Tutti gli articoli relativi a: ambiente

2032, l’Italia invasa dal cemento “Scompariranno 75 ettari al giorno”, di Carlo Brambilla

Un pericoloso «incendio grigio» sta bruciando il paesaggio italiano. Niente a che vedere con le fiamme dei veri roghi. Il territorio del Bel Paese rischia di venire definitivamente incenerito da un’immensa colata di cemento che lo sta sommergendo giorno dopo giorno. A lanciare l’allarme, con un nuovo drammatico dossier, presentato ieri, “Terra rubata. Viaggio nell’Italia che scompare”, sono due grandi associazioni ambientaliste, il Fai, Fondo per l’ambiente italianoe il Wwf. Non solo una valanga di dati allarmanti, evidenziati dalla ricerca, promossa dall’Università degli Studi dell’Aquila, in collaborazione con la Bocconi di Milano, ma un appello pressante a l G o v e r n o Monti perché l ‘ e m e r g e n z a economica non lo distolga dall’intervenire attivamente in un’altra emergenza non meno grave: la salvaguardia del territorio. «Un consumo di suolo che nella sola pianura padana divora ogni giorno molti ettari di campagne fertili che sono assorbiti per sempre dal cemento – denuncia Fulco Pratesi, presidente del Wwf. – Un danno ancora più grande della distruzione fisica, perché …

2032, l'Italia invasa dal cemento "Scompariranno 75 ettari al giorno", di Carlo Brambilla

Un pericoloso «incendio grigio» sta bruciando il paesaggio italiano. Niente a che vedere con le fiamme dei veri roghi. Il territorio del Bel Paese rischia di venire definitivamente incenerito da un’immensa colata di cemento che lo sta sommergendo giorno dopo giorno. A lanciare l’allarme, con un nuovo drammatico dossier, presentato ieri, “Terra rubata. Viaggio nell’Italia che scompare”, sono due grandi associazioni ambientaliste, il Fai, Fondo per l’ambiente italianoe il Wwf. Non solo una valanga di dati allarmanti, evidenziati dalla ricerca, promossa dall’Università degli Studi dell’Aquila, in collaborazione con la Bocconi di Milano, ma un appello pressante a l G o v e r n o Monti perché l ‘ e m e r g e n z a economica non lo distolga dall’intervenire attivamente in un’altra emergenza non meno grave: la salvaguardia del territorio. «Un consumo di suolo che nella sola pianura padana divora ogni giorno molti ettari di campagne fertili che sono assorbiti per sempre dal cemento – denuncia Fulco Pratesi, presidente del Wwf. – Un danno ancora più grande della distruzione fisica, perché …

"Dopo la tragedia, il disastro ambientale", di Mario Tozzi

Dobbiamo constatare con dolore che nell’Italia del terzo millennio non si muore solo per frana o alluvione, ma anche annegati nel mare più frequentato del mondo. Mentre scriviamo sono ancora decine le persone che mancano all’appello, ma le immagini teletrasmesse non mostrano corpi in mare, né ne sono stati raccolti sulla vicinissima riva. Si spera siano stati già tratti in salvo o comunque siano stati già trasferiti, perché sarebbe davvero insopportabile pensare che siano rimasti ancora intrappolati nella nave tragicamente basculata. E non vorremmo scoprire che lo spaventoso incidente della più grande nave da crociera italiana sia dovuto alla volontà di «portare un saluto» agli abitanti dell’isola del Giglio che, siamo sicuri, ne avrebbero fatto volentieri a meno. Dalla nave non hanno veduto le vicinissime luci di ingresso al porto? E nemmeno quelle del paese? Questa sarebbe già una colpevole mancanza di controlli, anche in caso di guasti, non ci vengano però a raccontare che lo scoglio, parzialmente asportato (a testimonianza di una velocità d’impatto elevata), non fosse segnalato nelle carte nautiche. Primo perché lo …

