Tutti gli articoli relativi a: ambiente

“Il dovere di proteggere un paese troppo vulnerabile”, di Pietro Greco

Quello che si è verificato ieri in Sardegna è stato un evento meteorologico estremo. Intenso e raro, sul Mediterraneo. Lo hanno battezzato ciclone Cleopatra ed è stato causato da un vortice di aria fredda.Quel vortice si è staccato da una grossa perturbazione proveniente dalle zone artiche e, a contatto con il caldo Mediterraneo, ha fatto sì che si formasse e si scaricasse sulla Sardegna una «bomba d’acqua». Il nome Cleopatra non ha alcun significato scientifico. E «bomba d’acqua» è una pura invenzione giornalistica. Mentre tecnicamente potremmo definire il fenomeno che ha interessato la Sardegna un ciclone: un ciclone extratropicale, per la precisione. Ma la definizione tecnica ci dice poco, perché ogni depressione atmosferica è tecnicamente un ciclone. Dunque dovremmo chiamare ciclone (anzi, ciclone extratropicale) ogni perturbazione che giunge in Italia, che porta con sé vento e pioggia e che è causata dalla bassa pressione. Il che ci aiuta a capire poco quello che è successo ieri sull’isola dove, in alcune zone, sono caduti anche 470 millimetri di acqua a causa di una pressione bassa. Inoltre …

«Politica miope e abuso del territorio. Così si distrugge un’intera isola», di Paolo Conti

«Il grande problema della Sardegna è l’uso sconsiderato e incondizionato del territorio, senza alcuna preoccupazione per le conseguenze che derivano da certi interventi non solo edilizi. Colpa di una mancanza di una cultura diffusa, soprattutto da parte della classe politica. Da questo punto di vista si può dire che la Sardegna sia stata colpevolmente dimenticata. E anche consapevolmente, per i grandi appetiti immobiliari che suscita… Da sempre arriva molto denaro per costruire sulle coste, ora ne è in vista tanto dai Paesi Arabi…». Il professor Angelo Aru, 83 anni, è il decano dei geologi sardi, autore negli anni 90 della Carta dei suoli della Sardegna e del progetto Medalus sulla desertificazione dell’isola, ma ha lavorato anche in Somalia, Venezuela e Cina. Sarà uno dei principali relatori del convegno «Sardegna domani!» organizzato dal Fai, Fondo Ambiente Italiano, a Cagliari per giovedì 28 novembre. L’età non gli impedisce una straordinaria capacità di analisi e una invidiabile prontezza nel citare dati, errori, omissioni. Il professor Aru non è il tipo da prendersela «solo» con l’acqua caduta dal cielo: …

“Il codice del maltempo”, di Giovanni Valentini

Diluvio, alluvione, ciclone, bomba o inferno d’acqua. Di fronte al cataclisma in Sardegna, sono inadeguati gli strumenti, i mezzi e le risorse. Ma ormai sono inadeguate anche le parole. Saltano i parametri del linguaggio convenzionale. E sul piano mediatico, i vecchi schemi non riescono più a rappresentare i nuovi fenomeni, producendo un “buco” comunicativo nel circuito dell’informazione. C’è un misto di incredulità, di fatalismo e di rassegnazione che contagia in questi casi l’opinione pubblica, come se un disastro di tale portata fosse un fenomeno soprannaturale, un castigo della storia oppure una maledizione divina. O comunque, un fatto altrui, remoto e distante non solo geograficamente. La liturgia della solidarietà, tanto doverosa quanto spontanea, contempla perciò il mistero della rimozione insieme alla recita di una litania a cui noi stessi — giornalisti, osservatori, commentatori — non riusciamo a sottrarci. La verità è che questo atteggiamento mentale tende a esorcizzare la violenza e la crudeltà di certi eventi, per accantonare magari inconsapevolmente le nostre responsabilità individuali e collettive. Per tentare di cancellare il “peccato generazionale” di una distruzione …

“In Campania avvelenata anche l’acqua” il rapporto-shock dei militari americani, di Dario Del Porto

