Mangiati dai debiti. È l’effetto della crisi e della debolezza del welfare. Secondo le associazioni dei consumatori Adusbef e Federconsumatori, nel 2009 pignoramenti e vendite all’asta sono aumentati del 15,2% rispetto all’anno precedente, nonostante tassi di interesse bassissimi e la conseguente diminuzione dei costi dei mutui a tasso variabile. Nel triennio 2007-2009, sempre secondo i dati raccolti dalle associazioni dei consumatori, i pignoramenti sono addirittura aumentati del 60,5%, per un totale di circa 130 mila case all’asta. «L’insostenibile crisi economica – commenta il presidente dell’Adusbef, Elio Lannutti – porta sempre più famiglie italiane a non poter onorare le rate dei mutui, impegno sempre più gravoso che mangia il 33% del reddito, e ciò si traduce in un rischio reale di insolvenza per almeno 350 mila famiglie». È necessario, sostengono dunque i consumatorii, «che il governo, dopo il decreto salva-banche e le provvidenze per le imprese, emani anche un decreto urgente “salva-famiglie” con sgravi fiscali di almeno 1.500 euro a favore di lavoratori a reddito fisso e pensionati, o si allargherà la frattura sociale».
La preoccupazione dei consumatori trova conferme anche nei dati ufficiali. Come quelli di Bankitalia: il flusso di nuove sofferenze per le famiglie sui mutui, rettificate in rapporto ai prestiti, è salito nel terzo trimestre del 2009 a quota 1,5% contro lo 0,9% dello stesso periodo del 2008. E anche la Caritas, in un rapporto sul credito diffuso alcuni giorni fa, aveva messo in guardia: 1 famiglia su 4 tra quelle che acquisterà casa con un mutuo nel corso del prossimo anno rischia di scivolare sotto la soglia di povertà. Proprio per questo l’Abi ha lanciato ieri, in accordo con 13 associazioni dei consumatori, la sospensione di 12 mesi del pagamento delle rate dei mutui per le famiglie in difficoltà, attiva a partire da febbraio 2010. Una misura che però l’Adusbef ha giudicato insufficiente, non firmando il protocollo di intesa e addirittura invitando i consumatori a «tirare la cinghia e pagare, dove possibile, le rate dei mutui cercando di non avvantaggiare ulteriormente, con una “moratoria” onerosa, sul fronte degli interessi, i signori banchieri».
Secondo i dati raccolti nelle sezioni Fallimentari dei principali tribunali italiani, il maggior numero di pignoramenti nel 2009 si registra a Milano (circa 2.733, con un incremento stimato del +15,5% in un anno) Roma (a quota 2.157 esecuzioni, +18,1%), e Monza (1.040 vendite all’asta, +20,2% sul 2008). Crisi economica e stretta creditizia hanno falcidiato anche il numero delle imprese che, tra luglio e settembre 2009, secondo il Cerved, hanno visto salire i fallimenti del 40%, mentre è schizzato del 70% il numero delle aziende che ha fatto ricorso al concordato preventivo.
L’Unità 21.12.09