“I corifei della Gelmini raccontano la favoletta della scuola dove il problema principale sembra quello d’allestire il presepe. Ma le cifre descrivono un quadro del tutto diverso”.
“Sono al fianco dei lavoratori e delle lavoratrici della scuola, dell’università e della ricerca e sostengo la mobilitazione della Cgil contro il governo per i tagli al settore scuola e università, perché senza una istruzione di qualità non c’è futuro per il Paese. Sono ancora una volta i giovani a pagare gli effetti della crisi mentre l’Italia deve al contrario investire in conoscenza e saperi, se vuole agganciare la ripresa quando si manifesterà, come stanno facendo gli altri Paesi. Un solo esempio. La Francia guidata dal centrodestra si appresta ad investire ben 35 miliardi nell’economia della conoscenza, di cui 16 miliardi per università e ricerca. In Italia di investimenti in questi settori non c’è traccia, se non in senso negativo, cioè in consistenti risorse sottratte ai capitoli destinati al sapere.
I corifei della ministra Gelmini, anche a Modena, vanno in giro a raccontare la favoletta della scuola resa migliore dalla riforma del governo, dove tutto funziona e tutti sono felici, dagli studenti agli insegnanti. E dove il problema principale sembra essere quello di allestire il presepe natalizio. Ma le cifre, quelle vere, descrivono un quadro del tutto diverso.
La manovra riduce di ben 700 milioni l’istruzione scolastica; di questi, più di 200 sono tagliati alla scuola media, che all’interno del sistema scolastico è il segmento che sconta le maggiori difficoltà, mentre altri 220 sono decurtati dalle risorse che lo Stato trasferisce alle istituzioni scolastiche per il loro ordinario funzionamento e per far fronte a spese obbligatorie, come le supplenze, e per dare qualità all’apprendimento. Il trend negativo è ancora più chiaro per l’istruzione universitaria, che registra complessivamente una riduzione di ben 652 milioni, cioè più dell’8 per cento. I tagli contrastano inoltre con le istanze che il ministero Gelmini aveva avanzato nel DPEF di luglio: 689 milioni per il fabbisogno dell’istruzione e 815 per l’università. Che fine hanno fatto queste richieste?
I soliti corifei rispondono che c’è il provvidenziale scudo fiscale, ma è un’altra favola per gonzi, perché da quel bancomat la Gelmini porta a casa solo tre gruzzoli, utili a neutralizzare altrettanti tagli già previsti dalla finanziaria: 130 milioni per le scuole paritarie, 103 milioni per la fornitura gratuita dei libri di testo (ripristinati solo grazie alla nostra opposizione) e 400 milioni destinati al Fondo di finanziamento ordinario dell’università, che tuttavia non compensano il decremento di 679 milioni del fondo rispetto all’assestato 2009”.