Dopo la circolare del ministero che stringe ancora una volta su entrate e spese Pronti a farsi commissariare: impossibile farcela. La nota ministeriale 9537, quella con le indicazioni per predisporre il programma annuale di spesa a per il 2010 (si vedano le anticipazioni di ItaliaOggi del 22 dicembre scorso), rischia di mandare le scuole sull’orlo del crack e di costringerle a farsi commissariare. È l’allarme lanciato dai presidi mentre nelle istituzioni scolastiche monta la protesta per i fondi irrisori predisposti dal ministero e per i tagli imposti sulle spese per le pulizie (meno 25%) che determineranno, spiegano i dirigenti, «un calo della qualità del servizio e la necessità di ricorrere ai collaboratori scolastici, già decurtati dalla legge 133, distogliendoli dalla sorveglianza».
I primi a farsi sentire sono stati i capi di istituto dell’Anp, l’associazione guidata da Giorgio Rembado, che ha scritto al responsabile del dipartimento per la Programmazione, Giovanni Biondi, e al direttore generale per la Politica finanziaria e il bilancio, Marco Ugo Filisetti, per contestare i contenuti della nota e chiedere rettifiche: «Deve essere sottolineato il fatto che alcune indicazioni aggravano la situazione finanziaria degli istituti, già di per sé pericolosamente precaria«, scirve Rembado, «…una volte detratte dalla dotazione annuale le risorse relative al Fis, la spesa per i contratti di pulizie (decurtati del 25%) e (per le superiori) l’importo per gli esami a carico delle classi terminali, resta nella disponibilità dell’istituto una esigua differenza che dovrebbe coprire le spese per le supplenze brevi e il fabbisogno per il funzionamento». Le scuole dovranno mettere nell’aggregato Z (fuori bilancio) i crediti che hanno nei confronti dello stato (un miliardo in tutto), quelle che hanno anticipato i soldi per le supplenze negli scorsi anni finiranno «in grave disavanzo di amministrazione», avranno i bilanci in rosso, lamenta Rembado. Bilanci che alcuni consigli di istituto si apprestano a non firmare, a rischio di farsi commissariare. Mentre in Piemonte l’Asapi, l’associazione delle scuole autonome guidata da Nunzia del Vento, ha approvato un documento che invita a disattendere in alcuni punti la nota del Miur, a non «accogliere l’opportunità di inserire nell’aggregato Z i residui attivi» in quanto considerata una forma impropria di radiazione dei crediti, a non attuare da subito il taglio del 25% sulle pulizie e ad applicare i criteri del dm 21 del 2007 (le vecchie regole, ovvero il capitolone di Fioroni eliminato con un colpo di spugna dalla nota 9537) per calcolare il budget per il funzionamento e le supplenze facendone esplicita richiesta al ministero. La Flc-Cgil ha deciso di impugnare la circolare del ministero. Mentre l’Anp chiede chiarezza definitiva sui residui attivi e sulle supplenze e invita a rettificare. «Noi abbiamo cinque plessi e per funzionamento e supplenze», racconta Stefano Mari, preside del 3° circolo didattico di Bologna, «dalla somma ricevuta dal ministero, tolti altri capitoli di spesa, ci restano seimila euro, una miseria. In più siamo afflitti dal taglio della spesa per le pulizie…In tutto ciò a noi lo stato deve 220mila euro, finiremo in passivo. Il Consiglio di istituto è orientato a non approvare il programma di spesa e a far venire un commissario ad acta».
Scuola Oggi 19.01.10
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Di seguito l’interrogazione PD sul tema
http://banchedati.camera.it/sindacatoispettivo_16/showXhtml.Asp?idAtto=20628&stile=6&highLight=1&paroleContenute=%27INTERROGAZIONE+A+RISPOSTA+IN+COMMISSIONE%27
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