E´ di 92 miliardi l´assegno che quest´anno il Tesoro staccherà a favore dei ministeri. Una cifra enorme, che sale dell´1,19 per cento rispetto al 2009, e dà la dimensione dei costi della macchina pubblica. E´ questo il dato che emerge dal «Budget» diffuso ieri dalla Ragioneria generale. Intanto il decreto «milleproroghe» ha riperso il cammino presso la Commissione Affari Costituzionali del Senato: dopo il tentativo sventato di reintrodurre il condono edilizio all´orizzonte si affacciano altre richieste di finanziamenti rimaste inevase con la Finanziaria 2010. Su tavolo un miriade di emendamenti: il relatore Malan (Pdl) che chiede 8 milioni per i Campionati mondiali di nuoto del 2009 e 1,2 miliardi per il Formez; altre richieste, fino a 4 milioni, arrivano per la Federazione italiana di canottaggio mentre fuori del Parlamento pressano categorie e associazioni, come quella degli Amici della musica, che chiedono ascolto per la crisi del settore. Mentre il ministro per le Infrastrutture Matteoli ha presentato un emendamento per ridurre le tasse di ancoraggio ai porti e sostenere il settore. Sì anche al salvataggio del 5 per mille, su proposta del Pd: si prorogano al 30 aprile del 2010 le domande per le associazioni di volontariato. Proroga anche per le concessioni demaniali sulle spiagge fino al 2015 (e non più al 2012). Via libera anche al mini condono per le affissioni abusive: la sanatoria sarà valida fino al 10 marzo del 2010. «Norma di inciviltà», ha detto Enzo Bianco del Pd.
Tornando al «Budget», mostra una fotografia piuttosto nitida delle erogazioni dirette dello Stato, attraverso i ministeri, e le 32 «missioni», cioè gli obiettivi che si sono dati e devono perseguire. Un bilancio dal quale naturalmente mancano la spesa per interessi e i trasferimenti agli enti locali, ma nel quale, ministero per ministero, è compresa anche la spesa per il personale.
L´amministrazione centrale che presenta i maggiori costi è il ministero dell´Istruzione, che con i suoi 43,4 miliardi (assorbe quasi la metà del «Budget» pari al 47,7 per cento). Ebbene la «missione» relativa all´istruzione scolastica, che va dall´istruzione prescolastica e scuola primaria fino ai corsi di formazione per il lavoro, in un anno ha perso quasi un miliardo, scendendo dai 44,3 miliardi del 2009 ai 43,4 della previsione per il 2010 (-2 per cento). Scende anche la spesa prevista per alcune «missioni» sociali come l´edilizia statale che mostra un calo delle risorse del 33 per cento e le politiche abitative che scendono del 14 per cento. Anche la cultura paga il conto alla crisi delle finanze pubbliche: azzerata la spesa per architettura e arte contemporanea, mentre si registra un taglio del 40 per cento al diritto allo studio universitario e una riduzione del 7,9 per cento delle risorse per la gestione dei flussi migratori.
Aumentano invece le spese per la Difesa: l´incremento totale sarà del 3,5 per cento (si arriva così a 19 miliardi). Mentre nel sottocapitolo armi e armamenti la crescita è del 114 per cento portando la spesa a 2,6 miliardi.
Infine il costo per il personale pubblico: tra retribuzioni e altre uscite, ammonta 79,9 miliardi, con un´incidenza percentuale dell´86,8 per cento sul totale dei costi delle amministrazioni centrali e del 16,8 per cento sul totale generale dello Stato. Rispetto agli 80,1 miliardi del «Budget» 2009, le spese complessive per il personale mostrano un lieve calo.
La Repubblica 09.02.10