Stretta ai permessi per assistere i disabili e part-time più difficile per i dipendenti pubblici, anzi per le dipendenti visto che nell’85% dei casi sono le donne a ricorrere al tempo parziale e il perché è fin troppo logico. Lo prevede il «collegato lavoro», la legge approvata mercoledì scorso di cui si è parlato per via dell’articolo 18,ma che evidentemente taglia molti altri diritti a chi lavora. Cambiano e diventano più restrittive le norme per ottenere un permesso per assistere un familiare disabile. La norma riguarda tutti i settori, pubblici e privati, ma nel mirino del ministro Renato Brunetta c’è il pubblico impiego. I dipendenti pubblici ricorrono a questi permessi 6 volte più dei colleghi il che può celare un abuso nel pubblico, (e una difficoltà a ottenerli nel privato). In ogni caso invece di punire l’abuso e i furbi, si puniscono tutti indistintamente.
PART-TIME PIU’DIFFICILE Potranno ottenere il permesso previsto dalla legge 104 del 1992 i parenti fino al secondo grado (fratelli, cognati, nonni e nipoti). Gli altri non potranno più averlo, a meno che i coniugi o i genitori dell’assistito siano ultra 65enni. Un altro importante cambiamento riguarda “l’assistenza multipla” che viene cancellata: per ogni disabile solo una persona potrà ottenere i permessi della 104. Eccezion fatta per i coniugi che devono assistere un figlio: potranno dividersi il permesso, o lo usa il padre o la madre. È stata infine cancellata la norma relativa alla possibilità di assistere in modo «continuativo ed esclusivo » un figlio maggiorenne e convivente. «È una stretta incomprensibile», commenta il segretario di Fp-Cgil Carlo Podda, «come sempre Brunetta pretende con la legge di imporre a tutti quello che invece andrebbe imposto solo a chi sbaglia e con un rigido sistema di controlli: “colpirli tutti per educarne qualcuno”, potrebbe essere il suo motto». Gli abusi di permessi e congedi andrebbero, per il sindacalista, contrastati con i controlli», non «limitando i diritti, visti come la fonte stessa del problema». Il collegato cambia anche le norme sul part-time (solo nel pubblico impiego): la richiesta di lavorare a tempo parziale può essere respinta se crea problemi al funzionamento degli uffici. E tutti i part-time in essere possono essere rivisti e negati. Così, mentre il ministro del Lavoro, Sacconi, annuncia un tavolo per rendere più flessibile l’orario di lavoro per le donne e consentire una maggiore conciliazione con casa e famiglia, il suo collega Brunetta rende più difficile la vita alle donne che negli uffici pubblici hanno chiesto il part-time. Il ministro rigetta le critiche, ma smentendo conferma: con le nuove norme si impedisce «finalmente a tanti furbi di portare avanti un ignobile “mercato” dei vecchietti acciaccati da accudire (sulla carta) a centinaia di chilometri di distanza, senza alcun controllo», dice. Ecco, appunto, senza alcun controllo.
L’Unità 09.03.10
Pubblicato il 9 Marzo 2010