Tutti gli articoli relativi a: ambiente

"Noi, medici tra i terremotati", di Fabio Gilioli

«Dopo la prima scossa abbiamo evacuato i degenti da soli, portando in braccio quelli che non potevano camminare. Poi siamo tornati dentro a recuperare le cartelle cliniche di tutti. E da allora lavoriamo giorno e notte, altrove o nei punti mobili». Un internista di Carpi (Modena) ci scrive Caro direttore, questa è una testimonianza dall’Ospedale a Carpi che, come forse sa, non è attualmente agibile. Sono stati momenti drammatici e la paura di nuovi eventi sismici e’ ancora tanta (la città di Carpi è praticamente abitata solo nelle tende e roulotte); solo la riduzione del numero delle scosse nelle ultime 48 ore sta dando un po’ più di fiducia alle persone. I degenti degli ospedali di Carpi e Mirandola sono stati collocati in altri ospedali (io ora sto scrivendo dall’Ospedale di Baggiovara, Modena, dove abbiamo recuperato un’area di circa 30 posti letto internistici). Ora rimane da definire il preoccupante aspetto di vasta area modenese senza due ospedali il cui recupero sarà da definire nelle prossime settimane. Ci tenevo a sottolineare una fatto finora non evidenziato …

Pioggia, fango e nervi a pezzi "Stiamo andando fuori di testa", di Michele Smargiassi

A Novi i medici, anche loro sfollati, firmano una ricetta dopo l´altra: “Non andiamo a dormire, crolliamo per collasso psicofisico”. Si alza la tensione, scoppiano liti di fronte alle cucine da campo. E si cercano i nemici: i giornalisti curiosi, i geologi, e gli stranieri che “si fanno mantenere da noi”. Non si dice più «come va?» quando ci si incontra, a Novi. Ormai è una domanda retorica. Lo vedono tutti come va: va male, va peggio. Con l´ultima spallata paurosa di domenica sera il terremoto maledetto s´è portato via anche quel povero dente cariato che una volta era il nobile torrione del municipio; e per giunta la mattina dopo piove, a rovesci furiosi, piove sugli accampati e sugli scampati, sulle tendone della protezione civile e sulle tendine delle famiglie, piove e il morale affonda, affoga. Da domenica sera ci si saluta in un vecchio modo contadino: «tieni botta», in dialetto, «tìn bòta Nello», «tìn bòta Luisa», vuol dire tira avanti, resisti, coraggio. È il fabbro che «tiene la botta», cioè afferra il ferro con …

"Da dieci giorni quell'auto è diventata il mio armadio", di Marco Alfieri

Migliaia di persone sono ancora sfollate, ma molte persone che avrebbero una casa agibile preferiscono dormire in auto. «La vede quell’auto blu? Da 10 giorni è il mio armadio…», sorride la signora Gianna, i capelli cenere raccolti con dignità in una retina. Vive nel condominio «Il Cristallo» di Novi ma da quel maledetto 29 maggio aspetta un sopralluogo per poter tornare in casa. Nel frattempo fa la spola con il market per comprarsi del sapone e lavarsi. «Che volete, cerchiamo di ripartire…» Sotto la pioggia e le nuvole basse si tenta di vivere e lavorare. L’ultima botta di domenica con epicentro Novi-Concordia-San Possidonio ha ricacciato il modenese nell’incubo dello sciame infinito, ma non interrotto la voglia di normalità, annusata prima del ritorno del mostro. «C’è molto spavento tra i 16mila sfollati ufficiali, chi è organizzato in tende private, in auto o nei giardini e le centinaia di persone che stanno confluendo ai centri raccolta dopo l’ultima scossa», fanno il punto dalla protezione Civile. Sulla Provinciale 8 che da Mirandola porta a Carpi la strada per …