"Nel paese dell'eolico servono regole", di Vittorio Emiliani

«L’incentivazione agli impianti eolici in Italia è stata fino ad oggi la più alta del mondo. Soltanto per questa ragione è stato conveniente impiantare oltre 5.000 torri per una potenza complessiva di 6.000 megawatt, non certo per la loro produttività. Infatti la ventosità in Italia si attesta in media sulle 1.500 ore/anno, ben al di sotto delle 2.000 ore/anno ritenute utili per una produzione competitiva». È soltanto un passo della lunga e argomentata lettera indirizzata in questi giorni ai ministri competenti (Clini, Ornaghi, Passera, ecc.) da associazioni come Italia Nostra, Lipu, Mountain Wilderness, VAS, Comitato per la Bellezza. Comitato Nazionale del Paesaggio, Amici della Terra, Altura, Movimento Azzurro, Terra Celeste e da decine e decine di Comitati nati nelle zone appenniniche. Iniziativa che si deve soprattutto alla passione di Carlo Alberto Pinelli, regista di storici documentari per la Rai, alpinista e ambientalista. Il documento, giustamente critico nei confronti della politica di incentivi, caotica e costosa, del governo Berlusconi, cerca di inquadrare il problema delle fonti energetiche rinnovabili con un approccio «freddo»: per razionalizzare una materia …

"Che faccia tosta il Paese abusivo", di Lorenzo Mondo

A remare contro il governo Monti ci si mette, nel suo piccolo, anche Bacoli, la città che sorge sul litorale flegreo. Qui non è questione di rifiuti ma di un altrettanto maleodorante abusivismo edilizio. A Bacoli è scoppiata una rivolta, non per dire basta allo scempio, ma per impedire la demolizione di due case costruite in violazione del vincolo paesaggistico. Si trattava, pensate, di eseguire una sentenza della magistratura emessa nel 2008. Ci sono stati scontri violenti con la polizia che voleva aprire il passo alle ruspe, alcuni feriti, macchine distrutte, fino a quando il prefetto ha rinviato il provvedimento al 10 gennaio, sperando di stemperarne l’impatto dopo le Feste. Se ne sono viste di tutti i colori. Uno dei proprietari ha minacciato di darsi fuoco, salvo traccheggiare poi con la polizia chiedendo di provvedere lui stesso, se costretto, a una meno costosa demolizione. Dio mi guardi dal non compatire le disgrazie altrui, ma trovo crudele esibire una figlia disabile per alimentare la protesta. Le infermità meritano una solidale attenzione ma non valgono di per …

"Alberghi e centri commerciali col pretesto del porto turistico ecco il nuovo sacco delle coste", di Antonio Fraschilla

Le ruspe di colossi delle costruzioni e dell´impiantistica, magnati del petrolio e imprenditori locali hanno acceso i motori per prendersi le rive del Belpaese – La parola magica che dà il via libera a nuovo cemento entro i 150 metri dalla battigia è waterfront, declinata in sigle come “rifacimento del litorale” – A Pozzuoli si gioca la partita edilizia più importante del Mezzogiorno, a Ostia in programma beauty farm e ristoranti, a Palermo approvata l´ennesima struttura. Nella Liguria devastata dall´alluvione c´è chi è pronto a mettere altro cemento su una costa che non regge più all´urto dell´acqua che scende dai monti. In Sicilia invece il cemento si vuole depositare direttamente davanti al mare, nel cuore di un sito Unesco. Ecco le mani sulle coste d´Italia. Le ruspe di colossi delle costruzioni e dell´impiantistica, di magnati del petrolio o di imprenditori sconosciuti, hanno già acceso i motori. Vogliono prendersi le rive del Belpaese, che in teoria – cioè secondo la legge – sono inedificabili. Per metterci palazzoni, alberghi, ristoranti e centri commerciali. La parola magica che …

In Sudafrica risultati scarsi la società civile è più avanti", di Luca Mercalli

La notte bianca della conferenza sul clima ha dato alla luce un accordo sufficiente per non dichiarare il fallimento di dodici giorni di negoziati. Dato il rischio che i delegati di 190 governi se ne tornassero a casa con un nulla di fatto, è un bicchiere mezzo pieno. Ma considerando che questa è la diciassettesima conferenza delle parti (Cop) voluta dalla Convenzione quadro delle nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Unfccc), che ogni volta si chiude con decisioni sofferte e mai all’altezza delle aspettative, allora il bicchiere è ancora mezzo vuoto. È dal primo incontro tenutosi a Berlino nel 1995 che il mondo cerca di assumere provvedimenti incisivi per ridurre il rischio climatico. Nel 1997 la Cop3 di Kyoto emanò almeno il noto protocollo, ora in scadenza, ma a causa del rifiuto degli Stati Uniti toccò attendere il 2005 perché entrasse in vigore con l’adesione della Russia. Vi fu pure un’edizione italiana della Cop, la numero nove, nel 2003 a Milano, chiusa con risultati modesti. La burrascosa Cop15 del dicembre 2009 a Copenhagen aveva creato vivaci …