Tutti gli articoli relativi a: ambiente

"Eco-allarme dalla Groenlandia", di Pietro Greco

Il processo stagionale di fusione dei ghiacci in Groenlandia ha superato ogni altro record lo scorso 8 agosto, ben quattro settimane prima che l’estate si chiuda. L’annuncio è stato dato da un italiano, Marco Tedesco, professore di scienza della Terra e dell’atmosfera presso il City College di New York. Utilizzando dati da satellite, il ricercatore ha calcolato il cosiddetto cumulative melting index, una sorta di media dei giorni in cui l’acqua resta alla stato fuso. Il calcolo non è semplice, perché deve tener conto della durata della fusione in svariate zone dell’isola che ospita la più grande quantità di acqua dolce ghiacciata del pianeta dopo l’Antartide. Ogni estate quest’acqua, almeno in superficie, fonde. Ma non dappertutto e non dappertutto nella medesima quantità e non dappertutto per il medesimo tempo. Nel mese di luglio, per esempio, la Nasa aveva annunciato che la fusione aveva interessato il 97% della superficie ghiacciata dell’enorme isola. Ma quello misurato dalla Nasa era un fenomeno di picco, del tutto passeggero. Quasi immediatamente il ghiaccio si è riformato e il fenomeno non …

"Clima, gli scettici hanno torto", di Richard A. Muller

Posso definirmi uno scettico convertito. Tre anni fa, esaminando gli studi esistenti sul cambiamento climatico vi ho rilevato elementi discutibili, tali da farmi mettere in dubbio l’esistenza stessa del riscaldamento globale. Lo scorso anno, al termine di una ricerca che ha coinvolto una dozzina di scienziati, sono giunto alla conclusione che il riscaldamento globale è una realtà e che le stime sul tasso di riscaldamento erano effettivamente corrette. Oggi vado ancora oltre e affermo che la responsabilità del riscaldamento globale va attribuita quasi in toto agli esseri umani. Devo il mio repentino voltafaccia all’analisi attenta ed obiettiva realizzata dal progetto Berkeley Earth Surface Temperature. Dai dati raccolti emerge che la temperatura media del suolo terrestre è cresciuta di 2,5 gradi Fahrenheit nel corso di 250 anni, con un aumento di 1,5 gradi negli ultimi cinquanta. Cosa ha provocato il graduale sistematico aumento di due gradi e mezzo? Fino a che punto si può attribuire con certezza la responsabilità del riscaldamento globale agli uomini? La Commissione intergovernativa Onu (IPCC), deputata a fare il punto sull’opinione generale …

"Ancora caldo africano: ecco Achim. Si scioglie anche la vetta del Bianco", di Luca Mercalli

Il caldo africano dell’anticiclone Achim non concede tregua almeno fino a metà settimana, con massime fino a 37-39 gradi sulla pianura padana e sulle zone interne di Sardegna e regioni tirreniche, ma diffusamente intorno ai 34-36 gradi altrove. Le giornate si mantengono ovunque soleggiate, con lieve rischio di isolati temporali di calore sulle Alpi, oggi sui settori di confine con Francia e Svizzera, domani anche sulle vallate di Alto Adige e Veneto. Da metà settimana il caldo più intenso si sposterà al CentroSud, mentre al Nord le temperature caleranno di qualche grado, mantenendosi comunque sempre pienamente estive; sulle Alpi ci sarà qualche rovescio o temporale in più nelle ore pomeridiane, che localmente potrà sconfinare sulle alte pianure con rischio di forti acquazzoni e grandinate. Si tratterà comunque di fenomeni puntiformi. Da domenica è possibile un cambiamento, per l’ingresso di una perturbazione con aria più fresca che potrebbe portare temporali più diffusi tra Alpi e pianura padana seguiti da un sensibile calo termico. Una temporanea attenuazione del caldo intenso si è avuta attorno a Ferragosto, per …

