"Scosse, fango e senso di abbandono nell´Emilia ferita è ancora emergenza", di Jenner Meletti
Tra gli sfollati del terremoto: “Non dimenticatevi di noi”. Il terremoto può fermare anche le parole. «Ho celebrato la Santa Messa per la prima volta – racconta don Marcello Poletti, anni 95 – ma la predica non l´ho fatta. Ero troppo stravolto, avevo paura di dire strafalcioni. Però sto pensando all´omelia di domenica prossima: dirò che il terremoto è una disgrazia terribile, che però è riuscita a unirci di più. Oggi nessuno pensa solo a se stesso, come prima. Dobbiamo continuare a essere più fratelli». Come altare un tavolo della polisportiva Buonacompra, il vino della Messa in un «quartino» da osteria. Eucarestia all´aperto, nel parcheggio, davanti alla chiesa dedicata al vescovo Martino, crollata, e al campanile che da un minuto all´altro rischia di cadere su una decina di case. «Mai visti tanti fedeli a Messa, sembrava di essere a Natale. Il campanile sarà abbattuto ma prima voglio salvare le campane. Sono quattro e le ho fatto rimettere io, dopo la guerra. Le avevano requisite durante il fascismo per usare il bronzo per le armi». Il …