cultura

“Anche Brera nelle mani di Resca”, di Vittorio Emiliani

Un altro commissariamento (quello di Brera) e un altro incarico per Mario Resca da poco al Mi.BAC quale direttore generale “valorizzatore” dell’intero patrimonio storico-artistico.
La strategia del governo è chiara: “commissariare” l’Italia, con proconsoli liberi di assumere decisioni importantissime senza dover rispettare le normali procedure, di spendere forti somme senza il controllo della Corte dei conti, di appaltare grandi lavori accorciando i normali e trasparenti percorsi. Dopo Pompei, le aree archeologiche di Romae Ostia (col pretesto di vari disastri ambientali…), i lavori per gli Uffizi, tocca alla “grande Brera”. I soprintendenti
in carica (e quindi scaricati) obietterebbero facilmente – se non fossero colti da afasia (a parte i compattissimi e ammirevoli archeologi di Roma e Ostia Antica) – che, con quelle scorciatoie e quei fondi, loro avrebbero fatto altrettanto senza dover stipendiare un altro ben pagato Commissario straordinario. Il quale: a) di musei sente parlare solo da qualche mese; b) ha tanti altri incarichi che si tiene ben stretti.
Mario Resca – pur essendo stato oggetto di pungenti interrogazioni parlamentari (Giulietti, De Biasi, Ghizzoni, Melandri, Adamo, ecc.) – è tuttora incollato alla poltrona di consigliere della Mondadori SpA controllante in toto di Electa, la maggiore impresa di servizi museali.
Per i quali è lui ad avere la delega specifica (gare d’appalto incluse).
È inoltre presidente di Confimprese, dell’American Chamber of Commerce in Italia, di Finbieticola (dismissione di zuccherifici e di maxi-aree), promotore di centrali elettriche nel Vogherese, consigliere di Arfin, ENI,UPAe Finance Leasing SpA. Ora pure vicerè a Milano
per Brera.
A quando Commissario straordinario del Ministero trasformato in ipermercato?
L’Unità 19.12.09