«Bevi Napoli e poi muori. Acqua contaminata ovunque… Nessuna zona è sicura », titola l’Espresso nel numero in edicola questa mattina. In un lungo reportage, il settimanale ricostruisce nei dettagli lo studio sull’inquinamento nelle province di Napoli e Caserta realizzato dal comando della Us Navy del capoluogo campano tra il 2009 e il 2011. Un lavoro costato 30 milioni di dollari che ha prodotto risultati definiti «inediti e sconvolgenti» sui quali, adesso, esplode la polemica. Secondo gli esperti americani, in tutta la regione si dovrebbe usare acqua minerale «per bere, cucinare, fare il ghiaccio e anche lavarsi i denti». Le istituzioni locali però insorgono. Il Comune di Napoli replica che l’acqua erogata in città «risulta controllata e potabile, i dati delle analisi sono pubblici e consultabili sul sito dell’azienda Abc», mentre la Regione difende la qualità dei prodotti locali e si dice pronta ad azioni legali a tutela «dei cittadini, dei produttori e delle istituzioni». Gli esami sono stati effettuati su acqua, aria e terreno in un’area di mille chilometri quadrati, con riferimento a 543 …

“Cicloni, tsunami e uragani quei due gradi in più che sconvolgono il pianeta”, di Maurizio Ricci

Climaticamente, un’epoca si è chiusa e ogni evento può trasformarsi da ordinario in straordinario. È giusto allarmarsi, ma non sorprendersi: già quattro anni fa, l’Onu aveva diffuso un rapporto che definiva gli anni e i decenni che ci si spalancano davanti come “l’età degli estremi”. Cioè, un’epoca in cui eventi meteorologici che fino a ieri sarebbero apparsi, a memoria d’uomo, eccezionali, inediti, mai visti, diventano sistematici e ordinari. In cui i record (di vento, di pioggia, di caldo) vengono sistematicamente oltrepassati e la contabilità della paura va costantemente aggiornata in una nuova normalità. Età degli estremi significa che Haiyan, uno dei cicloni più violenti storicamente registrati, si ripeterà nel giro di qualche decennio o, forse, prima. Come succederà per lo tsunami che due anni fa ha investito il Giappone. E per un uragano tropicale fuori rotta, come Sandy, che nel 2012 è arrivato a colpire le fredde coste americane dell’Atlantico del Nord. In altre parole, eventi che si verificavano ogni 100-200 anni si riproporranno ogni 10-20 anni. Gli scettici possono ribattere che, fino a quando …

“La denuncia Ue sull’Aquila. Ora qualcuno chieda scusa”, di Sergio Rizzo

Ci sono casi in cui è triste dover ricordare: l’avevamo detto. Il rapporto della Commissione europea sul modo increscioso con cui sono stati spesi i fondi europei per il terremoto in Abruzzo è uno di questi. Non serviva certo un ispettore di Bruxelles per scoprire che il costo delle abitazioni del progetto Case era spropositato non rispetto alla bottiglia di spumante, o alle lenzuola nuove con le cifre (le cifre!) che gli sfollati trovarono nel frigorifero e nella stanza da letto. Spropositato rispetto al mercato e alla qualità delle costruzioni: 2.700 euro al metro quadrato. Né per accorgersi che nel centro storico di una delle città più belle e importanti d’Italia, la seconda del Paese per numero di edifici vincolati, la ricostruzione era pressoché paralizzata, al punto che a quattro anni e mezzo da quella tragedia sono stati restaurati appena due immobili. E neppure per rendersi conto dell’andazzo della spesa per la messa in sicurezza dei palazzi storici, pagata un tanto a snodo dei tubi innocenti: per decine e decine e decine di milioni. Questa …

“L’Aquila, il dossier segreto Ue: sprechi e mafia nel dopo terremoto”, di Attilio Bolzoni

Un danese ha perlustrato l’Abruzzo del dopo terremoto per tre anni, ha visitato una spettrale città chiamata L’Aquila, poi ha steso un report che è diventato un documento d’accusa contro la ricostruzione. Tutto esasperatamente costoso. E per di più tutto fatto in nome della legge. Un dossier della commissione di controllo del bilancio di Bruxelles racconta la fiera dello spreco dopo la notte del 6 aprile 2009. Case troppo care, fondi comunitari spesi male, norme violate, materiali scadenti, appalti sospetti. Firmato Søren Søndergaard, deputato europeo della Sinistra unitaria, inviato in Italia per verificare come è stato usato il denaro dei contribuenti dell’Unione. OGNI appartamento è costato il 158 per cento in più del valore di mercato, il 42 per cento degli edifici è stato realizzato con i soldi dei contribuenti europei (e non con quelli del governo italiano, come ha sempre sostenuto l’ex premier Silvio Berlusconi), solo il calcestruzzo è stato pagato 4 milioni di euro in più del previsto. E 21 milioni in più i pilastri dei palazzi. Cifre ufficiali della Corte dei Conti …