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Beni culturali. Pd, Bondi spieghi l'esorbitante compenso a Resca

Commissariamento Brera senza nessun progetto. “Il ministro Bondi chiarisca in Parlamento quale sia il progetto per il museo di Brera e le motivazioni del commissariamento che hanno portato alla nomina di Mario Resca a commissario. Il ministro risponda quanto prima alla nostra interrogazione in merito a questi fatti e dica la verità sull’esorbitante compenso extra emolumento di 2,5 milioni di euro stabilito per il commissario Resca che è immorale”. Lo hanno detto Emilia De Biasi, deputata Pd in commissione Cultura e segretario di presidenza della Camera, e Manuela Ghizzoni, capogruppo Pd in commissione Cultura.
“Sando Bondi – proseguono le deputate Pd – è il ministro che accetta senza battere ciglio lo svuotamento dei fondi del Fus, che dà dell’accattone agli artisti e che taglia i finanziamenti alla tutela del paesaggio. Poi però non lesina nei commissariamenti delle principali sovrintendenze del Paese con nomine finalizzate al controllo e prive di progetto. Ci chiediamo con amarezza se sia questa la strada per valorizzare il patrimonio di beni culturali del Paese che, gli ricordiamo, rappresenta più della metà del patrimonio culturale mondiale”.

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Brera, lo stipendio d’oro di Resca. “Guadagnerà due milioni e mezzo”, di Davide Carlucci
Nel decreto firmato da Berlusconi al supermanager, che già percepisce 160mila euro all’anno come direttore generale del ministero dei Beni culturali, è attribuita una retribuzione “pari a quella del direttore dei lavori”. L’ex numero uno di McDonald´s Italia: “Compenso non competitivo per uno come come me”
di Davide Carlucci

Mario RescaTroppi soldi per Mario Resca commissario della Grande Brera. A gridare allo scandalo è Gianfranco Cerasoli, della Uil: «L´operazione commissariale porterà ad attribuire a Resca un compenso che si aggira intorno ai 2,5 milioni di euro». L´ex numero uno di McDonald´s Italia si difende: «Il compenso non è affatto competitivo con quello previsto per un uomo di impresa come me». E mentre il sindacato annuncia lo stato d´agitazione, i due fronti che a Milano si contrappongono sul futuro di Brera si dividono anche su questa polemica. «C´è bisogno di un commissario?», si chiede Gastone Mariani, direttore dell´Accademia.

Sandrina Bandera, la soprintendente da cui dipende la Pinacoteca, augura invece «buonissima fortuna» a Resca. E non ritiene affatto scandaloso il suo compenso: «È commisurato al lavoro eccezionale, dal punto di vista amministrativo, politico, sociale e di immagine, che ha di fronte a sé». Nel decreto firmato dal presidente del consiglio Berlusconi e pubblicato in Gazzetta ufficiale al supermanager, che già percepisce 160mila euro all´anno come direttore generale del ministero dei Beni culturali, è attribuita una retribuzione «pari a quella spettante al direttore dei lavori».

Di norma questa figura percepisce il 5 per cento del totale dei lavori, e la sistemazione della Pinacoteca in un nuovo polo museale, con il trasferimento dell´Accademia nella caserma di via Mascheroni, costerà, si prevede, almeno 50 milioni. Di qui il calcolo della Uil, giudicato «scandaloso», anzi «una vergogna» nel momento in cui il ministero dei Beni culturali taglia 1,5 miliardi di risorse. Per Resca, «il problema non è quanto prende il commissario ma perché si è dovuto commissariare: in quarant´anni non si è riusciti a realizzare la “Grande Brera” e ancora oggi fa 300mila visitatori l´anno quando invece musei nel mondo ne fanno da un milione in su.

Brera è uno dei luoghi a cui il ministro Bondi voleva dare una nuova sistemazione. Io sono stato chiamato a un incarico e ho obbedito». Dovrà fare una grande opera di diplomazia: Mariani non ha nessuna intenzione di mollare, traslocando in via Mascheroni: «Noi vogliamo restare in Brera: senza l´accademia muore. Se c´è volontà politica, gli spazi si trovano». Lancia, però, segnali di apertura: «Ho avuto modo d´incontrare Resca già due volte, è una persona squisita: se interessano i nostri spazi, parliamone, è dal ‘ 63 che si parla di traslochi. Anche se siamo i primi a essere entrati in quel palazzo, noi non siamo arroccati. Ma la caserma non può essere la soluzione. Si dice che disponga di 7.000 metri, ma solo 3.500 sono calpestabili. E sono per lo più uffici le cui pareti non possono essere demolite. Vogliamo mettere lì tremila iscritti, mille dei quali stranieri, di una delle accademie più famose al mondo?».

Sprizza entusiasmo, invece, la soprintendente Bandera. «Mi auguro di collaborare con Resca per il rilancio della Pinacoteca». La sua parte la farà, quest´anno, con la convenzione che sta per firmare con il Louvre: «Da settembre avviamo una serie importante di prestiti di opere di Leonardo e di Raffaello». Si parla, per esempio, della leonardesca Vergine delle rocce, ma lei non vuole confermare. Chi invece proprio non manda giù il supercompenso a Resca sono gli studenti, che oggi si riuniranno per la prima assemblea dell´anno: «È un´assurdità che il commissario debba prendere così tanti soldi – dice Fabio Bertozzi, della Consulta – E sui progetti dovrebbero essere consultati anche gli studenti».
La Repubblica 11.01.10

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