Altre cose non vanno nel Ddl, c’è ancora da lavorare
Il capogruppo del Pd alla Camera, Dario Franceschini, esulta dopo lo stralcio delle norme che istituivano la ‘Protezione Civile Spa’, contenute nel ddl che converte in legge il cosiddetto decreto Emergenze, che approderà nell’Aula di Montecitorio mercoledì mattina. “E’ stata – ha detto Franceschini alla Camera – una grande vittoria dell’opposizione”. L’esponente democratico ha però sottolineato che “ci sono altre cose che non vanno” nel testo di legge. Ad esempio, ha citato, “la norma che vieta ogni azione giudiziaria nei confronti della gestione commissariale”.
Inoltre, Franceschini ha anche citato il fatto che le nuove carceri, diretta conseguenza dell’emergenza dichiarata dal Guardasigilli a fine 2009, “secondo quella norma verrebbero costruite in deroga a ogni legge”.
Infine, da cambiare anche la norma che equipara i grandi eventi ai terremoti e alle alluvioni. “Insomma – ha concluso Franceschini – ci sarà ancora da lavorare, ma per adesso dobbiamo registrare la marcia indietro del governo”.
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da www.unita.it
«Protezione civile, Fini annuncia: “Il governo ha stralciato l’articolo sulla trasformazione in spa”»
Il governo ha deciso di stralciare dal decreto che si vota mercoledì alla Camera l’istituzione della Protezione Civile Spa e modificare il provvedimento attraverso un maxiemendamento sul quale sarà posta la fiducia. «Stralciano l’articolo contestato, cioè l’art. 16, quindi il decreto viene completamente depotenziato», ha detto il presidente della Camera, Gianfranco Fini, lasciando un convegno della Luiss a Roma, a proposito della Protezione civile.
Parlando con gli studenti, Fini ha anche affrontato il tema della nuova Tangentopoli: «Oggi chi ruba non lo fa per il partito ma perchè è un ladro». «Non so se oggi c’è una questione morale, indubbiamente il malvezzo e la corruzione ci sono, ci sono sempre stati e ci saranno», aggiunge la terza carica dello Stato. «Non condivido la tesi di chi dice che è più o meno come era prima di Tangentopoli quando chi raccoglieva le tangenti diceva che servivano alla politica – continua Fini -. Spero che nessuno voglia sostenere che la politica è marcia perchè ha bisogno di tanti soldi. La realtà è diversa. I grandi partiti del passato avevano in ogni città decine di impiegati e strutture che non esistono più. C’era il peso mastodontico di questi apparati. Oggi non c’è più». Secondo il presidente della Camera «oggi ci sono tanti episodi di tangenti e corruzione», ma coloro che li compiono «devono essere chiamati come meritano: volgari lestofanti. Evitiamo paragoni impropri».
L’esame del provvedimento sulla protezione civile riprende domani in commissione Ambiente e arriverà in Aula mercoledì. Il decreto scade il 28 febbraio. Potrebbe essere Guido Bertolaso in persona a “difendere” in Parlamento il decreto sulla Protezione Civile. Secondo quanto si apprende, Bertolaso dovrebbe essere domani in mattinata alla Commissione Ambiente di Montecitorio, dove approderà il testo del contestato provvedimento. Bertolaso, sempre secondo quanto si apprende, avrebbe avuto oggi contatti con il sottosegretario alla presidenza Gianni Letta. La commissione Ambiente della Camera si riunirà domani mattina alle 10.30 per la discussione generale e alle 12 scadrà il termine per gli emendamenti che saranno votati in giornata.
Lo stralcio “è una vittoria dell’opposizione: non per noi, ma per le esigenze di trasparenza e regolarità», dice soddisfatto il capogruppo Pd Franceschini. L’ex segretario democratico, poi, punta il dito contro «altre cose che non funzionano» e che sono tuttora contenute nel decreto: lo “scudo” giudiziario per i vertici della protezione civile, l’equiparazione dei grandi eventi a terremoti e alluvioni, le deroghe contenute nella lotta all’emergenza carceri. Su tutti questi punti, assicura, il Pd continuerà la sua battaglia: «Intanto- sottolinea- registriamo il primo passo indietro del governo».
