L’on. Ghizzoni: “La Finanziaria 2010 stanzia 7 miliardi e 900 milioni di euro con una riduzione di ben 652 milioni di euro (-8,3 per cento)”. Dopo l’annuncio di un prossimo aumento delle tasse universitarie, fatto dal Rettore Tomasi, l’on. Ghizzoni, capogruppo Pd nella commissione Istruzione della Camera, spiega quanti e quali sono i tagli all’università nella Finanziaria 2010
«Dispiace ripetersi ma purtroppo siamo di fronte a un disastro annunciato. E le parole del professor Tomasi lo certificano con assoluta chiarezza. L’altro giorno il Rettore della nostra università aveva lanciato l’allarme: l’Ateneo di Modena e Reggio rischia il commissariamento per mancanza di risorse. Oggi, sui quotidiani, l’inevitabile conseguenza: “siamo costretti ad aumentare le tasse per colpa dei tagli del governo”.
Un governo e un ministero, quello della Gelmini, che restano imperturbabili di fronte allo smantellamento dell’università e della ricerca. Ieri in commissione Istruzione e Cultura della Camera hanno opposto l’ennesimo “no” alle nostre proposte. In compenso hanno annunciato che risolveranno tutto con le risorse ricavate dal magico “scudo fiscale”, che per l’estensione dell’intervento che dovrà affrontare pare essere piuttosto una scudo spaziale, anche se “una tantum”.
Le cifre parlano chiaro. La Finanziaria 2010 per l’università prevede uno stanziamento complessivo di 7 miliardi e 900 milioni di euro, con una riduzione di ben 652 milioni di euro (-8,3 per cento) rispetto alle previsioni assestate del bilancio 2009. Da notare che già lo scorso anno lo stanziamento complessivo era calato dell’1,5 per cento rispetto al 2008. Il Fondo di finanziamento ordinario delle università – che serve tra l’altro a pagare gli stipendi, le utenze e tutte le spese correnti dell’università – è stato già ridotto di 63 milioni e mezzo per il 2009, di 190 milioni per il 2010, di 316 milioni per il 2011, di 417 milioni per il 2012 e di 455 milioni a partire dal 2013, per un totale di 1 miliardo e 400 milioni nel quinquennio. A tutto questo si aggiunge la riduzione dei fondi per il Diritto allo studio e l’azzeramento del FIRST, il Fondo Investimenti Ricerca Scientifica e Tecnologica.
Insomma, una vera beffa se confrontata con le richieste, avanzate dalla stessa Gelmini, di ingenti risorse aggiuntive per università e ricerca inserite nell’ultimo DPEF approvato (815 milioni di euro).
Una politica in clamorosa controtendenza rispetto agli altri paesi dell’area euro e OCSE che orientano massicce dosi di risorse verso la ricerca di base e applicata come volano per l’uscita dalla crisi. Un’operazione che sta mettendo a serio rischio la sopravvivenza del sistema universitario italiano».
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