura", di Giuseppe Conte

Si piangono vite umane, prima di tutto. E una grande bellezza deturpata. Si accerteranno responsabilità e colpe. Si ripenserà, io spero, il rapporto che deve avere l’uomo con il territorio che lo circonda, con il Pianeta che lo ospita. Niente forse oggi è più importante di questo. Spalare via, con il fango, tutte le incrostazioni di avidità, di menefreghismo, di incultura. E riprendere a sperare in una Liguria all’altezza delle pagine dei poeti e degli scrittori che negli anni l’hanno cantata e amata. È incredibile la violenza istantanea con cui l’acqua e il fango cancellano la vita: dove scendono e rotolano loro, tutto si azzera. La loro potenza ha qualcosa di ineluttabile. Una moltitudine di auto rovina, carambola, precipita impazzita: si sentono voci umane che dai poggioli dei piani alti delle case si lasciano andare a esclamazioni di stupore terrorizzato e impotente, e persino a qualche: «basta!» come se l’acqua, il fango, la pioggia avessero orecchie e cuore come noi, e potessero ascoltarci. Tutta la Liguria, la sua immagine, la sua essenza, è stata colpita. …

"I carnefici del territorio", di Carlo Petrini

Il 4 novembre 1966 l´Arno invase Firenze. Dopo 45 anni nulla è cambiato. Si resta sgomenti. L´Italia non regge più ore e giorni di pioggia. Muoiono persone, e anche una sarebbe troppo. Muoiono bambini. Non servono più gli allarmi se i sindaci non mettono in atto misure di prevenzione. Se il clima è cambiato, se a Genova in cinque minuti sono caduti 50 millimetri di acqua, dobbiamo cambiare anche noi. Altrimenti si continuerà a morire, nelle grandi città e nelle nostre case che crediamo sicure. A Genova il sindaco ha lasciato scuole e uffici aperti, e solo ieri sera ha proibito, per oggi, il traffico di auto. Troppo tardi. Oltre alla profonda tristezza, da lacrime agli occhi, si resta increduli nonostante lo si sia detto troppe volte. Si denunciano lo scellerato consumo di suolo libero, la cementificazione selvaggia, l´incuria cui sono sottoposti i terreni demaniali in svendita, i boschi, le coste e i suoli che un´agricoltura in crisi come non mai non riesce più a curare. Lo Stato da anni taglia fondi e personale per …

"Il cielo minaccia ancora pioggia. Come difendersi dal disastro", di Luca Mercalli

Una nuova perturbazione è attesa a partire da giovedì. Le correnti umide da sud apporteranno piogge abbondanti su Liguria, Piemonte e Triveneto, tuttavia a oltre quattro giorni di distanza non è ancora possibile definire i dettagli. Oggi le previsioni meteorologiche a medio termine sono affidabili, ma per diramare un’allerta attendibile in genere tocca attendere le quarantott’ore precedenti, comunque sufficienti a mettere in atto un piano di sicurezza. Alle previsioni del resto non si possono chiedere i miracoli, al momento non sono in grado di stabilire ora e luogo preciso di una piena o di una frana, ma possono concentrare l’attenzione su un’area dove attivare prefetture, Comuni, vigili del fuoco, protezione civile e volontari. Tuttavia ciò che manca oggi in Italia è soprattutto la sensibilizzazione del pubblico: nel caso delle piene-lampo (flash floods) è fondamentale la conoscenza di elementari norme di autoprotezione, perché le onde di piena su torrenti montani in forte pendenza, le frane e le colate detritiche, sono fenomeni rapidissimi e non permettono di attendere avvisi esterni. La protezione civile interviene in questi casi …