"Quell'Italia inquinata da bonificare", di Roberto Giovannini

Una ricerca ha analizzato i decessi nelle zone dei poli industriali: sono migliaia più della media Migliaia di morti, causati dall’inquinamento industriale diretto o indiretto, tra il 1995 e il 2002. Parliamo di tumori polmonari e malattie respiratorie a Gela e Porto Torres. Tumori della Pleura a Casal Monferrato e nelle zone dove si lavorava l’amianto. Insufficienze renali dovute all’esposizione a metalli pesanti, a Massa Carrara, Piombino, Orbetello, nel basso bacino del fiume Chienti e nel Sulcis-Iglesiente-Guspinese, in Sardegna. Malattie neurologiche a Trento nord, causate da piombo, mercurio e solventi organo-alogenati. Linfomi dovuti all’esposizione a Pcb (policlorobifenili) a Brescia, nell’area Caffaro. Malformazioni congenite a Massa Carrara, Falconara, Milazzo e Porto Torres. E naturalmente, Taranto: tumori al polmone, malattie respiratorie acute, dell’apparato digerente, ischemie. A seconda delle tecniche statistiche adoperate, si può parlare di una forchetta tra i 3508 e i 9969 decessi «aggiuntivi», plausibilmente correlati proprio all’inquinamento diretto (emissioni industriali) o indiretto (discariche, aree durevolmente contaminate, depositi di materiale nocivo). Un bollettino di guerra. Che arriva da fonti autorevoli e ufficialissime: il rapporto «SENTIERI» (Studio …

"La lezione tedesca", di Pietro Greco

Il dibattito che si va sviluppando in questi giorni in Italia intorno all’Ilva di Taranto (o l’industria o l’ambiente, o il lavoro o la salute) è drammaticamente vecchio. E mentre noi ripetiamo da anni gli stessi concetti, altri Paesi sono andati avanti. E hanno affrontato la stessa questione in modo assai concreto sia come teoria che come pratica. La teoria, tanto per essere chiari, dice che non esiste alternativa al lavoro fondato su una produzione industriale che non tenga conto dei vincoli ambientali e sanitari definiti al meglio delle conoscenze scientifiche. E dice che se pongo sui piatti della bilancia, da una parte l’economia e dall’altra l’ecologia, è la bilancia che si rompe. La teoria, infine, dice che i vincoli ambientali non sono necessariamente dei limiti, ma possono diventare fattori di innovazione e di sviluppo (sì, sviluppo non solo crescita) sostenibile sia da un punto di vista sociale che ecologico. Cerchiamo di applicare la teoria punto per punto al caso Ilva, agganciando il nostro ragionamento a fatti empirici verificabili. 1) L’analisi scientifica dei dati ci …

"Metti a Taranto Erin Bronckovich", di Nadia Urbinati

Erin Brockovich, l’eroina della class action immortalata da Julia Roberts, era una segretaria precaria (e madre sola di tre bambini) di un piccolo studio legale quando cominciò a indagare sulla Pacific Gas and Electric Company, il colosso americano produttore di energia che da anni contaminava le falde acquifere di un paesino californiano provocando tumori e gravissime malattie ai residenti, infine inquinando prove e cercando, trovandole, sponde solide tra funzionari pubblici compiacenti. L’azione legale di gruppo che quell’indagine produsse fu memorabile. Per la prima volta l’accusa di malgoverno di un’azienda privata comportò il riconoscimento di responsabilità con un indennizzo miliardario alle vittime (circa settecento persone). Un esito che fece giustizia senza provocare la chiusura dell’impianto, come la direzione aveva paventato. La mole di documenti portati dalla Brockovich davanti al giudice non riuscirono a provare con certezza scientifica l’esistenza di una relazione causale diretta tra inquinamento e malattie. Ma la ricorrenza dei tumori e la sola vista di quel villaggio insalubre (dove i dirigenti della PG&E dissero che non avrebbero mai voluto vivere) furono sufficienti agli occhi …

"La sfida dell’Emilia al terremoto", di Giulia Gentile

Siamo subito scappati in strada, ma per fortuna questa volta non abbiam fatto in tempo ad uscire di casa che era già tutto finito. Ogni volta si torna a pensare a quello che è successo, ma ormai guardiamo avanti. E ci ripetiamo che è solo qualche scossetta di assestamento». Mario, capelli bianchi e canottiera d’ordinanza per ammazzare i quaranta gradi della “bassa” sanfeliciana, sorride a chi gli chiede se ha avuto ancora paura. Alle 7.42 di ieri mattina, una scossa di terremoto di magnitudo 2.8 e con profondità di 7.2 chilometri, epicentro tra Poggio Rusco e San Giovanni del Dosso, nel Mantovano, e Cavezzo, Medolla, Mirandola, e San Felice sul Panaro, nel Modenese, l’ha fatto scattare in piedi con la stessa velocità di quel drammatico 20 maggio. A quasi tre mesi dal primo sisma che, fra Bologna, Ferrara e Modena, ha seminato morte e distruzione, la terra non smette di ballare. E se, complice la calura ferragostana, «la voglia di ricominciare non manca», come sottolinea il sindaco di Finale Emilia (Mo) Fernando Ferioli, resta difficile …