Il gruppo consiliare del Pd voterà a favore della delibera d’iniziativa popolare promossa dal Comitato Articolo 32 con due emendamenti e un ordine del giorno di accompagnamento dal titolo: Rispetto della salute e dell’autodeterminazione degli individui ovvero “no alla eutanasia e no all’accanimento terapeutico”. Nella prossima seduta del Consiglio Comunale di Modena, prevista per lunedì 8 marzo, il gruppo consiliare del Partito Democratico voterà a favore dell’istituzione del Registro Comunale delle Dichiarazioni Anticipate di Volontà (DAV) relative ai trattamenti sanitari. La delibera di iniziativa popolare era stata depositata il 22 settembre scorso, sostenuta dalle oltre 700 firme di cittadini raccolte dal “Comitato Articolo 32 per la libertà di cura”.
Il primo passaggio istituzionale in Municipio è avvenuto il 24 febbraio scorso in commissione Risorse.
Oltre al voto favorevole all’istituzione del registro, il gruppo consiliare del Pd presenterà due emendamenti ed un ordine del giorno, di accompagnamento alla delibera, in cui verrà illustrata nel dettaglio la propria posizione unitaria.
“In vacanza di legge– dichiarano il capogruppo Paolo Trande e il segretario cittadino del Pd Giuseppe Boschini – l’istanza dei cittadini esprime la necessità di vedere le proprie volontà custodite da una Istituzione che ne garantisca l’autenticità. Lontani dalle discussioni dettate da eventi mediatici il Pd, presenterà un proprio ordine del giorno di accompagnamento costruito sulla contrarietà all’eutanasia, all’accanimento terapeutico e sulla convinzione che è possibile tenere assieme il diritto all’autodeterminazione e la difesa della salute. Per troppo tempo si è pensato, per la carica emotiva indotta da eventi mediatici e per taluni approcci strumentali, che questi elementi fossero inconciliabili. Non è così. La Costituzione , i trattati internazionali, i codici deontologici dei sanitari consegnano un percorso umanizzato, unico e personalizzato, che è l’“alleanza terapeutica”, tra pazienti e sanitari. L’istituzione del Registro Comunale DAV è un atto amministrativo in attesa che anche in Italia arrivi una legislazione nazionale, auspicabilmente “non invasiva” e “mite” come dice la Federazione degli Ordini dei Medici, che regoli la complessità del “fine vita”, le cure palliative, la terapia del dolore cronico e destini risorse alla assistenza domiciliare dei pazienti in stato vegetativo persistente/permanente (oggi interamente a carico delle famiglie).