“Lavoro e sicurezza, il modello emiliano è già ripartito”, di Massimo Franchi
Un viaggio discreto nei luoghi della distruzione. Nell’Emilia orgogliosa che vuole ripartire, ma in sicurezza. Cgil, Cisl e Uil dovevano essere a Roma a manifestare contro il governo. Hanno invece deciso di festeggiare la Repubblica venendo qua dove i lavoratori sono finiti sotto i capannoni e il lavoro rischia di scappare lontano. Hanno pranzato con gli sfollati e i volontari, hanno ascoltato e incitato i lavoratori e i sindacalisti locali, improvvisato comizi con il megafono di fianco ai camper e alle tende. Se il terremoto è stato quel «brutto lavoro che è stato», qui si vuole tornare al «buon lavoro che si è sempre fatto». L’orgoglio e il carattere delle genti di queste parti ha già fatto reagire l’intera popolazione: «Siamo tutti mobilitati». L’Emilia produttiva non è già più ginocchio. Si sta rialzando da sola. Ma farla ripartire «al più presto, ma solo in sicurezza» è l’imperativo. Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti partono da Bologna su un pullmino. Con le delegazioni ridotte all’osso scelgono di muoversi senza lampeggianti e con le scorte ridotte …