Ai Comuni che accettano 20 milioni l´anno di compensazione. Quattro reattori da mettere in cantiere entro il 2020 e poi altri 4-6 impianti successivi. L´articolato sarà sottoposto al Parlamento e alla conferenza Stato-Regioni. Coinvolgere gli enti locali e dargli tanti soldi. Il governo punta su queste due armi per convincere i Comuni ad accettare una centrale nucleare. Il ministro per lo Sviluppo Economico, Claudio Scajola, ha annunciato che oggi porterà in Consiglio dei ministri lo schema di decreto legislativo coi criteri di localizzazione e le compensazioni per i siti dove nasceranno le centrali nucleari.
Non ci saranno nomi, ma si darà mandato all´Agenzia per la sicurezza nucleare a definire le zone “eleggibili”: da questi elementi sembrerebbero emergere cinque siti candidati (Montalto di castro, Rovigo, Caorso, Trino Vercellese e Termoli). In particolare sono definiti quattro passi che porteranno alla posa della prima pietra attesa per il 2013. Il governo nei prossimi mesi definisca il suo piano nucleare in un “libro bianco” in cui metterà per iscritto i propri obiettivi, già annunciati più volte dal ministro: 4 reattori da mettere in costruzione entro il 2020 e poi altri 4-6 (dipenderà dalla grandezza) per arrivare ad una capacità installata di 13 mila Mw, cioè una dotazione in grado di soddisfare il 25% del fabbisogno nazionale. Per definire queste “macroaree” l´agenzia si rifarà ai criteri internazionali decisi dalla Aiea e dall´Ocse che definiscono i limiti minimi dal punto di vista della sismicità e della stabilità idrogeologica (rischio di alluvioni e frane). Inoltre l´Agenzia farà una Valutazione Ambientale Strategica che tenga anche conto delle necessità “tecniche” di queste installazioni, su tutte la grande disponibilità di acqua. All´interno di queste aree gli operatori individueranno il sito, e lo sottoporranno di nuovo all´Agenzia e a una Conferenza Unificata (Stato, Regioni, Province e Comuni).
A quel punto partirà il normale processo di autorizzazione, con una Valutazione d´impatto ambientale in cui sarà necessario ancora l´accordo degli enti locali coinvolti. Per vincere le resistenze la bozza di decreto prevede compensazioni molto generose: contributo una tantum in fase di costruzione dell´impianto (circa 30 milioni di euro per reattore, ovvero 6 milioni all´anno per 5 anni) divisi tra imprese, residenti casse del Comune ospite e, in proporzioni decrescenti, dei comuni attigui. Il prezzo dell´elettricità sarà fisso a 0,3 euro per MWh (ossia circa 4 milioni all´anno) per un minimo 60 anni; infine la centrale pagherà 13 milioni di euro di Ici all´anno. Insomma, una compensazione da 20 milioni l´anno per ogni Comune coinvolto.
Il governo non ha ancora istituito l´Agenzia, che secondo la legge sarebbe dovuta arrivare prima del decreto sulla localizzazione. Le nomine dei vertici sono ancora bloccate dai veti incrociati e per non far scadere la delega il governo ha deciso di invertire le scadenze. Dopo la prima lettura in Consiglio il decreto andrà alle commissioni parlamentari e alla conferenza Stato -Regioni.
Per le società, su tutte la joint-venture Enel-Edf, significa stringere il cerchio sui possibili siti; il riferimento ai criteri più moderni dell´Aiea e dell´Ocse e l´obbligo di adottare i reattori di terza generazione (Epr, Ap1000, Abwr) esclude alcuni Comuni che già hanno ospitato centrali nucleari nel passato come Latina o Garigliano. Tra i vecchi siti potrebbero rimanere in corsa solo Trino Vercellese e Caorso. Più probabilmente le attenzioni degli operatori si concentreranno su Montalto di Castro, già di proprietà dell´Enel, e sulla fascia costiera del Sud del Veneto in provincia di Rovigo, in entrambi i luoghi sarebbe possibile costruire due reattori. Appena dietro questi siti possibili, c´è Termoli (Molise), anche se inserito nel gruppo di macroaree sfavorite da considerazioni tecnico-economiche.
Infine nel decreto si parlerà anche del deposito delle scorie nucleari, sia nuove che vecchie: in questo caso, sarà ufficializzata la decisione di non cercare più un deposito definitivo (sottoterra), ma uno provvisorio di superficie in grado di stoccarle per diverse decine di anni.
La Repubblica 22.12.09
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Ambientalisti sul piede di guerra e l´Authority multa Enel distribuzione, di Luisa Grion
I Verdi: il governo ha già pronta la lista dei siti nucleari ma attenderà le elezioni amministrative. Dubbi anche da parte del Pd: assurdo che le Regioni non abbiano voce in capitolo nella scelta.
Sarà un Consiglio dei ministri «inutile»: non ha più senso parlare di criteri sulla base dei quali individuare i siti nucleari. L´elenco dei territori è già pronto sul tavolo del governo, ma non lo si vuole rendere noto per paura delle ripercussioni sulle elezioni amministrative del prossimo marzo. Verdi, Legambiente e Pd denunciano mancanza di trasparenza sulla questione. « L´Enel ha già individuato i siti nucleari – dice Angelo Bonelli dei Verdi – i nomi non vengono fatti solo perché si sa che gli italiani non li vogliono e il governo teme il boomerang del voto». Stessa linea per Legambiente: «A differenza di quanto dice Scajola – commenta Alberto Fiorillo portavoce dell´associazione – i cittadini non vogliono le centrali, tant´è che quando Berlusconi andò in Sardegna per promuovere l´elezione del presidente della Regione Cappellacci disse che sull´isola non ci sarebbero stati siti, ora invece si riparla anche di Oristano». Quanto al Pd, Raffaella Mariani, capogruppo alla commissione Ambiente della Camera, parla di «gioco delle parti». «Siamo contrari a questo rimando al dopo elezioni – dice – come siamo contrari alla superficialità e alla militarizzazione espressa fino ad oggi: è assurdo che le Regioni non abbiano potere in questione e che le centrali possano essere avviate anche senza il loro assenso». Filiberto Zaratti, assessore Ambiente del Lazio di Sinistra e libertà precisa che su questi temi «il consenso dei cittadini è necessario e il consenso si misura solo con il voto: si vuol decidere sul nucleare sopra la loro testa e ciò è inammissibile».
Ma nucleare a parte l´Enel è stata ieri chiamata in causa anche in altre due questioni: l´Autorità per l´energia l´ha condannata a pagare una multa di oltre un milione di euro per violazione alle disposizioni sulle connessioni di impianti per la produzione di energia elettrica alle reti di distribuzione. L´Antitrust, invece, ha chiuso un´istruttoria aperta nell´ottobre 2008 accettando, e rendendoli vincolanti, gli impegni assunti dalla società per evitare l´assunzione di una posizione vincolante sulla vendita al dettaglio di energia elettrica a clienti non domestici.
La Repubblica 22.12.09
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