Tutti gli articoli relativi a: ambiente

"L’economia emiliana rischia un duro colpo", di Massimo Franchi

Se fino a lunedì era in atto una gara da parte di piccoli e grandi imprenditori bloccati dal terremoto per chiedere alla burocrazia di ridurre i tempi dei dissequestri per poter riprendere la produzione, le scosse e il terrore di ieri hanno rimesso giustamente la sicurezza come questione prioritaria. E così dalla Fiat ai tanti leader della meccanica e della packaging valley che formano l’asse di una delle zone più industrializzate e ricche del Paese, adesso si invita alla prudenza e si sostiene, d’accordo con il sindacato, che qualsiasi produzione ripartirà solo dopo che «saranno accertate condizioni di massima sicurezza». Chiusi immediatamente in via precauzionale gli stabilimenti produttivi di Ferrari, Maserati, Lamborghini e Ducati, tutti vicini alla zona interessata dal sisma. Evacuato anche lo stabilimento Magneti Marelli di Crevalcore (Bologna). Né a Maranello, né a Modena, né a Sant’Agata Bolognese, né a Borgo Panigale, comunque, sono stati rilevati danni alle strutture. Per oggi però «sarebbe saggio non lavorare in attesa di verifiche», suggerisce il segretario regionale della Fiom Bruno Papignani, mentre una nota della segreteria …

"I contadini e gli operai della mia terra ferita", di Michele Serra

La sola cosa buona dei terremoti è che ci costringono, sia pure brutalmente, a rivivere il vincolo profondo che abbiamo con il nostro paese, i suoi posti, la sua geografia, la sua storia, le sue persone. Appena avvertita la scossa, se non si è tra gli sventurati che se la sono vista sbocciare proprio sotto i piedi, e capiamo di essere solo ai bordi di uno squasso tremendo e lontano, subito si cerca di sapere dov´è quel lontano. e quanto è lontano, e chi sono, di quel lontano, gli abitanti sbalzati dalle loro vite. Si misurano mentalmente le pianure o le montagne che ci separano dal sisma. Prima ancora che computer e tivù comincino a sciorinare, in pochi minuti, le prime immagini, le macerie, i dettagli, i volti spaventati, la nostra memoria comincia a tracciare una mappa sfocata, eppure palpitante, di persone, di piazze, di strade, di case. Una mappa che è al tempo stesso personale (ognuno ha la sua) e oggettiva, perché è dall´intreccio fitto delle relazioni, dei viaggi, delle piccole socialità che nasce …

"Quegli infiniti secondi di terrore", di Mario Tozzi

Esplode con la forza di cento ordigni nucleari, si nasconde nelle profondità della crosta terrestre spezzando le rocce più dure e frantumando case, strade e palazzi. Ci fa mancare la terra sotto i piedi e mina alla base la fiducia stessa nel pianeta che ci ha generati. A differenza degli altri eventi non si preannuncia in alcun modo, si approssima silenzioso e poi risuona con un rombo cupo che spaventa solo a ricordarlo. Dilata il tempo fino all’inverosimile: trenta secondi di scosse equivalgono a trenta minuti di terrore ancestrale. Finisce quando decide lui e poi riprende quando hai appena fatto in tempo a calmarti. E’ contrario al senso comune, che ti spinge a precipitarti fuori casa, quando dovresti, invece, restare lì, e accoccolarti sotto un tavolo o un’architrave. Massacra le consuetudini quotidiane, sconcia i ricordi e di notte fa perfino tremare i sogni. Avevano ragione gli antichi, il terremoto è la catastrofe per antonomasia nel senso etimologico del termine, cioè l’evento che stravolge, che rovescia l’ordine costituito, che rovina per sempre. E’ molto probabile che …