Anche la Lega frena sul ddl Dopo le parole di Gianni Letta di domenica, che aveva lasciato intendere che il governo avrebbe fatto retromarcia sulla trasformazione della protezione civile in spa, stamattina il colpo di grazia l’ha dato Umberto Bossi. “Abbiamo una bella Protezione civile con migliaia di persone. Non deve diventare una Spa, non deve sparire», ha detto il ministro delle Riforme. Sulla scelta di trasformare la Protezione civile in Spa ha ribadito: «Ci starei molto cauto a fare certe scelte. Tremonti già tempo fa aveva avvisato di non andare in quella direzione e aveva ragione perchè in quel modo non hai nessun controllo e poi nascono i pasticci». «In politica – ha concluso Bossi – i controlli ci devono essere».
«E’ evidente, e le parole di Bossi lo confermano, che buona parte della maggioranza non vuole il decreto che istituisce la protezione civile spa. Credo che l’unica cosa saggia da fare sia quella di ritirare il decreto.E’ un provvedimento sbagliato e pericoloso», dice Anna Finocchiaro, presidente del gruppo del Pd al Senato. «Un’altra cosa da fare subito è, come abbiamo chiesto presentando al senato un disegno di legge, abrogare la norma che equipara i grandi eventi alle emergenze. Emerge infatti con chiarezza dalle inchieste un sistema opaco e poco trasparente nella gestione di questi avvenimenti da parte della protezione civile. Il sistema usato per i grandi eventi è fuori controllo grazie a un uso smodato delle ordinanze. cCè in questo sistema una logica della gestione della cosa pubblica che rifiuta regole e trasparenza. Proprio per non distruggere il patrimonio della protezione civile – conclude anna finocchiaro – serve chiarezza e la fine di ogni ambiguità».
«Protezione Civile Spa non s’ha da fare. Ora alle parole di Gianni Letta e di Bossi seguano i fatti. Troppe volte gli annunci dell’esecutivo son rimasti lettera morta», chiede il presidente dei deputati dell’Italia dei Valori Massimo Donadi. «Il governo – aggiunge Donadi – deve fare marcia indietro immediata sulla privatizzazione della Protezione Civile, senza tentennamenti. Lo scandalo che ha travolto Bertolaso ha scoperchiato un vaso di Pandora ed impone un ripensamento dell’intera struttura. Lo stop a Protezione Civile Spa e le dimissioni di Bertolaso sono elementi imprescindibili per ripristinare la legalità. L’Idv è pronta a dare battaglia su tutti i fronti per difendere gli interessi dei cittadini».
Anche politici del Pdl nelle carte dell’inchiesta di Firenze sugli appalti della Protezione Civile. Su due quotidiani oggi vengono riportati stralci dell’informativa del Ros dei Carabinieri, sezione Anticrimine di Firenze, che il 15 ottobre scorso riferiva ai magistrati il presunto intreccio di corruzione e altri legami tra gli uomini che circolavano intorno alla Protezione civile e un gruppo di imprenditori: e dal rapporto emergono i nomi del coordinatore Pdl Denis Verdini, del ministro delle infrastrutture Altero Matteoli, e dei parlamentari Pdl Mario Pepe e Guido Viceconte.
«Sono estraneo all`inchiesta che riguarda la Protezione civile ed altri soggetti incaricati di pubbliche funzioni», dichiara il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli, aggiungendo che «le intercettazioni pubblicate oggi, peraltro in modo confuso, da un organo di stampa sono riferite all`annosa vicenda della costruzione della scuola dei Marescialli e dei Brigadieri dei Carabinieri di Firenze risalente al 1997, che non ha attinenza alcuna con l`inchiesta sulla Protezione civile».
