La crisi economica corre, e ha reso inutilizzabili gli studi di settore. Ormai i lavoratori, le piccole e medie imprese e i professionisti ne ricevono un trattamento iniquo. Per il Partito Democratico non si può più aspettare : “Bisogna superarli – annuncia il segretario del PD, Pier Luigi Bersani -per adeguare il campo di applicazione del ‘forfettone’ fiscale fino a 70mila euro di fatturato, coinvolgendo una platea potenziale di circa 2 milioni tra lavoratori, Pmi e professionisti. Sono passati undici anni dall’introduzione degli studi di settore, hanno ‘retto’ bene ma è ora di andare oltre. Rivisitiamo strutturalmente questo meccanismo fiscale e sia chiaro – ha sottolineato – che quando il Pd parla di lavoro sta parlando dei lavoratori e delle piccole imprese, per noi sono un sinonimo”. La proposta è stata presentata in un incontro tra Bersani, il suo vice Enrico Letta e il responsabile economico della segreteria del PD Stefano Fassina, e la giunta di Confartigianato, guidata dal presidente dell’associazione Giorgio Guerrini.
Insomma il Pd vuole creare un nuovo rapporto con le piccole imprese e Bersani non ha avuto timore a riconoscere che su questo fronte nel passato sono stati commessi degli errori: “Anche noi, quando eravamo al governo, non è che le abbiamo azzeccate tutte. Bisogna riconoscere a questi soggetti il ruolo che meritano. I meccanismi di concertazione con le parti sociali non sono sempre stati ben calibrati nel dare alle piccole imprese il ruolo che hanno nella vita del Paese”. Per questo Bersani, ha promesso “nei prossimi mesi una serie di iniziative per cercare di presentare una piattaforma nuova. Questa è l’ occasione per ripartire con il piede giusto”. Mentre Fassina annuncia: “ Il Pd siederà nelle prossime settimane a dei tavoli di confronto su questo tema con le associazioni di categoria interessate”.
Anche Enrico Letta ha sottolineato la necessità del superamento degli studi di settore: “Il Pd comincia così un percorso verso l’elaborazione di strumenti che possano essere più semplici e più efficac. L’incontro è stato utile anche per mettere al centro delle elezioni regionali il tema della piccola impresa, perché nel Governo centrale siamo all’opposizione, ma in molte regioni governiamo e sempre più il punto di riferimento delle piccole e medie imprese sono le regioni”.
Una strategia che si concentra sui temi del fisco e del credito è necessaria anche per il capogruppo Pd in commissione Bilancio Alberto Fluvi: “E’ giusto che Bersani abbia parlato della necessità di una revisione degli studi di settore. Ora bisogna alleggerire il carico fiscale per le piccole imprese e rafforzare i consorzi Fidi per migliorare il rapporto tra le banche e le imprese. Rispetto al mondo delle piccole imprese il governo sta mostrando tutti i suoli limiti, come abbiamo avuto prova, da ultimo, con le scelte fatte nella Finanziaria. Fa bene quindi il Partito democratico a mettere al centro della sua iniziativa il rapporto con questo settore nevralgico dell’apparato produttivo italiano”.
Infatti il segretario democratico con gli artigiani aveva ribadito proprio la bocciatura della strategia adottata dal governo per fronteggiare la crisi economica: “Avremo un 2010 difficile, non è vero che stiamo meglio degli altri. Rischiamo di lasciare per strada tanti posti di lavoro e noi abbiamo l’impressione che le misure non siano sufficienti. Nessuno chiede al Governo di risolverla, ma solo di avere un po’ di coraggio in più. Invece, dalla manovra di luglio scorso ad oggi, abbiamo avuto solo lo spostamento dei ‘carri armati di Mussolini’, con un aumento della spesa corrente e una diminuzione degli investimenti “. E con loro oltre che della questione fiscale ha parlato di un “grande piano di piccole opere” e dell’importanza della green economy.
Il presidente di Confartigianato, Giorgio Guerrini, soddisfatto dell’incontro, anche perché “quando si va al Governo ci si dimentica delle cose promesse e si ritorna agli errori del passato. Mi auguro che ora ci sia la capacità’ di proporre ricette che servono al malato. Noi siamo per la cultura del dialogo, e per fare riforme di prospettiva è importante dialogare con chi governa, ma anche con chi è all’opposizione, perché serve un consenso ampio e con il muro contro muro si va poco lontano”.
“Quella annunciata da Bersani è una svolta importante – dichiara il senatore del Pd Paolo Giaretta – da tempo, con altri parlamentari veneti, abbiamo sostenuto la necessità di una svolta degli studi di settore nati con una finalità perfettamente condivisibile, con l’assenso del mondo dell’associazionismo economico e con l’idea di costruire un percorso condiviso tra un fisco amico e un impresa leale con il fisco. Progressivamente hanno deviato verso un accertamento del tutto presuntivo a cui non corrisponde necessariamente un’effettiva capacità di reddito dell’impresa. È il momento di ristabilire un dialogo costruttivo tra fisco e impresa, argomento purtroppo del tutto trascurato da questo governo”.
Già perché Confartigianato punta a riforme condivise, il PD vuole un fisco più giusto. E il governo è ancora assente.
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