"Don Ivan che cercò di salvare la Madonna", di Fabrizio Ravelli

Adesso di don Ivan ricordano un ultimo sorriso e le ultime parole. Lui si mette il caschetto di plastica blu. Rosanna lo prende in giro: «Ivan, ti faccio una foto?». Lui che risponde: «Sei scema?». Nemmeno dieci minuti da quando è dentro, nella sua chiesa già danneggiata e inagibile, insieme con due vigili del fuoco, e alle 9 arriva la scossa. Il tuono sotterraneo che mette i brividi. E tutto che si muove. Rosanna terrorizzata scappa nel parcheggio, inforca la bici e corre a casa dal marito Gino e dai figli. «Gino corri, corri. C´è Ivan là sotto». Muore così un prete bravo, molto amato, muore per salvare le cose preziose della sua chiesa. Una statua della Madonna, due busti di San Pietro e Paolo. Quattro candelabri. Reliquie ed ex-voto di Santa Caterina d´Alessandria. Don Ivan Martini, 65 anni fra un mese, originario di Cremona, è la vittima simbolo di questo nuovo terremoto che abbatte chiese e campanili fra Lombardia ed Emilia. Sono importanti i campanili in questa terra piatta, li vedi da lontano e …

Terremoto distrugge capannoni e case: 15 morti. Lutto nazionale il 4 giugno

L’Emilia stravolta dal terremoto. Dopo la forte scossa registrata nella notte tra sabato 19 e domenica 20 maggio e che ha provocato 7 morti, stamattina il modenese è stato colpito da 40 scosse di magnitudo superiore a 2.0 della scala Ritcher, di cui 5 superiori a magnitudo 4.0. Secondo il sottosegretario Catricalà, sono almeno quindici le vittime accertate finora, sette i dispersi, circa 200 i feriti e altri 8 mila sfollati. L’epicentro è stato tra Carpi, Medolla e Mirandola. La più forte, di magnitudo 5,8, è stata registrata alle 9,03. Ben 32 scosse nella mattinata sono state di magnitudo superiore a 3.0, in base ai dati forniti dall’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Alle 13 due forti scosse a distanza di quattro minuti l’una dall’altra, la prima di magnitudo 5,3 e la seconda di magnitudo 5.1, hanno colpito il modenese. L’epicentro è stato Novi di Modena. Le scosse sono state avvertite distintamente anche a Bologna, Milano e Firenze. Dopo le 13, la terra ha tremato altre 5 volte in venti minuti. L’emergenza si fa sempre …

"I sindaci del sisma: Monti non ci abbandoni", di Nicola Luci

Alle 4.04 di otto giorni fa, una scossa di magnitudo 5.9 ha sconvolto l’Emilia tra Modena e Ferrara. Case crollate, quattro morti, per la prima volta anche la pianura padana si è dovuta misurare con la paura di un terremoto. Che continua. Le scosse non danno pace. Sono di bassa intensità ma ci sono. presenti, continue, sono entrate a far parte della quotidianità di questa gente. Molte le abitazioni lesionate, circa settemila gli sfollati. Pur tra mille difficoltà, gli abitanti vogliono andare avanti. Ma hanno paura di essere abbandonati. Il sindaco di Finale Emilia, Fernando Ferioli, lo dice senza mezze parole: «non dalla nazione, che ci sta dando grande prova d’affetto. Il problema è il governo centrale». Con la G maiuscola come a segnare una sorta di distanza. Il problema più sentito nelle zone sconvolte dal sisma, spiega, è il lavoro: «non ci abbandonate da questo punto di vista». Perché ben vengano le sospensioni di tributi come l’imu «ma se poi non hai il lavoro…». Tanto varrebbe consentire di utilizzare quel che si risparmia con …

Nel paese che sta sprofondando «Le voragini ci inghiottiranno», di Elvira Serra

Il piede del volontario Augusto Ronconi entra perfettamente in lungo nella frattura che ha fatto indietreggiare di dieci centimetri da un lato e venti dall’altro la casa all’angolo tra viale Gramsci e via Morandi. Nella parallela, al civico 14, una faglia larga un metro e profonda di più, ha spezzato in due la strada, finendo nel giardino della villetta di fronte, dove ha prodotto cumuli di sabbia e limo come per effetto di un geyser. Si chiama liquefazione delle sabbie ed è quel fenomeno che si può creare nei terreni molto sabbiosi, ricchi di falde acquifere: il sisma li scuote e il fango si disperde dove trova spazio, lasciando un vuoto che fa cedere il suolo. «Casa mia si è inclinata di dieci gradi. I confini con il mio vicino si sono staccati di dieci centimetri. Le porte non chiudono più. Controllo ogni giorno il livello con un filo a piombo. Da domenica è salito di un centimetro. Non voglio neanche pensare di perdere la casa, sarebbe la fine di tutto», dice Saverio Tartarini, operaio …