In particolare, ci sono diverse conversazioni tra Verdini e Riccardo Fusi, presidente della Bpt (Baldassini Tognozzi Pontello spa), e tra Fusi e Matteoli. Mentre di Pepe e Viceconte c’è la sintesi dell’informativa dei Ros: «Sono interessati nel far aggiudicare lavori pubblici all’imprenditore Ballari».
Come riporta il quotidiano, sono decine le telefonate tra Fusi e Verdini: in una – 21 gennaio 2009 – il politico, riferiscono gli investigatori, si vanterebbe di aver contribuito a far nominare provveditore alle opere pubbliche della Toscana Fabio De Santis. Il 3 marzo 2008, Fusi e Verdini parlano del «coinvolgimento in una comune operazione dell’imprenditore parmense Pizzarotti». Il 28 marzo discutono invece di un’operazione bancaria condotta sul Credito cooperativo fiorentino, di cui Verdini è presidente. Il 24 aprile del 2008, parlando della composizione del nuovo governo Berlusconi, a Fusi che chiedeva se poteva stare tranquillo Verdini risponde di sì. Ancora nell’estate 2008 Fusi sollecita a Verdini un incontro con Matteoli per discutere della scuola marescialli di Firenze. Il 5 agosto Fusi parla direttamente con Matteoli: gli chiede se «ci si può vedere un minuto». La risposta di Matteoli è negativa perchè il ministro sta per andare in vacanza: «No, io me ne vado stanotte e torno il 27 a Roma».
Un capitolo dell’informativa del Ros è poi dedicato ai rapporti di De Santis e Balducci con Ballari, a sua volta in rapporti con il senatore Guido Viceconte e con l’onorevole Mario Pepe, nel quale si spiega: «Lo sviluppo investigativo consentirà di rilevare che l’on. Mario Pepe, a cui si aggiungerà anche il senatore Guido Viceconte, sono interessati nel far aggiudicare lavori pubblici all’imprenditore Guido Ballari». Gli investigatori riferiscono che fino al dicembre 2003 Ballari e Pepe comparivano nella Eurogruppo servizi.
Secondo l’infomativa del Ros, “è stato documentato che prima Vincenzo De Nardo e successivamente Riccardo Fusi (ammnistratore delegato e presidente della Bpt), tramite l’imprenditore De Vito Piscicelli (quello beccato a ridere la notte del terremoto, anche se lui ha negato), hanno allacciato rapporti con balducci, De Santis e un’altra funzionaria ministeriale, entrando gradualmente a far parte di questo ristretto gruppo di imprenditori favorito nelle aggiudicazioni dall’ing. balduccio e dai suoi collaboratori”. Il trio De Vito Piscicelli- Di Nardo- Fusi, secondo il Ros, “ha avuto la preventiva assicurazione che alcuni lavori (del G8 alla Maddalena e del 150° dell’Unità d’Italia) sarebbero satti aggiudicati in favore delle loro imprese unite in associazione temporanea”. De vito Piscicelli, “avvalendosi dei suoi rapporti con Balducci e De Santis, ha richiesto a questi di intervenire presso il ministero delle Infrastrutture al fine di far assegnare alla Bpt di Fusi il cantiere per la realizzazione della Scuola marescialli dei carabinieri di Firenze”. Per questa mediazione De Vito Piscicelli avrebbe chiesto a Fusi un compenso di 1,5 milioni di euro. “Io ti ho messo a disposizione, a te a ai tuoi uomini, il mio background di dieci anni di buttamento di sangue…”, die in una telefonata del febbraio 2008. “Perché sono convinto che insieme possiamo fare delle cose…Io ne avrò benefici e tu altrettanto… Io mi sono giocato dieci anni di rotture di c….di investimenti di tutti i tipi, capisci?”.
