Passa al senato l’emendamento Pdl che permetterà l’attività venatoria per tutti i 12 mesi, ma Prestigiacomo e Brambilla sono contrarie. Bianchi: “Maggioranza spaccata, noi continueremo a opporci”.
Caccia tutto l’anno con l’eccezione di alcuni mammiferi. Spari da gennaio a dicembre, anche nel periodo estivo, quando le famiglie vanno nei boschi a fare passeggiate o pic-nic. È l’ultima follia del governo: una legge che conceda alle Regioni libertà di deroga per gli uccelli migratori e altre specie. Il Senato ha fatto il primo passo verso una prospettiva di questo tipo, approvando l’emendamento proposto dal relatore Santini per cambiare l’articolo 38 del ddl Comunitaria che prevede che i calendari “possano essere modificati nel solo senso di riduzione del periodo di attività venatoria e devono essere comunque contenuti tra il primo settembre e il 31 gennaio”.
Nel corso dell’esame in commissione politiche dell’Unione Europea, i senatori Pdl hanno introdotto alcune modifiche, cancellando i limiti temporali finora in vigore. Si apre un altro capitolo del conflitto fra Italia e Ue in materia di attività venatoria. Negli anni passati la quantità e la misura delle deroghe è stata tale da dare il via ad un lungo contenzioso con Bruxelles per la violazione delle direttive sulla caccia e addirittura dello spirito della legge a difesa della fauna e, in particolare, degli uccelli migratori.
“La maggioranza al Senato, votando l’articolo 38 della legge comunitaria, ha detto sì alla caccia senza limiti e senza regole, alla possibilità di sparare alla fauna migratoria anche in agosto, quando i territori di caccia sono pieni di italiani in vacanza, e anche a febbraio quando i migratori fanno ritorno ai luoghi di nidificazione”: afferma il senatore Pd Roberto Della Seta.
Per Stella Bianchi, responsabile Ambiente del PD “il voto al Senato e’ un atto grave che apre alla possibilita’ di sparare per tutto l’anno, anche nei mesi di agosto e di febbraio, mentre sono in corso fenomeni migratori delle specie e quando i turisti vanno a visitare le aree verdi. È una scelta che contraddice il principio dell’equilibrio tra salvaguardia della fauna, esigenze dei cacciatori, tutela del territorio e attivita’ agricola. È un voto che mette in evidenza ancora una volta le profonde contraddizioni della maggioranza: di fronte a una chiara presa di posizione del ministro Prestigiacomo, Ronchi e i senatori della destra hanno preferito comportarsi esattamente all’opposto, smentendo clamorosamente nei fatti il proprio ministro dell’Ambiente”. Dal Partito democratico arriva quindi “un ‘no’ secco a una caccia senza limiti e senza regole”. Per questo, promette, “continueremo a opporci nell’aula della Camera e in tutto il Paese, per salvaguardare l’interesse pubblico della protezione della fauna e la corretta attivita’ di cacciatori e agricoltori”.
Il deputato PD Ermete Realacci commenta: “Tra caccia senza regole e cemento selvaggio prevale il centro destra che non vuole regole e fa man bassa di ambiente, territorio, futuro. Ci auguriamo che questa pericolosa deriva venga fermata anche dai tanti esponenti della maggioranza che piu’ volte si sono espressi contro chi agita sterili battaglie ideologiche nel nome della deregulation piu’ sfrenata. Ieri con il tentativo di riproporre una sanatoria edilizia con un emendamento al milleproroghe, oggi con il via libera alla caccia selvaggia, abbiamo assistito ad una messa in scena della peggiore espressione del centro-destra. Quella che pensa, con una visione miope e arretrata, che la legalita’, il rispetto delle regole, la tutela dell’ambiente e del territorio siano freni allo sviluppo del paese”.
Persino il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo definisce inaccettabili le norme volute dal governo, dal suo governo. La motivazione? “Inseriscono un criterio di discrezionalita’ da parte delle amministrazioni locali nella fissazione dei calendari dell’attivita’ venatoria”. Una misura, sostiene, che “puo’ dar luogo ad interpretazioni estensive che sono inconciliabili con le esigenze di tutela del patrimonio faunistico e dell’equilibrio ambientale”. E aggiunge: “Avevamo raggiunto un faticoso accordo, questo voto rappresenta un colpo di mano”.
Sull’esempio della collega, un altro ministro, quello del Turismo, Michela Vittoria Brambilla sentenzia: “L’emendamento approvato contrasta, inoltre, con la procedura d’infrazione a cui il nostro Paese e’ sottoposto, determinando quindi, se definitivamente approvato, la condanna dell’Italia dagli organi comunitari e l’obbligo di pagamento di una sanzione pecuniaria elevatissima destinata a ricadere sui contribuenti”.
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