"La nostra vita come in guerra", di Gigi Marcucci

«Mi scusi, adesso devo piangere: mi hanno appena detto che la mia casa cadrà». Luisa Turci, sindaco di Novi, passa quasi senza soluzione di continuità dal coordinamento dei soccorsi al dramma personale. La sua voce si rompe, invoca una pausa. Poi il sindaco torna al lavoro, sotto la pioggia torrenziale che dalle prime luci dell’alba sta squassando la Bassa modenese, coprendo con un mantello liquido i teli a “igloo” e le auto trasformate in alloggi di fortuna, a pochi passi dalle casette geometrili; le tendopoli ricavate nei campi sportivi; i gazebo sistemati davanti alle roulotte per sostituire cucina e sala da pranzo. L’ultima scossa è esplosa circa nove chilometri sotto questo paese di undicimila abitanti. Ha sferrato il colpo di grazia a edifici già compromessi. Tra le macerie questa volta è rimasta solo la speranza. Alimentata e, al tempo stesso, messa alla prova dalla cabala della classifica Richter. Due colpi durissimi il 20 e il 29 maggio, poi lo “sciame” in calando, infine, quando si cominciava a pensare che il peggio fosse passato, la sventola …

"Come aiutare le aziende emiliane a ripartire subito", di Dario Di Vico

Gli imprenditori modenesi chiedono di ripartire subito, senza se e senza ma. Da una parte c’è l’orgoglio «laburista» degli industriali di territorio, dall’altra c’è il terrore di perdere mercato e di uscire per sempre dalla competizione globale. N on è facile ragionare di politica industriale quando la terra balla e non si sa per quanto tempo continuerà a muoversi. Le emozioni, come è naturale che sia, prendono il sopravvento. Così la richiesta che viene dagli imprenditori modenesi è quella di ripartire subito, senza se e senza ma. Da una parte c’è l’orgoglio «laburista» degli industriali di territorio, dall’altra c’è il terrore di perdere mercato e di uscire una volta per sempre dalla competizione globale. Anche quindici giorni in questa drammatica congiuntura economica e psicologica sembrano essere assolutamente decisivi per la vita o la morte di un’azienda. Ma la spinta che viene dal basso per riprendere il lavoro deve fare i conti con i rischi che si corrono e diventa quindi decisivo il tema della responsabilità. Ci vuole un soggetto che convalidi-autorizzi le condizioni del rientro …

"Bersani: ricostruzione assieme all’emergenza" di Maria Zegarelli

«L’ho detto più volte a Monti: “o si arriva a uno slargo europeo o dobbiamo porre un problema italiano». Pier Luigi Bersani parla dai luoghi del terremoto dove ha trascorso la festa della Repubblica insieme a Dario Franceschini, il segretario regionale Stefano Bonaccini e il presidente della Regione Vasco Errani. Un viaggio tra le macerie, le fabbriche ferme, gli sfollati, i volontari che lavorano per cercare di rimettere in piedi una regione dove la terra continua a tremare giorno e notte. Il segretario ha incontrato gli amministratori locali e i dirigenti Pd prima nel ferrarese, a Poggio Renatico, e poi nel modenese, a Camposanto, per fare il punto della situazione: cosa può fare il partito, attraverso le sue strutture e la sua organizzazione per coordinare i volontari, raccogliere i fondi, mettere a disposizione le proprie sedi e cosa può fare il partito nazionale, a Roma, in Parlamento e con il governo «per dare un proprio contributo al decreto che il premier ha varato». IL TERREMOTO E LA CRISI Un terremoto che è arrivato in quella …

"Nuova forte scossa, paura in tutto il Nord in Emilia la gente fugge in strada di notte", di Jenner Meletti

Non molla la presa un attimo. Altre scosse, due medie e una forte, mentre scendeva la sera su una giornata imprudentemente definita “tranquilla”. Alle 21.20 di nuovo tutti in strada, per primi quei pochi che si erano avventurati nelle case non lesionate. Ore 21.20: trema tutto il Nord in Emilia crollano altri campanili. Scossa del 5.1: fuga nelle strade. L´epicentro a Novi di Modena Stava in piedi per miracolo, la Torre dell´orologio. Il sindaco, Luisa Turci, alle 5 del pomeriggio la mostrava con orgoglio. «Resiste ancora, non si sa come. È filiforme. Ma ogni ora e ogni mezza ora il suo orologio suona. Per me è un segno di speranza». La speranza è finita alle 21,20. Una scossa pesante, magnitudo 5,1, ha fatto cadere a terra la Torre e anche le speranze di donne e uomini che credevano di essere ormai verso la fine del tunnel. Epicentro fra Novi, Concordia e San Possidonio, profondità 9,2 chilometri. Adesso, nella notte, il sindaco non sa nascondere la propria paura. «Ma cosa possiamo fare? Chi riuscirà a convincere …