Ma non sono le uniche intercettazioni pubblicate oggi dai giornali. Vengono pubblicate le trascrizioni di conversazioni telefoniche del 14 dicembre 2008, tra Guido Bertolaso e il gestore del Salaria Sport Village Rossetti, e tra quest’ultimo e una ex soubrette brasiliana, Regina Profeta: si organizza un incontro, quella stessa sera, tra Bertolaso e una ragazza brasiliana di nome Monica.
Secondo le intercettazioni, l’incontro avviene tra le 21,30 e le 23 circa. Durante l’incontro, l’imprenditore Anemone si informa con Rossetti: «È come se avessimo guadagnato cinquecento punti», dice con soddisfazione. Poi, si riferisce di un’intercettazione tra le due donne brasiliane in cui si scenderebbe nei dettagli dell’incontro con Bertolaso: Monica assicurerebbe che il sottosegretario sarebbe rimasto «contento». Rossetti parla invece con il factotum Stefano: «Ho cercato tracce di preservativi, ma non l’ho visti».
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da www.repubblica.it
«Protezione civile, Fini annuncia lo stralcio della norma sulla trasformazione in spa»
Il presidente della Camera spiega che dal contestato dl che riforma il settore sparirà l’articolo 16. Franceschini: “Vittoria dell’opposizione”. Anche Bossi si era espresso a favore del mantenimento del sistema attuale Matteoli: “Non c’entro nulla, le intercettazioni si riferiscono a un’altra vicenda”
Nel pieno della bufera giudiziaria, la maggioranza e il governo si preparano a stralciare l’articolo 16 del decreto che punta alla riorganizzazione e al riordino della Protezione civile. E cioè quello che prevede la trasformazione in spa. Ad annunciarlo, a margine di un incontro che si svolge nel pomeriggio alla Luiss, il presidente della Camera Gianfranco Fini: raggiunto dai giornalisti, risponde alle domande sul provvedimento dicendo che la norma verrà eliminata. E che quindi il dl “verrà completamente depotenziato”.
E sulla “riforma”, del resto, era giunto in mattinata già lo stop di Umberto Bossi: “Abbiamo una bella Protezione civile con migliaia di persone – aveva detto – non deve diventare una spa, non deve sparire”. Ma invece potrebbe essere Guido Bertolaso in persona a difendere in Parlamento il decreto: secondo quanto si apprende, dovrebbe essere domani in mattinata alla Commissione Ambiente di Montecitorio, dove approderà il testo.
A esultare per lo stralcio, invece, è il capogruppo Pd alla Camera, Dario Franceschini: “E’ una vittoria dell’opposizione – dichiara – e un passo indietro del governo”. Quanto all’ipotesi che il governo ponga la fiducia, Franceschini non anticipa i tempi: “aspettiamo le dichiarazioni ufficiali. Intanto vediamo cosa scrivono nel maxiemendamento”.
Ma la retromarcia governativa fa nascere dei dubbi nell’Idv. Il partito di Di Pietro saluta come ‘benvenuta’ la frenata ma, tramite Silvana Mura, si chiede: “Che cosa sarebbe accaduto se nel frattempo non fosse scoppiato lo scandalo dell’inchiesta che coinvolge proprio la Protezione civile?”. “E’ grave – continua la parlamentare – che un provvedimento, in particolare quando è emanato con la decretazione d’urgenza, diventi improvvisamente inopportuno perché nel frattempo sono stati scoperti degli altarini. Ancora una volta il governo Berlusconi viene pescato con le mani nella marmellata mentre tenta di far passare norme opache”.
E sempre oggi, in una nota, il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli dichiara di essere “estraneo all’inchiesta che riguarda la Protezione civile ed altri soggetti incaricati di pubbliche funzioni. Le intercettazioni pubblicate oggi sono riferite all’annosa vicenda della costruzione della Scuola dei Marescialli e dei Brigadieri dei Carabinieri di Firenze risalente al 1997, che non ha attinenza alcuna con l’inchiesta sulla Protezione civile”.